Un festival dedicato a Roma, una delle capitali della musica nel periodo barocco
Undici concerti a dicembre, dedicati a Haendel, a Scarlatti, a Pasquini, a Palestrina barocchizzato e ai semisconosciuti Montanari e Mossi. Altri concerti porteranno a Dresda, Parigi e in altre capitali della musica barocca
Inizia il 3 dicembre la quattordicesima edizione del Roma Festival Barocco, che prevede un fitto calendario di undici concerti in varie chiese romane fino al 19 dicembre. Sembrerebbe superfluo ricordare che Roma fu la capitale dell’arte nel periodo barocco e quindi anche della musica, ma i romani sono i primi a dimenticarsene, quindi questo festival fa benissimo a ricordarglielo, senza però limitarsi alla musica a Roma, perché vari concerti sono dedicati ad altri centri che ebbero un ruolo importante nella musica barocca, come Dresda, Parigi e le Fiandre.
Il concerto inaugurale rivela un aspetto semisconosciuto della musica a Roma, perché è vero che l’eredità di Palestrina esercitò un’influenza più che secolare sulla musica sacra della chiesa cattolica ma proprio a Roma la sua musica fu rimaneggiata e snaturata, perché evidentemente sembrava ormai inadeguata ai tempi nuovi. Ne offrirà una prova Michele Gasbarro col suo Ensemble Festina Lente eseguirà in San Girolamo dei Croati la Missa Papae Marcelli, prima nella versione polifonica a sei voci di Palestrina, poi in una versione anonima di circa la metà del diciassettesimo secolo, che la trasformò in un grandioso lavoro policorale a dodici voci, adeguandolo al gusto barocco. Altri concerti incentrati in un modo o in un altro sulla musica a Roma nel periodo barocco, come quello del soprano Gemma Bertganolli e di Sogno Barocco diretto da Paolo Perrone, che dedicano il loro concerto dell’8 dicembre a Haendel e Scarlatti, che vennero a contatto proprio a Roma.
Altra figura centrale della musica a Roma nel periodo barocco fu Bernardo Pasquini, alle cui cantate da camera – un repertorio tutto da riscoprire – è dedicato il concerto del basso Mauro Borgioni e della Specchio di Narciso diretto da Salvatore Carchiolo (10 dicembre). A Roma conducono anche le sonate per violino di Vivaldi dedicate al Cardinale Ottoboni, che fu un grande mecenate e protettore della musica: queste dodici sonate, ritrovate nel 1973 in un manoscritto finito a Manchester, saranno eseguite il 12 dicembre da Federico Guglielmo al violino e Roberto Loreggian al clavicembalo. Al cardinale Ottoboni, ma anche ad altri mecenati della Roma del tempo, quali il marcese Ruspoli e i cardinali Colonna e Pamphili, è ricollegabile il violinista e compositore Antonio Montanari, oggi dimenticato ma all’epoca celebre: alla prima esecuzione moderna delle sonate per violino e basso continuo sue e del suo contemporaneo Giovanni Mossi - anch’egli oggi dimenticato ma all’epoca famoso e apprezzato - è dedicato il concerto del violinista Gabriele Pro (14 dicembre). Si resta ancora a Roma con il concerto del mezzosoprano Romina Basso e dell’ensemble Musica Antiqua Latina diretto da Giordano Antonelli, dedicato a “Artemisia Gentileschi e la musica”(17 dicembre).
Ci porta invece a Dresda il concerto del violinista Claudio Rado e del clavicembalista Caballero Perez, intitolato “I due rivali. Memorie dall'incontro di Pisendel e Veracini alla Corte di Dresda”, ma forse più che un incontro si dovrebbe definirlo uno scontro, talmente aspro da spingere Veracini a tentare il suicidio (7 dicembre). Anche altri concerti non sono riconducibili all’ambiente romano, come quello della Bach Academie Alden Biesen dedicato a “I Fiamminghi del XVIII secolo” (11 dicembre), quello di una star del clavicembalo quale Christophe Rousset dedicato a “Paris capitale du clavecin” (18 dicembre) e il concerto finale del 19 dicembre dedicato ai concerti per cembalo di C.Ph.E. Bach, con Claudio Astronio solista e direttore.
Il festival ha un prologo dedicato delle tastiere storiche, i cui ultimi appuntamenti si svolgeranno il 27 novembre e il 5 e 6 dicembre nel Palazzo Annibaldeschi di Monte Compatri.
Qui il programma completo
Se hai letto questa news, ti potrebbero interessare anche
A causa dei tagli alla cultura la coppia di sovrintendenti del teatro lancia l’allarme sui rischi per la sopravvivenza del teatro
Il 2024 ha rappresentato un anno di svolta tra attività di rete, promozione culturale e valorizzazione del territorio