Cerami rilegge Schubert
Al Comunale la prima in edizione critica del Singspiel schubertiano con i dialoghi reinventati da Vincenzo Cerami
Recensione
classica
Chi era al Comunale di Bologna (pochi) ha assistito alla prima rappresentazione in edizione critica degli schubertiani "Freunde von Salamanka", ma anche, con quella intersecata, alla pièce in prosa "Gli amici di Salamanca", di Vincenzo Cerami per la regia di Franco Ripa di Meana. In origine era uno Schubert 1815, iperproduttivo e non sempre fortunato. Il Singspiel ambientato nella città sede dell'antica università non andò mai in scena e si persero in toto i dialoghi parlati di Mayrhofer. Rimasero diciotto numeri musicali, già proposti in Germania negli anni Trenta (nella benemerita operazione bolognese merita un buffetto l'aver dato la presente, tout court, come "prima esecuzione mondiale"). S'è invece assistito alla première dell'edizione critica curata da Marco Beghelli per Bärenreiter.
Letto sulla pagina il libretto di Cerami funzionava bene: sulla scena assai meno. L'apollinea angelicità di questo esile Schubert giovane, che canta amore e natura, fedeltà e anima, finiva travolta dalla mise en scène di Franco Ripa di Meana (corretti i numeri musicali), con scene e costumi di Paolo Bernardi. Come dire l'Impero dei Segni: levità musicale e recitazione enfatica e filodrammatica (ti ricordavi quei direttori che si sbracciano e viene fuori un suono piccolo piccolo); scena a prospettiva centrale alta, con quinte di biblioteca di Salamanca in trompe-l'oeil e scena di natura in azzurro acido memore della massonica Zauberflöte, filtrate da scalette e ringhiere in ponteggi di profilato industriale; ambientazione anni 1920 "arricchita" stile pop con limousine rosa discendente ex-machina, un divano dell'amore siliconato valeriamarini sicuramente rubato al Salone del mobile di Milano; cornici a cuore al neon con rose di plastica, fumettoni alla Lichtenstein e finale tipo interni di un Rex felliniano. Orpelleria che inevitabilmente schiacciava certe ineffabili gentilezze schubertiane, rese non male dalla direzione di Rodolfo Bonucci, con un cast attendibile ma dimenticabile (spiccavano tra altri Patrizia Bicciré e Reinhold Schreyer).
Note: Nuovo allestimento
Interpreti: Patrizia Bicciré, Valentina Farcas, Daniela Pini, Bernhard Berchtold, Matthias Klink, Eric Shaw, Selcuk Cara, Michael Eder, Andrea Patucelli, Reinhold Schreyer, Leandro Fischietti.
Regia: Franco Ripa di Meana
Scene: Paolo Bernardi
Costumi: Paolo Bernardi
Orchestra: Orchestra del Teatro Comunale di Bologna
Direttore: Rodolfo Bonucci
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