Applausi al Bruckner di Luisi
Milano: alla Scala con la Filarmonica
Per l'Ottava di Bruckner, affidata alla Filarmonica della Scala, Fabio Luisi ha scelto la versione del 1887, che venne eseguita solo nel 1952 ed è tutt'ora di raro ascolto. Per chi ha negli orecchi l'edizione definitiva del 1892 le sorprese non sono poche, talvolta anche deludenti come per esempio il finale enfatico del primo movimento (invece del ben più efficace pianissimo della versione definitiva che ci lascia sospesi). Ma l'operazione filologica ha comunque favorito maggiore curiosità nell'ascolto. Fin dalle prime battute Luisi ha sottolineato ogni momento cantabile e meditativo che traspare dalla complessa partitura senza rinunciare alle massicce violenze dei pieni orchestrali, ben sostenuti dall'organico scaligero, pur con alcuni momenti di minore compattezza. La massima dimostrazione di equilibrio fra i due mondi Luisi l'ha dimostrata nell'affrontare l'oasi dell'Adagio che interrrompe il ritmo insistente dello Scherzo. Come ha dato prova di assoluto controllo di ogni sezione nell'apoteosi finale, calibrando meticolosamente il progressivo accumularsi delle grandiosità sonore.
Grandi applausi a fine serata per il direttore genovese che, da quanto traspare dalle sue dichiarazioni, tornerà sul podio della Scala nelle prossime tre stagioni anche per titoli lirici, ancora da annunciare.
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