Su Arte Concert l’operetta viennese secondo Kosky
La piattaforma propone il recente allestimento de Il pipistrello di Johann Strauss figlio firmato per l’Opera di Stato Bavarese dal regista australiano e diretto da Vladimir Jurowski
È un vero e proprio viaggio (quasi) a ritroso quello di Barrie Kosky nel mondo dell’operetta. Dopo l’operetta jazz berlinese dei suoi fortunatissimi anni alla guida della Komische Oper, il regista australiano è risalito alle origini francesi del genere allestendo al Festival di Salisburgo Orphée aux Enfers, il titolo forse più emblematico della ricchissima produzione di Jacques Offenbach. Mancava ancora all’appello l’età dell’oro, ossia la grande operetta viennese. E proprio con l’“operetta di tutte le operette”, cioè Il pipistrello di Johann Strauss figlio, il regista australiano ha affrontato per la prima volta quella stagione, sulla quale tornerà presto con un altro titolo iconico come La vedova allegra in cartellone all’Opera di Zurigo in febbraio.
Lo spettacolo recentemente allestito da Barrie Kosky per l’Opera di Stato Bavarese di Monaco di Baviera, con le coreografie di Otto Pichler, le scene di Rebekka Ringst e i costumi di Klaus Bruhns, è da qualche giorno visibile sulla piattaforma di Arte Concert anche con sottotitoli in italiano.
Nel suo nuovo allestimento, il regista mette in rilievo gli aspetti più morbosi dell’operetta e la vendetta del pipistrello diventa un incubo per il protagonista Gabriel von Eisenstein. “Si tratta di una commedia in cui il pubblico dovrebbe ridere allegramente dell’umiliazione di Eisenstein. – ha dichiarato il regista – Un’idea del genere poteva venire solo a Vienna, la città di Sigmund Freud.” Come sempre, non può mancare il divertimento, soprattutto alla festa sfrenata nella dimora del Principe Orlofsky del secondo atto, dove i bicchieri tintinnano, si ama, si mente e si balla fino allo sfinimento. “Lo champagne è il fattore scatenante: lo prendi quasi come una droga, ti trasforma. – secondo Kosky – La festa del secondo atto non può quindi essere un ricevimento in piedi in abito da sera e frac, con il coro in piedi e bicchieri di plastica in mano.”
Altrettanti motivi di interesse presenta il cast vocale, di assoluto prestigio come Monaco impone, con molti interpreti al debutto assoluto nel genere, a partire dall’Eisenstein interpretato dal baritono Georg Nigl: “Come tutti i grandi attori tragici, Nigl è anche un fantastico clown con un perfetto senso dei tempi ed è anche viennese” dice Kosky, che del personaggio voleva anche mostrare i lati meno simpatici come la sua paranoia e il carattere collerico. Gli altri sono Diana Damrau come Rosalinde, Sean Panikkar come Alfred, Katharina Konradi come Adele, il controtenore Andrew Watts come Orlofsky e ben sei interpreti per il ruolo tradizionalmente parlato del carceriere Frosch. La direzione musicale è affidata a Vladimir Jurowski, che torna a lavorare con Kosky dopo gli anni comuni alla Komische Oper e dopo Il cavaliere della rosa e L’angelo di fuoco allestiti per il palcoscenico del Nationaltheater di Monaco di Baviera.
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