Il Festival di musica antica di Anversa illumina le fonti della polifonia
La nuova edizione di Laus Polyphoniae
La nuova edizione di Laus Polyphoniae rappresenta in un certo senso una sorta di ricapitolazione della sua stessa storia, perché attraverso i suoi numerosi concerti intende compiere una riflessione sulla genesi e sulla natura della polifonia che nasce dalla base di una linea melodica sulla quale si organizza la costruzione contrappuntistica.
È questo il principio che ispirato il programma intitolato Vox \ Voces, che si chiarisce attraverso i due termini graficamente sottostanti, monophonic \ polyphonic perché indissolubilmente legate tra loro soprattutto, ma non soltanto, nel campo della musica sacra attraverso l’onnipresenza del canto gregoriano che ha alimentato per secoli la creazione musicale.
Dal 23 agosto al 1 settembre nelle quattro diverse chiese di San Paolo, San Carlo Borromeo, San Giorgio e quella sconsacrata di Sant’Agostino divenuta l’auditorium di AMUZ, l’istituzione che organizza il festival diretto da Bart Demuyt, si svolgeranno oltre venti concerti. Tra questi ci sono anche quelli dei sei gruppi selezionati per partecipare alla giornata della International Young Artist’s Presentation, la vetrina dei talenti emergenti che vengono guidati per tre giorni da due esperti coaches per mettere a punto la propria performance. Questi programmi brevi pur non essendo legati al tema generale della manifestazione, rappresentano la totale adesione al principio della prassi esecutiva storicamente informata che orienta tutta l’attività di Laus Polyphoniae che è frutto di studi e ricerche che alimentano la produzione di concerti che consentono di scoprire nuove pagine musicali e autori dimenticati o poco conosciuti.
L’inaugurazione è affidata all’ensemble vocale Stile Antico che eseguirà la Missa Ave Virgo sanctissima di Géry de Ghersem, il compositore franco-fiammingo vissuto a cavallo tra il XVI e il XVII secolo che fu al servizio della corte spagnola, una composizione a sette parti basata sul mottetto omonimo di Francisco Guerrero.
Seguiranno altre importanti messe in questa interessante edizione, come la nota Missa Papae Marcelli di Palestrina eseguita da Vox Luminis; l’enigmatica Missa Ippolito di Willaert intonata da Dionysos Now! nel cui tenor si ripete una melodia di tredici note ricavate dalle vocali della dedica ‘Primus Ippolitus Cardinalis Estensis’; la Missa Paschalis ‘ad organum’ di Isaac presentata da Cappella Pratensis; la Missa Quodlibetica di Jacobus Vaet basata su un patchwork di melodie di origine sacra e profana proposta da Utopia Ensemble; la Missa Quatuor vocum pro defunctis di Blasius Ammon, compositore austriaco della seconda metà del XVI secolo morto prematuramente attorno ai trenta anni di età presentata da Huelgas Ensemble; e dulcis in fundo la Missa Scaramella di Obrecht a quattro voci affidata al Binchois Consort per la quale Fabrice Fitch ha ricostruito le due parti mancanti.
Ma la musica sacra non è limitata solo alle messe perché ci sono anche i canti devozionali come quelli intonati tra le mura conventuali e in particolare femminili che saranno proposti dall’Ensemble Peregrina e dal gruppo vocale Gemma, o quelli legati al culto di San Giacomo di Compostela presentati da Per-Sonat; e i motteti di Juan Guerrero e de Victoria eseguiti da Cantoría, e di Christophoro Martino e Girolamo Lambardi proposti da Huelgas Ensemble.
Ma questa è solo una parte del programma che comprende anche concerti dedicati alla musica profana, come per esempio la produzione arsnovistica del XIV secolo eseguita da Sollazzo Ensemble, o alla compresenza di composizioni sacre e secolari nei programmi di Cut Circle con musiche di Josquin, e di Comet Musicke che dedica il proprio concerto a Diego Ortiz.
L’intero programma del Festival, che comprende ulteriori concerti e anche conferenze, attività per l’infanzia e la tradizionale Summer school che termina con una performance degli allievi che intonano composizioni leggendo le notazioni antiche originali, si trova sul sito di AMUZ che con questa manifestazione di altissima qualità esprime l’eccellenza nel campo della musica antica.
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