"Artic Mood” fra ghiacci e aurore boreali
Polar Jazz, all'estremo nord della Norvegia, con il nuovo progetto di Brynjar Rasmussen
Recensione
jazz
Festival di piccole dimensioni, il Polar Jazz sancisce la fine del buio invernale in un luogo dalla natura mozzafiato, tra ghiacci e aurore boreali, a due passi dal polo nord. Una sorta di festa di primavera per i poco più di 2000 abitanti di Longyearbyne, proiettata in una dimensione internazionale dal progetto “Artic Mood”, commissionato dal NordNorsk Jazzasenter al compositore Brynjar Rasmussen. Tre giorni che hanno visto alternarsi band assai diverse per genere musicale e qualità - stelle della scena jazz norvegese affiancate da band per lo più locali, che hanno comunque saputo dare un buon appeal alla manifestazione. Pubblico in larga parte del luogo, che ha gremito tutte le serate del festival, divertito e appagato ma assai distante, per competenza, dalla tradizione dei grandi festival jazz in Norvegia.
In evidenza il virtuoso Stian Cartsensen, che con le sue sonorità balcaniche ha letteralmente trascinato la platea. Con lui le raffinate voci di Solveigh Slettajell e Beady Belle, entrambe accompagnate da musicisti di altissimo livello. Interessanti i Cowabunga, di cui è stato Lars Andreas Haug a colpire, per doti tecniche, con la sua tuba.
Ma senza dubbio “Artic Mood” è stato il pezzo forte: progetto multimediale di grande suggestione che ha visto il compositore Rasmussen e il fotografo Werner Anderson cimentarsi in un viaggio dal filo narrativo appassionante – suoni e immagini di grande efficacia e potenza. Musicalmente il lavoro mette in campo idee semplici ma efficaci, molto “Nordic Sound”, grazie anche all’energia torrenziale del percussionista Gunnar Augland e all'intensità del pianista Jørn Øien.
Opera coesa e ben articolata che ha convinto – sonorità e scenari artici, natura, esplorazioni verso il polo... - che si vedrà in Sardegna, a “Musica sulle Bocche” - annuncia il direttore artistico Enzo Favata.
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