Luci e ombre per Norma
Durante le recite di Norma al Comunale Nouveau di Bologna allestita una mostra dedicata alla Divina
Stefania Bonfadelli, soprano e oggi anche regista, propone al Teatro Comunale di Bologna una Norma in una war zone in tempi moderni: la sacerdotessa Norma, defraudata della propria femminilità, è un capo politico e militare, così come le sue sacerdotesse sono donne soldato. È particolarmente curato e apprezzato l’aspetto scenico (a cura di Serena Rocco), tanto che all’apertura del sipario in sala si alza un mormorio di sorpresa e approvazione. Cupo, fumoso, l’ambiente in cui si svolge la vicenda è un campo di battaglia inclinato, le evoluzioni atmosferiche son ben caratterizzate dagli effetti di luce (Daniele Naldi) che valorizzano, spesso in silhouettes controluce, anche le eleganti e dinamiche coreografie delle masse (per lo più combattenti).
La Norma di Francesca Dotto è scenicamente convincente, ma appare un po’ affaticata sul fronte vocale, probabilmente anche per la sala non semplice. Piacciono Stefan Pop nei panni di Pollione e Nicola Ulivieri in quelli di Oroveso. Paolo Antognetti si conferma l’interprete preciso, dalla voce penetrante, che riesce delineare caratterialmente anche un ruolo con poco spazio di palcoscenico come quello di Flavio. È però l’Adalgisa di Veronica Simeoni, magnetica e con il suo timbro speciale a catalizzare tutta l’energia su di sé ad ogni ingresso in scena: è con lei che ben emerge lo strazio della donna illusa e tradita, che nonostante la durezza a cui è tenuta in quanto donna soldato, non perde la propria sensualità.
L’aspetto di maggiore debolezza dell’allestimento è la direzione di Pier Giorgio Morandi, che poco rispetta i tempi, con dinamiche arbitrarie e poco in linea con il dettato belliniano, ma nel complesso l’allestimento non dispiace: appaga l’occhio e rassicura sui miglioramenti acustici in corso nella nuova temporanea sala del Teatro Comunale. Nel foyer, fino alla fine delle recite (il 23 marzo) è allestita una mostra fotografica dedicata a Maria Callas, somma interprete del titolo in cartellone, nella ricorrenza dei 100 anni dalla sua nascita. La mattina della Prima il Teatro ha organizzato anche un “Salotto Callas”, con ospite Giovanna Lomazzi in dialogo con Alejandro Abrante: un accorato e commovente momento di ricordo e celebrazione della Divina nelle parole di colei che fu tra le sue più intime amiche.
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