20 anni di Trovarobato!

Una compilation di inediti e un’intervista doverosa e divertentissima per il compleanno dell’etichetta bolognese

Mariposa
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Musica, Troppa Musica vol 2. Si chiama così (il primo volume risaliva al 2012) la compilation che esce per celebrare i 20 anni di Trovarobato e in cui molti degli artisti che hanno pubblicato per l’etichetta bolognese nel corso di questi due decenni di attività hanno donato brani inediti, outtakes e rarità.

Giusto citare i nomi coinvolti (con qualche “assenza” di rilievo) in ordine alfabetico, perché danno meglio di ogni definizione un’idea della vorace eterogeneità del mondo Trovarobato, dalla canzone sperimentale all’elettronica, passando per le sperimentazioni contemporanee meno etichettabili: Adriano Modica, Alek Hidell, C+C=Maxigross, Carlo Barbagallo, Dino Fumaretto, Eterea Postbong Band, honeybird & the birdies, IOSONOUNCANE, Julie's Haircut, K-Conjog, Kiwi 666, Mariposa, MusicaPerBambini, Paolo Tarsi + Fauve! Gegen a Rhino, Persian Pelican, Pipya, Sacrobosco, Simone Cavina, Tobjah, Trees of mint, Vieri Cervelli Montel, Zona MC.

Un compleanno del genere è anche l’occasione per una chiacchierata con quell’entità collettiva che tutto muove, diremmo anche molto bene!

Trovarobato compie 20 anni: nelle comunicazioni ufficiali vi definite dei superstiti, ma vogliamo provare a ricordare, brevemente, quale era lo scenario in cui ci si muoveva nel 2004 e quali sono state le urgenze, le casualità e le follie che vi hanno portato allora a un'idea di etichetta?

«Era da poco passato il 2001 che, oltre a essere l’anno della famosa Odissea nello spazio, è stato veramente uno spartiacque in cui eventi come il G8 di Genova e l’attentato alle Torri Gemelle hanno cambiato per sempre il corso della storia».

«Ci si perdoni questa nota superficialmente storiografica (non è il nostro mestiere), ma la nostra impressione — soprattutto emotiva — è che in quegli anni esistessero ancora alcuni steccati tra il mondo alternativo e quello mainstream: mondi che si incrociavano appena, come pianeti lontani per lo più sospettosi l’uno dell’altro. La caduta di certi ideali, spesso letteralmente presi a bastonate, ha dato avvio a un processo di riflusso che, a nostro giudizio, è stato ben più profondo di quello classico degli anni Ottanta, un processo che forse ha raggiunto il suo apice proprio oggi. Ad ogni modo, in quel periodo il mondo indipendente era ancora attivo: festival, locali, etichette, giornali e radio indipendenti erano fieri di esserlo, pronti a chiudere la porta a chi non sembrava condividere gli stessi valori, a torto o a ragione».

«Nei primi Duemila il mondo indipendente era ancora attivo: festival, locali, etichette, giornali e radio indipendenti erano fieri di esserlo, pronti a chiudere la porta a chi non sembrava condividere gli stessi valori, a torto o a ragione».

Does humor belong in music? si chiedeva Frank Zappa. Mariposa e tutta Trovarobato sembrano annuire convinti come quei pupazzetti appesi allo specchietto retrovisore, ma nell'era dei meme ne sono sempre convinti?

«Uno dei primi numeri del nostro catalogo è un disco, manco a dirlo, dei Mariposa. Si intitola Pròffiti Now! Prima Conferenza Sulla Musica Componibile. Per farla breve “Musica Componibile” era il genere che autodefiniva la musica dei Mariposa. Perennemente in cerca di autore, i Mariposa andarono in giro a collezionare interviste a personaggi del mondo musicale per oltre un anno, registrandole su minidisk per poi rimontarle in un enorme cut up che scorre lungo tutto il disco in una serie di brani chiamati “Conferenza”».

«Le interviste,  prima di deragliare liberamente, partivano tutte da alcune domande fisse: una di queste era “cosa ne pensi dell’umorismo in musica?” che già allora  sembrava un problema musicologico di non secondaria importanza. Anche perché – probabilmente – la musica è l’unico altro linguaggio capace di far ridere in maniera assoluta, quasi slegata dal contesto e dal significato».

«Le risposte furono molte, tra le quali ricordiamo quella di Dario dei One Dimensional Man che ci disse che “l’ironia è un sacco di sabbia per arginare” oppure l’ipse dixit del bravissimo Cesare Basile che dichiarò che “il non-sense è un’invenzione troppo borghese”».

