Alla Monnaie un Trittico con fumetto
La regia di Tobias Kratzer efficace soprattutto in Gianni Schicchi
Il giovane regista tedesco Tobias Kratzer ha allestito la sua versione del Trittico di Puccini ispirandosi ai fumetti, che in Belgio sono amatissimi, sia nel Tabarro che in Suor Angelica, utilizzandoli in maniera molto diversa, come modello per le scene e i costumi nel primo caso, per farne oggetto di desiderio e quindi peccato, con un finale a sorpresa, nel secondo. Per Gianni Schicchi invece Kratzer ha immaginato delle gradinate con il pubblico che assiste alla vicenda della famiglia come in un reality ed è l’atto più riuscito dell’operazione d’attualizzazione del Trittico con idee , quali il pandoro portato in dono dai parenti e la vasca di idromassaggio, che funzionano benissimo. In ogni atto c’è poi qualcosa di un altro: nel Tabarro si vede in tv il reality Gianni Schicchi; quella del Tabarro è la trama del fumetto che le suore leggono di nascosto; prima di morire Buoso Donati ascolta un disco di Suor Angelica. Dalla parte musicale, l’avere sul podio un maestro bravo quale Alain Altinoglu garantisce un ascolto sempre piacevolissimo e sotto la sua direzione l’orchestra riesce ben ad esprimere i tre differenti contesti emozionali degli atti unici. Il direttore stesso ha spiegato di avere tenuto a mente tre diverse “tinte”, come ispirazione: il rosso della passione nel Tabarro, il blu della musica celestiale, altamente lirica, di Suor Angelica (dove Altinoglu da il meglio di sé), infine, il giallo per l’imbroglio di Schicchi.
Per quanto riguarda le voci, sono tutte belle ma non sempre ottimamente adatte a tutti i ruoli assegnati. A causa di alcune positività che hanno fatto pure saltare la generale, alla premiére la parte di Giorgetta è stata interpretata, invece che dall’attesa Corinne Winters, dal soprano armeniano Lianna Haroutounian, già prevista come secondo cast, che ha fatto benissimo, con la sua voce tesa e potente, e poi sarà una straziante Suor Angelica, dagli acuti ben centrati e dall’interpretazione intensa. AMichele è stato interpretato dal basso-baritono ungherese Peter Kálmán, che sarà poi pure Gianni Schicchi, e che ha eccelso soprattutto in quest’ultimo ruolo buffo. Lo stesso può dirsi per il tenore britannico Adam Smith, dal bel timbro luminoso e intriso di dolcezza, più adatto al ruolo del fidanzato Rinuccio che all’amarezza dura dell’operaio Luigi. Ed anche il mezzosoprano americano Raehann Bryce-Davis non convince come zia principessa, qui vestita come una nuova ricca, voce potente e dotata di grande musicalità, in un ruolo che richiede più altera e matura durezza interpretativa. Brava invece pure il soprano italiano Benedetta Torre come deliziosa Lauretta che è stata infatti gratificata dall’applauso dopo la famosa aria “O mio babbino caro” e da segnalare la presenza di una Elena Zilio, come badessa e poi Zita, in quest’ultima parte scatenata, malgrado gli anni, vitalissima e dalla voce ancora ben ferma.
Tanti i ruoli e tanti gli interpreti, Roberto Covatta e Giovanni Furlanetto come il Tinca e il Talpa e, poi, Gherardo e Simone; Annunziata Vestri come la Frugola, Luca Dall’Amico come Betto, le diverse suore, impossibile citarli tutti, tutti bravi. Nel complesso uno spettacolo riuscito, anche se le scene e i costumi di Rainer Sellmaier sono purtroppo poco funzionali ai movimenti nel Tabarro, ma i grattacieli mutuati dai fumetti americani hanno sempre il loro fascino; anche se il fumetto gettato nel fuoco che manda in fiamme l’intero convento di Suor Angelica può suscitare perplessità, ma i video in bianco e nero di Manuel Braun girati in un convento belga sono, allo stesso tempo, poetici e duramente realistici sulla vita delle monache; soprattutto Gianni Schicchi è, infine, davvero centrato da tutti i punti di vista e divertentissimo.
Il Trittico sarà disponibile dal 26 marzo 2022 (ore 19.00) su Arte.
Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche
Al Teatro Sociale di Rovigo va in scena La voix humaine e a Padova l’OPV propone L’histoire de Babar
A Santa Cecilia, all’Opera e al Teatro Olimpico tre diverse edizioni del balletto di Čajkovskij