Elektra e le sue ombre

Successo rovente per Seiji Ozawa e Robert Carsen che propongono a Firenze una grande Elektra in bianco e nero, misurata ma profondamente perturbante, tutta scavata nell'interiorità della protagonista. Susan Bullock è un'Elektra in crescendo, Christine Goerke una magnifica Crisotemide, la veterana Agnes Baltsa disegna un'originalissima Clitennestra.

Recensione
classica
Teatro Comunale di Firenze Firenze
Richard Strauss
24 Febbraio 2008
E' ancora Elektra al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino dopo l'indimenticabile edizione Abbado-Dodin del 1996. Alla lettura lancinante e barbarica di allora si sostituisce stavolta, con Seiji Ozawa sul podio di un'orchestra che gli risponde con grande valentìa, lo sdipanarsi di profili strumentali affilati e cesellati sul virtuosismo post-wagneriano lucido e specioso dell'invenzione straussiana, spessori e accenti che raramente varcano la soglia di volumi oltraggiosi e di tellurici sussulti (e quando succede, come nel finale, è indimenticabile), una visione più vicina al soffrire di Elektra,più lirica, ma di un lirismo che con Ozawa resta terso come cristallo anche in acmi davvero struggenti come l'abbraccio di Elettra ad Oreste. Nel nero e atemporale cul-de-sac della scena di Michael Levine, non da altro animato che da crudi giochi di luci e di ombre, l'unico elemento è il rettangolo della tomba di Agamennone che è anche la soglia fatale della casa degli Atridi. La regìa calibratissima di Robert Carsen è tutta espressa nella soggettività dell'eroina e dal suo coro di ventiquattro figuranti in variate e squisite soluzioni di gesti e di passi curate da Philippe Giraudeau, quasi ombre del suo immenso dolore. Susan Bullock non è una Birgit Nilsson, ma cresce via via sostenendo con coraggio e calore le luci insieme pietose e concentratissime che quest'edizione getta sull'eroina. La veterana Agnes Baltsa delinea una Clitennestra di originale e indimenticabile fragilità di bianco capro espiatorio; ha un rilievo stupendo l'intensa Crisotemide di Christine Goerke. Le affiancano Matthias Goerne, un Oreste schiacciato dal destino in cui si sente il magistero del grande liederista, Stanford Olsen, Egisto, e un impeccabile stuolo di parti minori. Successo memorabile.

Note: Nuovo allestimento in coproduzione con Tokyo Opera Nomor

Interpreti: Klytaemnestra: Agnes Baltsa; Elektra: Susan Bullock; Chrysothemis: Christine Goerke; Aegist: Stanford Olsen; Orest: Matthias Goerne; Der Pfleger des Orest: Uwe Griem; Die Vertraute: Marcella Polidori; Die Schlepptraegerin: Cinzia Rizzone; Ein junger Diener: Saverio Fiore; Ein alter Diener: Franco Boscolo; Die Aufseherin: Stefanna Kybalova; Erste Magd: Manuela Bress; Zweite Magd: Silvia Mazzoni; Dritte Magd: Larissa Schmidt; Vierte Magd: Sabrina Testa; Fuenfe Magd: Daniela Schillaci; Dienerinnen: Marina Cristina Bisogni, Sarina Rausa, Nadia Sturlese, Romina Tomasoni, Elena Cavini, Margherita Puliga

Regia: Robert Carsen

Scene: Michael Levine; Luci: Robert Carsen e Peter van Praet

Costumi: Vazul Matusz

Coreografo: Philippe Giraudeau

Orchestra: Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino

Direttore: Seiji Ozawa

Coro: Coro del Maggio Musicale Fiorentino

Maestro Coro: Piero Monti

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