Curtis Harding e Silk Sonic, black music dal passato

Curtis Harding e il supergruppo di Anderson .Paak e Bruno Mars riportano sotto i riflettori soul e funk

Silk Sonic
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Il terzo album di Curtis Harding e l’attesissimo esordio dei Silk Sonic, il gruppo formato dai pesi massimi Anderson .Paak e Bruno Mars, riportano sotto i riflettori il soul, il funk e – per quanto riguarda Harding – anche il gospel. Dopo i film Summer of Soul, Amazing Grace e Respect, il revival di questi sotto-generi della black music non accenna a fermarsi.

– Leggi anche: Summer of Soul, l'anti-Woodstock

Partiamo con Curtis Harding: If Words Were Flowers arriva dopo Soul Power (2014) e Face Your Fear (2017) e rappresenta un’ennesima crescita artistica, l’esplorazione di nuovi territori, incorporando elementi di jazz nel suo auto-proclamato "slop 'n' soul" e sfruttando le sue radici gospel. La base soul che incapsula il suo suono rimane evidente lungo tutto l’album, mentre le influenze jazz e gospel concorrono alla creazione di un affascinante mosaico sonoro.

Curtis Harding

Già a maggio, quando fu pubblicato il singolo “Hopeful”, brano sulle difficoltà affrontate dagli afro-americani e sul bisogno di andare oltre, senza dimenticare di rendere il giusto omaggio a coloro i quali hanno perso le loro vite, intuimmo che il nuovo album sarebbe stato notevole: intendiamoci, nulla di rivoluzionario, però tutti gli elementi classici sono al loro posto e funzionano comme il faut. Tra Curtis Mayfield e Stevie Wonder, tra soul vintage e psichedelia black, questo disco è anche la cronaca di un anno particolare per tutti noi, un anno tragico e violento, ed ecco che Harding pone l’accento sul bisogno di amore in questi tempi difficili.

Harding racconta che sua madre era solita dirgli «regalami i fiori mentre sono ancora qui» e la frase è rimasta impressa nella mente del musicista di Atlanta, un monito a mostrare amore e apprezzamento verso le persone care prima che sia troppo tardi.

«Questo è l’album. Sono io che regalo fiori al mondo, a chiunque abbia bisogno di ascoltare cosa dicono queste canzoni in questo momento.»

“Can’t Hide It” ha un andamento che causa dipendenza e celebra la sicurezza e l’impegno all’interno di una relazione, mentre l’allucinata “Explore” – una delle vette dell’album – si getta a testa prima in un mare di nuove esperienze con una partner - «corri alla porta, spalancala, fammi vedere, non è l’alcol, sei tu a intossicarmi.»

Mentre l’R'n'B contemporaneo ha sposato l’elettronica, questo nuovo lavoro di Curtis Harding è costruito sulla bellezza semplice degli strumenti suonati dal vivo.

La stessa affermazione la possiamo fare per An Evening with Silk Sonic, l’album di Bruno Mars e Anderson .Paak, destinato a diventare in breve tempo un chart buster. Subito un’occhiata alla lista dei musicisti coinvolti a vario titolo in questo progetto: Thundercat, Homer Steinweiss, batterista dei Dap-Kings, Kenny “Babyface” Edmonds, James Fauntleroy, D’Mile e soprattutto, in veste di “special guest host”, Bootsy Collins – o «Bootzilla himself”, come dice lui nell’iniziale “Silk Sonic Intro” – il leggendario bassista di Parliament Funkadelic, con George Clinton signore supremo del funk.

Rispetto al disco di Harding, questo ha un sapore più rétro ma attenzione, realizzare un disco che sia un tuffo nel passato è tutt’altro che facile, il rischio di sbagliare il dosaggio degli ingredienti è ben presente. In questo caso tutto funziona a meraviglia: i due sono performer molto diversi, uniti però dalla loro considerazione per la black music degli ultimi cinquant'anni. Bruno è lo showman positivo e insuperabile, mentre Paak è la testa matta di L.A. innamorato del rap e del funk, senz’altro più a suo agio in quest’occasione rispetto agli ultimi lavori solisti.

– Leggi anche: Anderson .Paak, un tipo da spiaggia

Silk Sonic

Dopo l’intro si parte subito con uno dei tormentoni della scorsa estate, l’irresistibile “Leave the Door Open”.

La voce di Bootsy compare in alcune canzoni fornendo un certificato di autorità immortale nonché eccitazione. “Smoking out the Window” è un esempio: prima la voce di Bootzilla - «Wait a minute, this love started out so tender, so sweet,
but now she got me smokin' out the window, mm, mm, mm» - poi, nel video, Anderson .Paak con occhiali e cappello uguali a quelli usati dal grande Bobby Womack e nell’aria l’eco dei Tower of Power... Non provo neanche a opporre resistenza.

Bootsy, questa volta con l’aiuto di Thundercat, è nuovamente da applausi in “After Last Night” e persino i momenti più deboli – penso soprattutto a “Fly as Me” – sono riscattati dal carisma vocale, ormai senza limiti, di Mars. “Put on a Smile” è vicina al Marvin Gaye di Let’s Get It On, mentre “Skate” è un esempio di trionfale roller-disco con una melodia che sembra arrivare da un’estate di metà degli anni Settanta, mentre il gelato si scioglie e cola sulla mano.

Come dice il titolo, questa è musica per un evento. Siamo alla fine di un altro anno difficile: dopo alcuni mesi di speranza i dati della pandemia hanno ripreso a peggiorare. Con la gioia di vivere e divertirsi che attraversa tutti i suoi 31 minuti, An Evening with Silk Sonic ha tutti gli ingredienti per essere un disco post-pandemico: c’è solo da sperare che non sia uscito troppo presto. Nel dubbio incrociamo le dita, spegniamo le luci e spariamolo a palla.

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