Elettroespressionismo per il Dottor Caligari
A Firenze una nuova colonna sonora elettracustica per il capolavoro di Robert Wiene
Recensione
classica
Apertasi all'insegna della relazione fra musica e immagine con Paper Music di William Kentridge con le musiche di Philip Miller, la rassegna Firenze Suona Contemporanea nel cortile del Bargello mette a segno, pur con qualche difficoltà tecnica che fa slittare di mezz'ora l'inizio della proiezione, un altro momento assai intenso di questo connubio. Il gusto è completamente diverso, perché dalla misteriosa serenità di Kentridge si passa in piena e convulsa angoscia espressionista con Das Cabinet des Dr. Caligari di Robert Wiene (1920). A quasi un secolo di distanza, questo titolo fra i più famosi del cinema muto viene riproposto con una nuova e sorprendente colonna sonora elettronica (quella originale era di uno dei più prolifici compositori di colonne sonore del muto e poi del primo sonoro, Giuseppe Becce), commissionata nel 2003 dalla Computer Music Conference di Singapore a Edison Studio ossia Mauro Cardi, Luigi Ceccarelli, Fabio Cifariello Ciardi e Alessandro Cipriani, che firmano composizione e live electronics. Il risultato è sorprendente: una fusione di suoni artificiali, secca rumoristica, deformazione della voce umana (capovolgendone creativamente l'assenza dal cinema muto) in stridori vicini al tipico Schrei dell'avanguardia tedesca, campionature di frammenti musicali, reinvenzioni oniriche, come lo straniato carillon della fiera della piccola città in cui fa il suo arrivo l'inquietante imbonitore Calegari. Ed è stato davvero un modo bello e originale per riscoprire un capolavoro, un clima espressivo straordinario, dalle maschere splendidamente esagerate di attori come Werner Krauss (Caligari), Conrad Veidt (Cesare) e Lil Dagover (Jane) alle scenografie da incubo, fra Munch e uno stravolto Depero. Ottimo successo.
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