Sarà in streaming il festival dell’Opéra National di Lione
È intitolato “Femmes libres?” E ne saranno protagoniste Judith di Bartok, Ariane di Dukas e Mélisande di Debussy
Nonostante la pandemia, il festival dell’Opéra National de Lyon 2021 si svolgerà (quasi) regolarmente, ovviamente in streaming, ça va sans dire. Due delle tre nuove produzioni previste saranno realizzate integralmente, mentre della terza sarà offerto un assaggio, in attesa di poterla realizzare nella sua interezza in tempi migliori. Entrando nel dettaglio, l’edizione di quest’anno è intitolata “Femmes libres?”, ovvero “Donne libere?”, dove il punto interrogativo è essenziale, perché le protagoniste del Castello di Barbablù di Bartok, Ariane et Barbableu di Dukas e Pélléas et Mélisande di (o più esattamente da) Debussy sembrano tutt’altro che donne libere, almeno ad un primo sguardo.
Sfogliamo il programma giorno per giorno. Il 22 e il 23 marzo saranno dedicati a conferenze di presentazione del festival e dei suoi spettacoli, con l’intervento di musicologi, scrittori, filosofi e giornalisti: le si potrà seguire in diretta streaming e poi in replay. Il 24, il 25 e il 26 le conferenze proseguono di mattina, mentre alla sera si potranno vedere gli spettacoli, sempre in streaming sul sito dell’Opéra National de Lyon e sempre con la possibilità di rivederli successivamente in replay.
Mercoledì 24 alle 19.30 sarà rappresentata Ariane et Barbableu, probabilmente il capolavoro assoluto di Paul Dukas, compositore talmente esigente con se stesso da averci lasciato un catalogo di musiche ridottissimo, ma costituito interamente da composizioni di altissima qualità. La regia sarà di Àlex Ollé della Fura dels Baus, con la direzione musicale di Lothar Koenigs; protagonisti Tomislav Lavoie (Barbableu), Katarine Karnéus (Ariane) e Hélène Carpentier (Mélisande).
Il giorno seguente sarà la volta di quello spettacolo che, come si è accennato, non è stato possibile realizzare secondo i piani iniziali. Si tratta di Mélisande, da Pelléas et Mélisande di Maurice Maeterlink, con rielaborazioni delle musiche dell’opera di Debussy e della suite orchestrale di Sibelius. L’ideazione e la regia di questo spettacolo sono di Richard Brunel, che attualmente è il direttore del Centro Drammatico Nazionale di Valence e dal settembre 2021 subentrerà a Serge Dorny come sovrintendente dell’Opéra de Lyon. Sarà realizzato nella magnifica cornice del Museo dei Tessuti di Lione ma in questa occasione se ne potrà vedere alle 20.30 soltanto un piccolo assaggio della durata di circa 20 minuti, cui alle 21 seguirà una visita virtuale dietro le quinte intitolata “Entrate nelle scene di Mélisande”.
Terza e ultima opera, venerdì 26 alle 20.00, Il castello di Barbablù di Béla Bartók, messo in scena dall’ucraino Andriy Zholdak, che torna al festival dopo la folle e geniale regia de L’incantatrice di Čajkovskij da lui presentata all’ultima edizione del festival, quella del 2019
Anche questa volta la sua messa in scena promette di essere tutt’altro che banale. L’atto unico di Bartók verrà eseguito due volte consecutivamente, creando così “un dittico stupefacente, le cui due parti si rispondono e aprono la via a nuove interpretazioni”. Zholdak propone infatti nella stessa serata “due messe in scena radicali, intense e sensuali, permettendo così di evidenziare i diversi modi in cui si può percepire la stessa opera, la stessa azione”. Che ci si debba aspettare qualcosa di molto particolare lo lascia prevedere un avviso che compare sul sito del teatro: “Sconsigliato ai minori di 16 anni: questo programma contiene scene a carattere sessuale, scene di violenza fisica o psicologica che possono impressionare o turbare i più giovani e alcuni spettatori”. Gli interpreti saranno Karoly Szemeredy e Eve-Maud Hubeaux, con la direzione di Titus Engel.
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