Buon compleanno, Spontini!
La Vestale e la prima assoluta de I quadri parlanti al Teatro Pergolesi di Jesi
La Cinquantasettesima Stagione Lirica di Tradizione del Teatro Pergolesi di Jesi (18 ottobre – 22 dicembre 2024) celebra l’opera e la memoria di Gaspare Spontini, nell’anno in cui si celebra il 250enario della nascita del grande musicista marchigiano che, partendo da Maiolati Spontini (AN), divenne compositore di imperatori e re, a Parigi con Napoleone e a Berlino con Federico Guglielmo III di Prussia.
Nell’ambito del cartellone lirico autunnale del Teatro Pergolesi, curato dalla Fondazione Pergolesi Spontini con la direzione artistica di Cristian Carrara, due dei quattro titoli d’opera sono spontiniani: il capolavoro La Vestale (1807), e la prima esecuzione in epoca moderna dell’opera I Quadri Parlanti (1800), uno dei quattro manoscritti autografi ritrovati nel 2016 nella Biblioteca del Castello d’Ursel in Hingene (Belgio). Completano la stagione una nuova produzione de Il Turco in Italia di Gioachino Rossini, e La traviata di Giuseppe Verdi.
Ogni opera è affiancata da performance teatrali (ritornano gli insoliti inviti a cena di Operadinner), guide all’opera con il Direttore artistico, ouverture open air, percorsi didattici e di ascolto dedicati agli studenti e percorsi inclusivi e di opera accessibile dedicati agli spettatori con disabilità uditiva e visiva nelle recite domenicali dei due titoli spontiniani.
La stagione si apre venerdì 18 ottobre (replica 20 ottobre) sotto il segno di Gaspare Spontini e del suo capolavoro, la tragédie-lyrique in tre atti La Vestale su libretto in lingua francese di Victor-Joseph-Étienne de Jouy, con revisione sull’autografo della Scuola di Filologia dell’Accademia di Osimo a cura di Federico Agostinelli e Gabriele Gravagna per Edizioni Ricordi, Milano, in collaborazione con Centro Studi Spontini di Maiolati.
Andata in scena per la prima volta, e con grande successo, all’Académie impériale de Musique di Parigi il 15 dicembre 1807, di La Vestale è rimasta memorabile la ripresa alla Scala del 1954 con la prima regia lirica di Luchino Visconti, la direzione di Antonino Votto e Maria Callas come protagonista.
L’opera di non frequente esecuzione, assente dal Teatro Pergolesi da quasi 40 anni (è stata rappresentata a Jesi solo nel 1875, nel 1974 e nel 1986), va in scena in una nuova produzione che unisce Fondazione Pergolesi Spontini (capofila), Fondazione Teatri di Piacenza, Fondazione Teatro Verdi di Pisa e Fondazione Ravenna Manifestazioni.
La direzione musicale è affidata ad Alessandro Benigni, che nel 2008 ha diretto un concerto a Parigi con la Spontini Wind Orchestra a conclusione delle celebrazioni del duecentesimo anniversario della rappresentazione nella capitale francese de “La Vestale”. Regia, scene e costumi sono affidati a Gianluca Falaschi, vincitore del Premio Abbiati, attivo nella prosa e nell’opera sui palcoscenici più prestigiosi, oltre che nel balletto e nel cinema. Le coreografie sono del coreografo di origini jesine Luca Silvestrini, direttore artistico e fondatore di Protein Dance di Londra, una delle voci più distintive del teatro danza britannico. Light designer è Emanuele Agliati.
Suona l’Orchestra La Corelli, il Coro è quello del Teatro Municipale di Piacenza, in scena un cast in cui spiccano Carmela Remigio nel ruolo del titolo e il baritono Bruno Taddia che canta Licinius, con Joseph Dahdah nel ruolo di Cinna, Daniela Pini quale Grande Vestale, Adriano Gramigni interprete del Gran Pontefice, e Kilo Patrick Sullivan nella doppia veste di capo degli Aruspici e di console.
Si prosegue venerdì 8 novembre (replica 10 novembre) con Il Turco in Italia, eseguito nell’edizione critica a cura di Margaret Bent per Edizioni Ricordi, presentato in una nuova produzione realizzata dal Teatro Sociale di Rovigo in coproduzione con Fondazione Pergolesi Spontini, Fondazione Teatro Verdi di Pisa, Fondazione Teatro Coccia di Novara, Teatro Amintore Galli di Rimini, Teatro Dante Alighieri di Ravenna.
