Al Cantiere torna Pollicino
La favola in musica di Henze riproposta dove è nata
Recensione
classica
Probabilmente oramai è il prodotto di Montepulciano più noto al mondo insieme al vino Nobile, il [i]Pollicino[/i], la favola in musica su libretto di Giuseppe Di Leva che Hans Werner Henze scrisse per il Cantiere Internazionale da lui fondato pochi anni prima, e che debuttò il 12 agosto 1980 al Teatro Poliziano. Qui l'abbiamo rivisto per questo Cantiere n° 41, dopo essere diventato in questi quasi quarant'anni un successo mondiale del teatro musicale per i bambini e fatto dai bambini. Montepulciano lo sente suo, a ragione, il piccolo capolavoro henziano, e sul palcoscenico troviamo anche i figli degli interpreti di allora, per non dire di Eleonora Contucci, orchessina nel 1980 e mamma di Pollicino in questo. Lo spettacolo firmato da Marina Bianchi (regia) e Leila Fteita (scene e costumi) ha il merito di gestire con poesia, naturalezza e grande esperienza la grazia spontanea e la simpatia dei piccoli cantori-attori in scena, e ci regala alcuni momenti molto belli, dall'invenzione semplice ed efficace della scena del bosco popolata di animaletti-piante, al totem minaccioso dell'orco.
L'orchestra dell'Istituto di musica intitolato a Henze, diretta da Alessio Tiezzi, rispetta la consegna henziana di un [i]Pollicino[/i] per tutti, con bambini, ragazzi e insegnanti, e al di là delle inevitabili approssimazioni l'esecuzione riesce comunque a restituire il fascino della strumentazione originale, che con gli strumenti classici affiancati allo strumentario Orff e ai flauti diritti realizza una sonorità realmente fiabesca, dalla patina antica e strana come si conviene a questa fiaba orrorifica. In scena è d'obbligo citare Pollicino (Andrea Ciacci), ma segnaliamo anche la simpatica orchessa (Annamaria Amorosa) e l'orchessina Clotilde (Sara Cipriani). Vivo successo.
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