«Sulla memizzazione dell’umorismo non abbiamo nulla in contrario. Un buon meme è un buon meme. Come al solito il problema è la soglia dell’attenzione, che se si limita allo spazio-tempo di un meme, rischia di essere limitante»

 Per celebrare questi 20 anni esce ora una raccolta di inediti che ci permette anche di ricordare alcuni dei progetti cardine di questi 2 decenni, dai "classici" Mariposa al "recente" Kiwi666. Da dove viene questa curiosità per un catalogo così eclettico e come siete riusciti a mantenere una coerenza e identità forte?

«Innanzitutto grazie, non tutti gli sforzi sono profusi invano e in qualche maniera ce lo stai dicendo tu (che abbiamo un’identità forte). Chiaramente l’identità di Trovarobato non è un dato sonoro. Coerenza e identità per noi sono più un’attitudine, un atteggiamento, un punto di vista. Abbastanza forte da essere riconoscibile in un catalogo che tiene insieme MUSICAPERBAMBINI (uno dei più grandi cantautori italiani, questo lo rivendichiamo) con il post punk dei bravissimi Blue Willa, per citare due nomi tra i tanti».

«Poi ci sono alcune scelte prese preterintezionalmente ma quasi sempre seguite: ad esempio pochissime concessioni in fin dei conti alla Retromania vera e propria, e moltissimi album d’esordio se scorri il nostro catalogo. Inoltre ci è propria una certa indulgenza alle stranezze, che un giornalista – stimabilissimo e amico – definì la nostra passione per  l’ “o famo strano”. Non è solo questione di “o famo strano” ma di voler essere sorpresi da ciò che pubblichi. È quasi sempre lo siamo stati».

«Un altro fattore di identità che per noi è stato sempre molto naturale è aver cercato di riunire sotto un unico tetto musica indie e musica sperimentale (per esempio la collana Parade dedicata alla musica “sperimentale” (concedete la semplificazione), che in qualche maniera precorre il progetto 19’40’’ di Enrico Gabrielli e Sebastiano De Gennaro) nella convinzione che lo steccato da abbattere non è forse quello tra mainstream e alternativo ma quello tra pop e sperimentazione (non che nella storia della musica non sia mai successo, anzi, ma abbiamo cercato di dare il nostro contributo nel corso di questi 5 lustri)».

«Se dovessimo però riassumere in un unico concetto ti direi che gli artisti di Trovarobato tendono a “creare mondi” il che risulta non sempre facile per un pubblico abituato sempre più a fruire la musica e le canzoni come un enorme specchio di se stessi».

 Non per trascinarvi dentro plaghe seriose che immagino rifuggiate come la peste, ma mi piacerebbe che poteste condividere con chi ci legge anche qualche dato/riflessione su come è cambiato il sistema in questi 20 anni. Tipo quante copie stampavate/stampate, i formati, la distribuzione, etc. Un racconto di prima mano, onesto e aperto…

«Le tirature di cd sono sempre state intorno alle 1000, qualche titolo è stato ristampato, per molti titoli la tiratura è bastata ma è andata esaurita. Di un tot di titoli (non faremo nomi) ne abbiamo ancora abbastanza copie per ripiastrellare un bagnetto e ci seguono di trasloco in trasloco come monito per il futuro. Nonostante ciò abbiamo compiuto vent’anni e quindi una certa caparbietà o ostinazione ci va nobilmente riconosciuta. Un titolo è invece un long-seller che in pochi possono vantare e un altro lo sta per diventare».

«Il cd, o come abbiamo sempre amato dire, il supporto optomagnetico è stato il gran protagonista dei nostri DRM fino alla Rinascita del Vinile, momento dal quale o abbiamo stampato entrambi formati o addirittura privilegiato unicamente il formato 12’’. Con il digitale abbiamo flirtato in tempi non sospetti pubblicando in free-download l’EP Suzuki Bazuki (da alcuni definito il Kid-A dei Mariposa) in collaborazione con il sito Musicboom.it (webzine che credo si sia estinta). Inoltre sbarcammo in distribuzione digitale intorno al 2011/2012, quindi anche in questo caso fummo precursori».

«Creammo poi, sul modello del freedownload, una sezione “Netlabel” alla quale riservammo tutto ciò che era difficile stampare per i motivi più vari: dischi bellissimi di Zona MC (l’unico e solo rapper del nostro catalogo, ascoltatelo e capirete perché) e la bellissima sotto collana “Paranormal Discography” dischi di gruppi sciolti prima che potessero pubblicare, normalmente per vicende inquadrabili come “scazzi nel gruppo”. Chicche come Mano ai Pulsanti degli Adharma o Un uomo che si pensava quell’altro degli Addamanera».

