Due buone notizie: Seeyousound International Music Film Festival è riuscito a sopravvivere a due anni terribili e in questa nuova edizione torna in presenza.
«Non abbiamo mai smesso di credere che questo festival potesse continuare a esistere, non abbiamo mai smesso di lavorare per far sì che fosse un’edizione da ricordare, non abbiamo mai smesso (e non smetteremo fino al 25 febbraio…) di tenere le dita incrociate perché tutto vada bene», dichiara Carlo Griseri, direttore del festival. «Dopo lo shock della chiusura anticipata del 2020 a causa della pandemia e l’edizione 2021 solamente online, il ritorno alla sala – sognato, sperato, necessario – riporterà il nostro festival alla sua natura originale: l’incontro con il pubblico, la fusione di cinema e musica, la coabitazione dentro la sala di film e concerti. Questa è l’essenza di Seeyousound, che nonostante tutto è ancora qui e vuole restare a lungo: la musica ci dà la forza, il cinema ci dà la sostanza».
«La musica ci dà la forza, il cinema ci dà la sostanza».
Bene, parole battagliere che ci piacciono molto. La rassegna presenterà 67 lungometraggi di finzione e documentari, cortometraggi e videoclip, con ben 24 anteprime nazionali, 55 ospiti nazionali e internazionali, sonorizzazioni e incontri di varia natura.
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L’offerta è ricca e allora, soprattutto per coloro che dovranno fare delle scelte, ecco i titoli che abbiamo selezionato, quelli che bisognerebbe cercare di vedere. Buona visione!
1. Shoplifters of the World (Stephen Kijak – UK/USA)
Il film che ha il compito di inaugurare il festival – trovate qui la recensione - racconta la storia di un gruppo di ragazzi di Denver che in una notte del 1987 viene raggiunto dalla notizia dello scioglimento del suo gruppo preferito, The Smiths . La colonna sonora, approvata da Morrissey, contiene 20 canzoni originali del gruppo, cosa che non era avvenuta con England is Mine, presentato nell’edizione 2018 del festival.
Il regista Kijak, ospite del festival, sarà omaggiato con la proiezione di altri due film estratti dalla sua prolifica filmografia, Stones in Exile – documentario sulla genesi di Exile on Main Street, il doppio album che i Rolling Stones registrarono nel seminterrato di Villa Nellcôte a Villefranche-sur-Mer, e Sid & Judy, lavoro sulla turbolenta relazione tra Judy Garland e il suo terzo marito Sidney “Sid” Luft, produttore di È nata una stella.
2. Stuf (Titus Mesaros – Romania)
Un’autentica chicca questo cortometraggio del 1966 che per l’occasione sarà privato delle musiche estratte dai Carmina Burana di Carl Orff per essere sonorizzato dalla giovane compositrice e producer di musica elettronica Ginevra Nervi.
3. Poser (Ori Segeve, Noah Dixon – USA)
Uno sguardo critico sugli stereotipi della scena indie dell’Ohio, con un’inquietudine che lentamente scivola nei toni tipici del thriller.
4. Les Magnétiques (Vincent Maël Cardona – Francia)
Presentato lo scorso anno alla Quinzaine des Réalisateurs del Festival di Cannes e in corsa per ben tre premi César, Les Magnetiques (lo abbiamo recensito qui) è la storia ambientata all’inizio degli anni ottanta in una cittadina della provincia bretone: un gruppo di amici fonda una radio pirata per trasmettere una musica diversa da quella che era possibile ascoltare all’epoca; tra l’impegno con la radio, la vittoria elettorale di Mitterand e la minaccia incombente del servizio militare, i protagonisti non riescono a capire che stanno vivendo gli ultimi fuochi di un mondo sul punto di scomparire.
