Don Giovanni tiene famiglia
A Madrid regia contraddittoria di Tcherniakov
Recensione
classica
Ancora una volta è la regia, al Real di Madrid (era Mortier), ad imporre le sue regole e a determinare fortemente il carattere di questo "Don Giovanni", firmato Tcherniakov (allestimento coprodotto con Aix-en-Provence dove ha debuttato nel 2010); una regia che dilata la prospettiva temporale - da un giorno a più settimane – rovesciando i ruoli e le fisionomie psicologiche che convenzionalmente i personaggi si portano dietro. In questa visione, tutti sono in qualche modo legati da un vincolo famigliare (Donna Anna, figlia del Commendatore, è a sua volta madre di Zerlina e cugina di Elvira, qui moglie di Don Giovanni e Leporello ha un'imprecisata relazione di parentela con il protagonista): una famiglia borghese, opprimente a cui si contrappone, soccombendo come vittima, un Don Giovanni esistenzialista, introverso, a tratti allucinato, dolente oppositore delle convenzioni sociali, che ricorda fortemente il Marlon Brando di "Ultimo tango a Parigi". Una lettura stimolante, portata avanti con un forte impegno attorale da parte di tutto il cast, nella quale però non mancano incongruenze, come l'immaginaria scena del cimitero o la ricomparsa in carne ed ossa del Commendatore: con la rinuncia dell'elemento soprannaturale e la morte del protagonista che avviene per cause imprecisate. Ma sono le cesure subitanee di un tendone che scende rumoroso tra le diverse scene ad interrompere la continuità e la tensione dell'opera, che ne risulta frammentata e che probabilmente vanno ad incidere anche sulla resa musicale complessiva, con la conduzione di Alejo Perez, a tratti convincente e a tratti troppo dilatata. Un cammino a sbalzi, privo di un respiro unitario, in cui le voci spesso faticano ad inserirsi: come la pur brava e musicale Christine Schäfer in Donna Anna o il Don Ottavio di Paul Groves, così come ci lascia perplessi la resa vocale del Don Giovanni di Russel Braun, pur non privo di pathos e di un'insolita enfasi espressiva; Kyle Ketelsen è un Leporello dal piglio brillante, mentre Ainhoa Arteta interpreta Donna Elvira riuscendo a mantenere nel contempo leggerezza, respiro e vigore mozartiani.
Interpreti: Russell Braun
Regia: Alejo Pérez
Direttore: Dmitri Tcherniakov
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classica
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A Roma, prima con i complessi di Santa Cecilia, poi con Vokalensemble Kölner Dom e Concerto Köln