Fiori di una primavera della musica
Esaltante successo per il Medioevo musicale evocato dall’ensemble Tasto Solo per il festival fiorentino Flo.Re.Mus.
Il concerto d’apertura dell’edizione 2024 del festival Flo.Re.Mus del 5 settembre aveva offerto, grazie all’ensemble organizzatore, l’Homme Armé di Fabio Lombardo, il ritratto sonoro di una pienezza realizzata, quella del linguaggio polifonico nella sua prima maturità, in un programma imperniato in particolare su Josquin Desprez. Ma il secondo appuntamento, intitolato suggestivamente “La Flor en Paradis”, il 10, nella Biblioteca di Michelozzo nel complesso di San Marco, proponeva, rispetto al tema rinascimentale del festival, un passo all’indietro, che era un po’ un ritorno alle origini, nel Medioevo musicale più magnifico, primavera della polifonia, primavera del piacere della musica da cantare e danzare, così come lo conosciamo attraverso codici di straordinaria rilevanza per questo repertorio, ossia il Montpellier H196, il codice di Las Huelgas, l’Orfeo Català I, il mitico e pressoché inaccessibile Pluteo 29.1 della Biblioteca Mediceo-Laureanziana di Firenze che è una delle grandi fonti dell’Ars Antiqua, il British LibraryAdd. 29987, il Manuscript du Roi della Bibliothèque Nationale de France.
Rielaborazioni dell’Ordinarium missae, danze, mottetti, sequenze in un affascinante affresco realizzato con virtuosistica perizia e grande persuasività dall’ensemble Tasto Solo, ossia Anne-Kathryn Olsen soprano, Pau Marcos, viella, Guillermo Perez organetto portativo e direzione. Come tutti gli ensembles specialisti del Medioevo (e qui siamo davvero, a parere di chi scrive, al top di gamma), Tasto Solo si è assunto il compito di rendere sonoro, fluido e bello un materiale che i manoscritti riportano in linee generalmente asciutte, mediante scelte esecutive che mischino in modo attraente e arricchiscano quelle invenzioni, con preludi, postludi, armonizzazione, intavolature strumentali di parti vocali e altro. Il tutto all’insegna di una generale interscambiabilità di sacro e profano, in cui dialogano e/o si sovrappongono il canto gregoriano e la poesia d’amore, il latino e le lingue volgari, la melodia originale e le sue rielaborazioni. Trattandosi di testi musicali ascrivibili alla fine del XIII e inizi del XIV secolo, siamo in presenza di una sorta di svolta: per semplificare, dall’Ars Antiqua all’Ars Nova. E allora, giusto per fare un esempio (ma considerazioni analoghe si potrebbero fare per molti dei pezzi dal codice di Las Helgas), lo splendido Benedicamus Domino del codice fiorentino (ma redatto sul repertorio parigino di Notre Dame) ci mostra il piacere appena scoperto della polifonia, se vogliamo la vertigine della polifonia, organizzata dal contrappunto in linee che, anziché organizzarsi organicamente intorno all’asse dell’amplesso accordale, come in Josquin & C., giocano liberamente in girotondi concentrici di linee indipendenti, con l’ammaliante contrasto fra l’ardita acuminatezza della parte superiore e il più lento e armonico procedere delle altre, che è un poco la cifra stilistica dell’Ars Antiqua. E c’è da dire che in questo come in altri pezzi questa forma del tutto peculiare di virtuosismo vocale, completamente diversa da quelle più note (barocco, belcantismo), ha trovato una reinvenzione veramente originale nella voce di Anne-Kathryn Olsen.
Poi con l’instaurarsi di nuovi linguaggi, in particolare quello del mottetto, subentrano molte novità, e comunque nella musica sopravvive, nei testi e nelle invenzioni musicali, il sentimento trobadorico primaverile della gioia di vivere, amare, danzare, espresso al meglio in questo programma da pezzi abbastanza noti ai cultori, come la danza Chominciamento di gioia, ma abbiamo da segnalare un pezzo straordinario come Quand repaire la verdor dal codice di Montpellier, che nell’impaginatura di programma proposta da Tasto Solo faceva parte della selezione dei mottetti, ma che ha peraltro molti dei freschi caratteri della ballata. Successo rilevantissimo, per i pezzi in sé e per il virtuosismo libero, sciolto e vivace dei tre di Tasto Solo.
Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche
A Colonia l’Orlando di Händel tratta dall’Ariosto e l’Orlando di Virginia Woolf si fondono nel singolare allestimento firmato da Rafael Villalobos con Xavier Sabata protagonista
Jonas di Carissimi e Vanitas di cinque compositori contemporanei hanno chiuso le celebrazioni per i trecentocinquanta anni dalla morte del grande maestro del Seicento