Cavalli a San Marco

La Cappella Marciana diretta da Marco Gemmani presenta musiche di Francesco Cavalli nella Basilica di San Marco a Venezia per il Concerto di Natale del Teatro La Fenice 

Il Concerto di Natale del Teatro La Fenice (Foto Teatro La Fenice)
Il Concerto di Natale del Teatro La Fenice (Foto Teatro La Fenice)
Recensione
classica
Venezia, Basilica di San Marco
Concerto di Natale del Teatro La Fenice
17 Dicembre 2024 - 18 Dicembre 2024

Un monito sui pericoli di cadere nel transumano o nel postumano insiti nell’intelligenza artificiale: si apre con un breve discorso del Patriarca veneziano Francesco Moraglia rivolto al folto pubblico accorso nella Basilica di San Marco per il tradizionale appuntamento del Concerto di Natale del cartellone sinfonico del Teatro La Fenice, anche quest’anno affidato alla Cappella Marciana. Dopo l’augurio patriarcale che il prossimo Natale sia “di saggezza, di pace e di misericordia”, la musica si prende la scena con una Messa di Natale di Francesco Cavalli, titolo più di circostanza che di sostanza anche se era nella tradizione marciana alternare nella Messa solenne i cinque movimenti della Messa ordinaria con diversi mottetti e pezzi strumentali. 

Forse più noto oggi per la cospicua produzione operistica che per la sua musica religiosa, Francesco Cavalli ha un legame fortissimo con la veneziana Basilica di San Marco, dove arriva nel 1617, non ancora quindicenne, come soprano e quindi come “tenorista” nel coro della Basilica di San Marco negli anni in cui Claudio Monteverdi è responsabile delle musiche. Negli anni che seguono assume vari incarichi ma non interromperà mai il legame con la Basilica marciana, dove nel 1639 viene nominato secondo organista marciano, nel 1665 primo organista e tre anni dopo ottiene la carica più prestigiosa, quella di maestro di cappella di San Marco, succedendo a Giovanni Rovetta a sua volta subentrato a Monteverdi alla morte di questo nel 1643. 

Il programma proposto per questo Concerto di Natale propone con perizia storica un’ipotetica Messa del 25 dicembre a San Marco intorno agli anni sessanta del Seicento, utilizzando solo musiche sacre composte da Francesco Cavalli nell’arco di trent’anni e in gran parte tratte dal volume Musiche Sacre pubblicato nel 1656, cioè nei suo anni come organista della Serenissima Repubblica in San Marco. L’apertura è solo strumentale con la Canzona a 6, seguita dalle prime due parti dalla Messa a 8 voci concertata (Kyrie e Gloria). Proviene invece dal primo libro dei Motetti a voce sola de diversi eccellentissimi autori pubblicato nel 1645 il brano “O quam suavis” per soprano solista accompagnato dall’organo, testimonianza di un solido dominio del contrappunto ma anche di un’attenzione alla cantabilità, piuttosto caratteristica degli anni di Cavalli. Il resto del programma vede alternarsi le ultime tre parti della Messa (Credo, Sanctus e Agnus Dei) con il mottetto “O bone Jesu” dalla raccolta Sacra Corona pubblicata nel 1656 per le voci di mezzosoprano e controtenore, e “Cantate Domino” dalla raccolta Ghirlanda sacra scielta pubblicata nel 1625 ancora una volta con la voce di soprano protagonista. Per finale si è scelto il mottetto “Alma redemptoris” a 5 voci intrecciate in un affascinante disegno polifonico, che coinvolge tutti gli interpreti. Una scelta che nel finale esalta la sacralità della nascita di Cristo e della figura che più incarna il simbolo della maternità attraverso i versi dell’antica antifona mariana: “Tu che, nello stupore della natura, hai dato la luce il tuo santo Genitore”. 

È enorme la suggestione di quelle musiche che risuonano sotto le volte della Basilica marciana ma non sarebbe così se non ci fosse anche un ottimo ensemble strumentale su strumenti d’epoca dai violini di Enrico Parizzi e Pietro Battistoni, alla viola di Maria Bocelli, alla viola da gamba di Cristiano Contadin, al violone di Stefano Pratissoli, fino ai perentori tromboni di Matthijs van der Moolen, Joost Swinkels e Cameron Drayton e l’organo di Alvise Mason. Altrettanto di valore le voci della Cappella Marciana guidata con competenza musicologica di Marco Gemmani, trentaseiesimo Maestro di Cappella della Basilica di San Marco, e in particolare di Maria Chiara Ardolino, Maria Baldo e Aurelio Schiavoni protagonisti degli emotivamente toccanti interventi solistici. 

Gremiti di pubblico navata e transetti dell’antica Basilica veneziana. Molti applausi agli interpreti alla fine dei passaggi solistici e per tutti alla fine del prezioso concerto. 

 

 

 

 

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