L'ossessione del Naso a Madrid
Sostakovic al Teatro Real
Il naso di Shostakovich irrompe sulle scene del Teatro Real di Madrid; irrompe con un allestimento esplosivo, marcato da un ritmo d’azione registica che non dà respiro e con una direzione musicale, quella di Mark Wigglesworth, eccezionale, pulsante, ricca di colori e sfumature strumentali.
La proposta scenica dell’australiano Barrie Kosky si caratterizza inequivocabilmente nelle forme di un teatro al quadrato: coinvolge gli spettatori, che partecipano, ridono apertamente alle battute e applaudono a scena aperta i diversi numeri. Trascinato da una incontenibile foga, consapevole delle della forza dei suoi stratagemmi teatrali, Kosky disegna un quadro nel quale è l’elemento grottesco a prevalere, il rimo è travolgente, le coreografie, i movimenti dei personaggi e delle masse perfettamente coordinati. Così le danze lascive di ballerini in reggicalze, le visioni oniriche del protagonista con grandi sagome di nasi da cui spuntano le gambe di danzatori a marcare ritmi di tip tap, una folla scalcinata e colorata di guardie, donne con fogge da matrioske, straccioni, con urla, spari e pantomime, nel diffuso clima di una farsesca clownerie. Se questo è indubbiamente uno degli aspetti che caratterizzano la poetica del particolare surrealismo di Gogol, restano piuttosto sullo sfondo quell’ansia quasi kafkiana nei confronti dei meccanismi imponderabili e irrazionali del potere, così come quegli elementi di critica sociale e di costume che emergono nel racconto del grande scrittore russo.
Dall’atmosfera turbinosa, di frenetico divertissement di questo allestimento emerge tuttavia la figura dolente del protagonista, mirabilmente tratteggiata dal baritono Martin Winkler; egli riesce a delineare i più svariati accenti espressivi, con un a perfetta adeguazione del canto a tutte le pieghe della vicenda, riuscendo così anche come attore e mimo istrionico, fino a ritrovarsi, dopo essere stato spinto e strattonato in mezzo ad una folla delirante, disperato, tutto lercio, in mutande e calzini.
Il coro e il numerosissimo cast funzionano come una perfetta macchina teatrale, da menzionare l’interpretazione, dalla vocalità spinta e caricaturale dell’ispettore di polizia da parte di Andrei Popov, il basso Alexandre Teliga nel ruolo del barbiere, tra le voci femminil le iconiche Margarita Nekrasova e Iwona Sobotka, rispettivamente nei ruoli della signora Podtóchina e della figlia.
L’impeccabile conduzione di Mark Wigglesworth fa sì che la vicenda teatrale e il suo divenire musicale si fondano in una tutt’uno con una perfezione che si potrebbe definire quasi cinematografica, con una visione musicale che ha saputo dare il risalto a tutti i colori di questa splendida partitura di Shostakovich.
Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche
Un memorabile recital all’Accademia di Santa Cecilia, con Donald Sulzen al pianoforte
Successo al Teatro del Maggio per la vilipesa Mavra stravinskijana abbinata all’intramontabile Gianni Schicchi