Una “battaglia” vinta a Parma

Applausi al Festival Verdi per La battaglia di Legnano diretta da Diego Ceretta con la regia di Valentina Carrasco

La battaglia di Legnano - Festival Verdi 2024 (foto Roberto Ricci)
La battaglia di Legnano - Festival Verdi 2024 (foto Roberto Ricci)
Recensione
classica
Parma, Teatro Regio
Festival Verdi - La battaglia di Legnano
29 Settembre 2024 - 20 Ottobre 2024

Buona riuscita di questo nuovo allestimento de La battaglia di Legnano, terzo titolo operistico proposto dal cartellone del XXIV Festival Verdi di Parma, coprodotto con il Teatro Comunale di Bologna.

Sul palcoscenico del Teatro Regio questo lavoro – realizzato su libretto di Cammarano sul finire degli “anni di galera” da un giovane Verdi intento a combinare elementi patriottici con un intreccio tra dramma passionale e politico – ha cercato di mantenere una sorta di equilibrio tra la riconferma di simbolo di quel clima risorgimentale nel quale è stato accolto a Roma nel 1849 da un successo straordinario, e il tratteggio psicologico dei tre protagonisti di un triangolo nel quale si combinano amore, amicizia e onore.

La battaglia di Legnano - Festival Verdi 2024 (foto Roberto Ricci)
La battaglia di Legnano - Festival Verdi 2024 (foto Roberto Ricci)

L’evocazione delle gesta eroiche della Lega Lombarda durante il conflitto tra i Comuni della Lega e l’imperatore Federico I Barbarossa, culminato nella storica battaglia del 29 maggio 1176, è divenuta qui sfondo per uno scavo espressivo che ha portato in primo piano il dato musicale, a partire dalla sinfonia di apertura, dove il ventisettenne Diego Ceretta ha dato prova di una finezza interpretativa capace di portare in superficie alcune sottigliezze strumentali che l’orchestra del Teatro Comunale di Bologna ha saputo assecondare con efficace rispondenza. Un carattere che il giovane direttore ha mantenuto quale ideale filo conduttore nel corso di tutti e quattro gli atti nei quali si articola quest’opera, tratteggiati con una continuità e una coerenza di lettura che ha segnato la cifra più significativa di una interpretazione la cui accuratezza si è riverberata anche nella gestione delle voci che abitavano il palcoscenico.

La battaglia di Legnano - Festival Verdi 2024 (foto Roberto Ricci)
La battaglia di Legnano - Festival Verdi 2024 (foto Roberto Ricci)

Qui, oltre al Coro del Teatro Comunale di Bologna ben preparato da Gea Garatti Ansini, abbiamo trovato Marina Rebeka che ha proposto una Lida di sicuro carattere, vocalmente autorevole e scenicamente ben messa a fuoco, affiancata da un Arrigo al quale Antonio Poli ha offerto un’interpretazione nel complesso convincente. Al fianco di Rebeka e di Poli, che debuttavano nei rispettivi ruoli, abbiamo trovato l’adeguato Federico Barbarossa Riccardo Fassi, il Rolando di un sempre autorevole Vladimir Stoyanov, oltre ad Alessio Verna (Marcovaldo) e agli allievi o ex allievi dell'Accademia Verdiana Emil Abdullaiev (Primo Console di Milano), Bo Yang (Secondo Console), Arlene Miatto Albeldas (Imelda) e Anzor Pilia (uno Scudiero di Arrigo / un Araldo).

La lettura registica di Valentina Carrasco – tornata al festival di Parma dopo l’interessante Simon Boccanegra di due anni fa – ha superato l’evento storico del 1176 attraverso un’ambientazione il cui segno a-temporale oscilla – per costumi, ambientazioni e maschere antigas – tra la seconda metà dell’Ottocento e la Prima Guerra Mondiale, spostando il focus della sua decodifica scenica sul concetto di battaglia – e di battaglia equestre, in particolare – e sulle sue conseguenze.

La battaglia di Legnano - Festival Verdi 2024 (foto Roberto Ricci)
La battaglia di Legnano - Festival Verdi 2024 (foto Roberto Ricci)

Coadiuvata dalle scenografie di Margherita Palli, dai costumi di Silvia Aymonino e dalle belle luci di Marco Filibeck, la regista ha offerto quindi una lettura coerente con la vicenda rappresentata – i “Cavalieri della morte” – ispirandosi all'iconografia delle battaglie equestri che, per millenni, hanno caratterizzato i conflitti in varie parti del mondo. La simbiosi tra uomo e cavallo, con gli animali schierati in diverse combinazioni nel corso della messa in scena, fino a vederli riversi, feriti e decapitati – fin troppo banale, anche se forse involontario, il rimando tra il minaccioso Barbarossa con la testa di cavallo in mano e l’offerta che non si può rifiutare de Il Padrino di Coppola – si è rivelata una chiave di lettura funzionale ma non pienamente sviluppata, segnata da un lato dagli efficaci giochi di luci ed ombre e dall’altro da una staticità di fondo che ha segnato l’intera messa in scena.

La battaglia di Legnano - Festival Verdi 2024 (foto Roberto Ricci)
La battaglia di Legnano - Festival Verdi 2024 (foto Roberto Ricci)

Al termine della “prima” gli applausi del pubblico presente hanno salutato tutti gli artisti impegnati, tra lo sventolare del tricolore da parte di Carrasco & company e un isolato dissenso piovuto dall’alto – e del tutto incomprensibilmente – all’indirizzo del direttore.

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