Hossein Pishkar è maestro concertatore e direttore d’orchestra sul podio dell’Orchestra Giovanile “L. Cherubini” e del Coro Lirico Veneto, mentre la regia è di Roberto Catalano.
Selim è interpretato da Maharram Huseynov, Donna Fiorilla è Elena Galitskaia, Don Geronio è Giulio Mastrototaro, Don Narciso è Francisco Brito, Prosdocimo è interpretato Bruno Taddia (08/11) e da Daniele Terenzi (10/11), Zaida è Francesca Cucuzza, Albazar è Antonio Garés.
Venerdì 29 novembre (replica domenica 1 dicembre) va in scena la prima esecuzione assoluta in tempi moderni de I Quadri Parlantidi Gaspare Spontini, dramma giocoso in due atti su libretto di Gaetano Bongiardino, la cui prima rappresentazione fu nel 1800 al Teatro di Santa Cecilia a Palermo. Dopo oltre due secoli, l’opera torna in scena nella revisione critica a cura di Federico Agostinelli per le Edizioni Fondazione Pergolesi Spontini con il contributo del Centro Studi per la Musica Fiamminga di Anversa.
I quadri parlanti è uno dei quattro manoscritti autografi di Gaspare Spontini ritrovati nel giugno 2016 nella Biblioteca del Castello d’Ursel in Hingene (Belgio), relativi a partiture ritenute scomparse. Furono ritrovati, in quell’occasione, tre opere e una cantata: il melodramma buffo I quadri parlanti del 1800, il dramma giocoso Il Geloso e l’audace del 1801 (Palermo), la farsa giocosa Le metamorfosi di Pasquale del 1802 (Roma) e la cantata L’eccelsa gara del 1806 (Parigi). All’eccezionale ritrovamento ha fatto seguito l’accordo (pluriennale dal 2016 al 2020) tra il Centro Studi per la Musica Fiamminga e della Provincia di Anversa e la Fondazione Pergolesi Spontini, per la revisione critica e la valorizzazione dei manoscritti.
L’opera, in due atti, risulta essere completa. Appartiene a quell’insieme di opere giovanili che l’autore ha scritto seguendo lo stile napoletano su cui si era formato e che aveva fatto grande la scuola dell’opera italiana in tutta Europa. Sono opere che dimostrano già la maestria nella scrittura del giovane Spontini e che, seppur non abbiano in sé i tratti dell’innovazione linguistica che Spontini porterà nel suo periodo francese, hanno un altissimo valore storico/estetico.
Direttore della nuova produzione è Giulio Prandi sul podio del Time Machine Ensemble, la regia è di Gianni Marras, scene e costumi sono firmate vincitori della IV edizione del Concorso dedicato a Josef Svoboda “Progettazione di Allestimento scene e costumi di Teatro Musicale” riservato a iscritti al Biennio di Specializzazione in Scenografia delle Accademie di Belle Arti di Macerata, Bologna, Venezia, Carrara, Bari e Brera. Cantano Martina Tragni (Chiarella), Davide Chiodo (Menicuccio), Alfonso Michele Ciulla (Don Bertoldo), Giuseppe Di Giacinto (Capitan Belfiore), Lucrezia Ianieri (Rosina), Giada Borrelli (Bettina), Francesco Tuppo (Abbate/Falloppa).
Chiude la stagione lirica La traviata nello storico allestimento “degli specchi”, frutto del genio inventivo dello scenografo Josef Svoboda (nella ricostruzione scenografica di Benito Leonori) realizzato dall’Associazione Arena Sferisterio Macerata e dalla Fondazione Pergolesi Spontini, con la riproduzione delle scene in scala ridotta a cura della Fondazione Pergolesi Spontini. Coproduzione con Fondazione Teatro Verdi di Pisa.
In scena venerdì 20 dicembre con replica il 22 dicembre, l’opera verdiana sarà diretta da Nir Kabaretti sul podio dell’Orchestra Filarmonica Marchigiana e il Coro Archè di Pisa; regia e luci sono di Henning Brockhaus. Nella compagnia di canto, Violetta Valery è Ruth Iniesta, Alfredo Germont è Paolo Lardizzone, Giorgio Germont è Simone Piazzola, Flora Bervoix è Elena Belfiore, Gastone è Francesco Napoleoni.
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