Che bella macchina

Michieletto con Fantin e Teti allestisce "Il viaggio a Reims" ad Amsterdam

Recensione
classica
De Nederlandse Opera Amsterdam
Gioachino Rossini
25 Gennaio 2015
Poche opere riesumate in anni recenti possono vantare una fortuna così duratura sulle scene liriche come Il viaggio a Reims, nonostante la sostanziale assenza di trama e l’esibizione quasi sfrontata dell’intento celebrativo che ne giustifica l’esistenza ossia l’incoronazione di re Carlo X, prodotto del riassetto operato dalle potenze vincitrici passato il ciclone napoleonico. Di quella fortuna molto si deve al geniale spettacolo pesarese di trent’anni fa della coppia Ronconi-Aulenti, ripreso anche in anni recenti, che ha condizionato non pochi allestimenti successivi. Se un merito va riconosciuto al nuovo allestimento di Amsterdam è di allontanarsi decisamente da quella pesante eredità e, come negli altri spettacoli del trio Michieletto-Fantin-Teti, di far mostra di un’ammirevole padronanza della macchina spettacolare. Anche più che in altri spettacoli del trio, però, questo pare difettare di una drammaturgia coerente che giustifichi la scelta di ambientare la vicenda nella Pinacoteca del Giglio d’Oro (che si direbbe la raccolta privata di un collezionista bizzoso con quel Goya fra un Botero e un Haring), se non fosse per la costruzione, iconograficamente virtuosistica, del “tableau vivant” finale che cita alla lettera la tela di François Gérard. Omettendo le non poche incongruenze, lo spettacolo è comunque godibile e molto deve a un’esecuzione musicale di ottimo livello. Per il Viaggio a Reims è d’obbligo una distribuzione vocale d’eccezione, com’è il caso a Amsterdam: tutti bravissimi, ma Buratto e Goryachova hanno una marcia in più. In buca, Stefano Montanari ottiene il massimo dalla Nederlands Kamerorkest con una direzione disinvolta e brillante, molto attenta al virtuosismo canoro ma anche a quello strumentale. Sala affollata, divertimento, grande successo.

Note: Nuovo allestimento di De Nationale Opera di Amsterdam in co-produzione con l'Opera di Copenhagen e Opera Australia. Date rappresentazioni: 20, 22, 25, 27, 29 gennaio e 3 febbraio 2015.

Interpreti: Eleonora Buratto (Corinna), Anna Goryachova (La Marchesa Melibea), Nino Machaidze (La Contessa di Folleville), Carmen Giannattasio (Madama Cortese), Juan Francisco Gatell (Il Cavaliere Belfiore), Michael Spyres (Il Conte di Libenskof), Roberto Tagliavini (Lord Sidney), Nicola Ulivieri (Don Profondo), Bruno De Simone (Il Barone di Trombonok), Mario Cassi (Don Alvaro), Biaggio Pizzuti (Don Prudenzio), Carlos Cardoso (Don Luigino), Maria Fiselier (Delia), Teresa Iervolino (Maddalena), Florieke Beelen (Modestina), Jeroen de Vaal (Zefirino/Gelsomino), Tomeu Bibiloni (Antonio)

Regia: Damiano Michieletto

Scene: Paolo Fantin

Costumi: Carla Teti

Orchestra: Nederlands Philharmonisch Orkest | Nederlands Kamerorkest

Direttore: Stefano Montanari

Coro: Coro di De Nationale Opera

Maestro Coro: Ching Lien Wu

Luci: Alessandro Carletti

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

Torino: inaugurazione di stagione con Le nozze di Figaro

classica

Saltata la prima per tensioni sindacali, il Teatro La Fenice inaugura la stagione con un grande Myung-Whun Chung sul podio per l’opera verdiana

classica

Jonas  di Carissimi e Vanitas  di cinque compositori contemporanei hanno chiuso le celebrazioni per i trecentocinquanta anni dalla morte del grande maestro del Seicento