«Siamo arrivati spesso primi, ma troppo spesso in anticipo sugli altri convitati».

La distribuzione fisica è stata sempre legata ad Audioglobe fino a questo momento, tranne alcune licenze per gli ultimi album di IOSONOUNCANE. Con i social network, grazie agli indimenticabili Andrea Pelodia Lodi e Robin Luis Fernandez, abbiamo avuto un rapporto da veri pionieri, aprendo forse uno dei primi account twitter o youtube per una indie del nostro giro. Siamo arrivati spesso primi, ma troppo spesso in anticipo sugli altri convitati».

 

Anche senza voler fare "classifiche", indubbiamente Iosonouncane e, più recentemente Daniela Pes (assente dalla raccolta, tra l'altro) rappresentano i due artisti di maggior "successo" dell'etichetta: è una cosa che vi aspettavate, che avete in qualche modo "costruito" o ne siete rimasti anche voi sorpresi? Come si gestisce in modo indolore il passaggio a una visibilità di altro calibro?

«Il successo di Jacopo, solidissimo e meritatissimo, è stato costruito relativamente lentamente. Questo ci/gli ha permesso di gestire in maniera ottima tutte le implicazioni di una tale visibilità. L’esordio La Macarena su Roma è stato un buon successo, ma non il disco dell’anno. DIE invece è uscito a marzo, ma a fine anno era più popolare di quando era uscito e ancora un paio d’anni dopo continuava a crescere».

«Una parabola simile per Spira di Daniela Pes, che pure si è guadagnata uno spotlight più repentino, come si conviene a questi tempi. Siamo rimasti sorpresi, un poco. Anche se continuiamo più a rimanere sorpresi come alcuni titoli del nostro catalogo che riteniamo altrettanto strabordanti si siano guadagnati un’attenzione più limitata. Insomma si ricostruisce facilmente il perché qualcosa è piaciuto. Più difficile capire perché qualcosa invece non “buca” l’immaginario. Eppure come esercizio, per tutti, potrebbe essere molto interessante».

A volte chi non è "del mestiere" non si rende conto del lavoro che c'è dietro un'etichetta: due domande a bruciapelo? A naso quante email di richiesta di pubblicazione di dischi ricevete all'anno e qual è l'aspetto che ancora oggi vi sembra più assurdo di questo lavoro?

«Riceviamo proposte ogni settimana, ma quasi nessun artista è stato intercettato tramite questo canale. Molti ci chiedono quanto costi pubblicare con noi e questo è segno che c’è chi si fa pagare per pubblicare. Noi invece abbiamo investito sempre qualcosa in ogni pubblicazione».

3 nomi che "mannaggia in questi 20 anni avremmo tanto voluto averli intercettati e pubblicati noi!"

«Post Nebbia, Marina Herlop, Abstract Concrete, ma per rimanere soltanto in Italia nel corso delle due decadi abbiamo apprezzato molto artisti come Marco Parente, The Zen Circus, Populous, Flavio Giurato, C'mon Tigre, Andrea Lazlo De Simone, Amari… e moltissimi altri».

Come entriamo dunque nei secondi 20 anni di Trovarobato?

«Te lo raccontiamo come un sogno:

Entriamo dalla porta sul retro, che però è anche l’ingresso degli artisti di un Teatro.

Ci perdiamo nei mille corridoi e tra i montacarichi sotto il palco, chiediamo aiuto per trovare la strada verso le quinte, entriamo nei camerini e rubiamo dal catering degli artisti. Continuiamo a vagare per le segrete di questo teatro (che è il mondo) ma alla fine incontriamo il nostro amico Trovarobe per un brindisi di buon augurio. Ci vediamo tra altri vent’anni!» 

 Tre cose che nessuno vi chiederà mai, ma che incredibilmente potete dire qui!

E noi, per vedere se poteva reggere, l’abbiamo chiesto a chatgpt.

"Abbiamo un’intera collezione di tappi a corona inutilizzati" - Chissà, magari un giorno torneranno utili per creare qualche strano strumento musicale o per coprire un buco nel muro!

"Abbiamo un solo vinile della Trovarobato che vale più di 1000 euro" - Ma, ovviamente, non vi diremo quale. Magari è quello che avete già in collezione, o forse no!

"Ogni singolo giorno qualcuno ci chiede se i Dischi di Plastica sono fatti di plastica" - La risposta è sì, ma è anche no, dipende. La risposta giusta potrebbe sorprendervi, o forse no.

Con ironia e un pizzico di mistero, Trovarobato sa sempre come strappare un sorriso!

Ecco, anticamente avremmo detto che “Trovarobato fa più cose di un limone spremuto”, ma il concetto è sempre lo stesso!»

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