5. Poly Styrene: I Am a Cliché (Celeste Bell, Paul Sng – UK)
«Mia madre era un’icona punk» e allora la figlia Celeste Bell si fa carico di ricostruire, con l’ausilio di un ricco materiale d’epoca, la storia di sua madre Marianne Joan Elliott-Said, che tutti conoscevano come Poly Styrene, leader del gruppo X-Ray Spex. Tra femminismo, razzismo, ambientalismo in chiave anti-capitalistica, droga e misticismo orientale, questo rockumentary è anche il tentativo da parte della figlia di ricomporre un rapporto burrascoso e drammaticamente interrotto con la madre. Se volete approfondire, qui trovate la recensione.
6. Narciso Em Férias (Renato Terra, Ricardo Calil – Brasile)
Il fuoriclasse brasiliano Caetano Veloso ricorda il suo arresto avvenuto il 27 dicembre 1968, quando lui e Gilberto Gil furono prelevati dalle loro case a San Paolo da agenti in borghese. Senza ricevere spiegazioni dal regime, furono portati a Rio de Janeiro, lasciati in isolamento per una settimana e poi trasferiti nelle celle. La censura impedì ai mezzi d’informazione di rendere pubblico il loro arresto. Dopo più di cinquant’anni Caetano racconta il periodo più difficile della sua vita e riflette sui suoi 54 giorni di prigione, durante i quali però ebbe modo di comporre quella meraviglia che risponde al nome di “Terra”, pubblicata solo anni dopo.
7. Soul Power (Jeffrey Levy-Hinte – USA)
30 ottobre 1974, 20th of May Stadium (oggi Stade Tata Raphaël) di Kinshasa, Zaire (oggi Repubblica Democratica del Congo): è la notte passata alla storia come The Rumble in the Jungle, quella in cui Muhammad Ali spedisce al tappeto George Foreman e si riprende la corona mondiale dei pesi massimi, di fronte a una folla di 60.000 spettatori in delirio che scandisce “Ali Bumaye”, ovvero “Ali uccidi”.
Bene, questo incontro è preceduto di qualche giorno da un concerto tenuto da alcuni dei più celebrati artisti statunitensi di R’n’B (James Brown, The Spinners, Bill Withers e B.B. King e musicisti africani, tra cui Miriam Makeba, che si trasforma in un atto di libertà sotto la cupa dittatura di Mobutu Sese Seko.
8. The Conductor (Bernadette Wegenstein – USA)
Presentato al Tribeca Film Festival 2021, questo film trasporta il pubblico nel cuore della musica classica e nell’anima di Marin Alsop, prima donna alla direzione di una grande orchestra statunitense, la Baltimore Symphony Orchestra, concedendogli una specie di backstage pass per ammirare pienamente l’arte e l’energia con cui Alsop ricompensa il suo pubblico e ispira i suoi studenti. Una storia di affermazione in un ambiente fortemente maschile, se non addirittura maschilista.
9. Italo-Disco. The Sparkling Sound of 80’s (Alessandro Melazzini – Italia/Germania)
Nostalgia di Righeira, Savage, Gazebo, Baltimora, Jo Squillo, Sabrina Salerno, Fratelli La Bionda? Allora questo è il film per voi, il racconto dell’epopea di un genere assolutamente commerciale ma in qualche maniera quasi avveniristico, in grado di conquistare le piste da ballo di tutto il mondo e di influenzare, a intervalli più o meno regolari, le musiche dance dei decenni successivi.
10. Tralala (Jean-Marie Larrieu, Arnaud Larrieu – Francia)
Chiudiamo segnalando questa commedia musicale francese presentata a Cannes 2021, una giocosa opera che vede un senzatetto reinventare la propria esistenza, a riprova che a volte la vita ci può riservare sorprese incredibili, con l’interpretazione di Mathieu Amalric e della sempre deliziosa Mélanie Thierry, e una colonna sonora che vede la partecipazione di alcuni dei più famosi musicisti transalpini.
Seeyousound si terrà dal 18 al 24 febbraio presso il cinema Massimo – Museo Nazionale del Cinema, via Verdi 18, Torino.