Le iniziative dell’Archivio del Festival di Salisburgo

Nuova sede per l’Archivio del Festival di Salisburgo e molti progetti per rendere accessibili e valorizzare i materiali storici della rassegna inaugurata nel 1920 

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Villa Riedenburg sede dell'Archivio
Villa Riedenburg sede dell'Archivio

Grandi progetti per l’Archivio del Festival di Salisburgo dopo il trasferimento in una villa nel Quartier Riedenburg, restaurata e ricostruita secondo le necessità della sua nuova destinazione. La nuova sede è accessibile al pubblico e ospita una mostra permanente sui 100 anni di storia del festival visitata da quasi 1000 persone dall’apertura nello scorso febbraio. 

Fra le attività avviate nel 2024 c’è la digitalizzazione dei programmi di sala, dei manifesti e dei bozzetti dei costumi delle produzioni del festival dal 1920. Si tratta di circa 500 mila pagine stampate di pubblicazioni relative agli eventi, 400 manifesti e circa 3.000 disegni di costumi su carta. Inoltre, sono state create scansioni 3D dei costumi e dei relativi oggetti di scena di quattro produzioni del festival. La prima di queste è Der Rosenkavalier di Richard Strauss del 1960 al Großes Festspielhaus sotto la direzione di Herbert von Karajan, con la regia di Rudolf Hartmann, la prima dell’opera di Strauss al Festival di Salisburgo. Questi materiali dovrebbero essere disponibili online a fine 2025 o inizio 2026. 

Nell’anno in corso sono stati avviati due progetti artistici molto diversi tra loro, che saranno presentati alla fine del 2025 o nel 2026. Il primo, “Festspiel-Erinnerungsbüro” (Ufficio della memoria del Festival), curato dall'artista svizzero Mats Staub prevede la raccolta di interviste agli spettatori del festival sulla loro esperienza a Salisburgo che in seguito saranno trasformate in videoclip e file audio da rendere accessibili al pubblico attraverso una installazione permanente. Il secondo, sviluppa un progetto dell'artista berlinese Iz Paehr dal titolo “Feeling Backwards: An Archive of Touch” da realizzarsi entro la fine del 2025 nell'ambito di un programma di residenza. Il progetto si propone di rendere l'archivio del Festival di Salisburgo accessibile a tutti i sensi umani abbattendo barriere alle arti e puntando sull'inclusione. Il progetto, sostenuto dall’Archivio, sarà realizzato in collaborazione con Ars Electronica nell'ambito del programma di residenze S+T+ARTS Ec(h)o. 

Il 2024 ha visto l’Archivio del Festival di Salisburgo arricchirsi di tre importanti fondi. Il primo è quello di Gusti Adler, la più stretta collaboratrice del regista teatrale e cofondatore del Festival Max Reinhardt per 20 anni e in seguito sua biografa. Adler è stata anche amica d'infanzia di Helene Thimig, attrice, regista teatrale e moglie di Max Reinhardt. Il fondo comprende centinaia di lettere, cartoline, fotografie, rubriche e quaderni, contiene anche dipinti e oggetti personali come una vestaglia o una piccola valigia, regalo del fratello di Reinhardt, Edmund. Il secondo è quello di Ursula e Oscar Fritz Schuh, un influente direttore di scena del Festival dopo la Seconda Guerra Mondiale, fondando negli anni Settanta, insieme alla moglie Ursula, il Salzburger Straßentheater (Teatro di strada di Salisburgo), che ha diretto fino alla sua morte. Nel 1951, Oscar Fritz Schuh pubblicò la sua Salzburger Dramaturgie (Drammaturgia di Salisburgo), gettando le basi per la programmazione di successo del Festival di Salisburgo nel dopoguerra, ancora oggi riconoscibile nel programma. Fra i materiali, si trovano lettere, fotografie, acquerelli di scenografie e costumi e il bastone da passeggio di Oscar Fritz Schuh. Infine, il terzo fondo comprende una parte dei documenti di Heinz Adamec, rappresentante legale di Reinhardt e rappresentante degli interessi di Rheinhard quando questi dovette cedere il Deutsches Theater di Berlino ai nazionalsocialisti nel 1933 e quando affittò il Theater in der Josefstadt a Ernst Lothar nel 1935. 

Coronamento delle attività del 2024, è stato l’inserimento del libro di appunti di Max Reinhardt per le rappresentazioni dello Jedermann di Hugo von Hofmannsthal nel registro nazionale austriaco del patrimonio documentario, “Memoria dell'Austria”, parte del programma “Memoria del mondo” Fondato dall'UNESCO nel 1992 per sostenere gli sforzi mondiali per la preservazione di documenti, il mantenimento della conoscenza e l’accessibilità di informazioni. Il documento, conservato dall'Archivio del Festival, è considerato uno dei documenti centrali dell'identità del Festival di Salisburgo: documenta, fra l'altro, il fondamentale allestimento di Jedermann davanti alla Cattedrale di Salisburgo, una scelta che è continuata nel tempo come l’idea di rendere la stessa città di Salisburgo un palcoscenico. 

 

 

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