Dopo quasi trent'anni di silenzio, il duo rave The KLF ha reso disponibile una selezione delle sue canzoni più famose sulle piattaforme Spotify, YouTube e Apple Music, raggruppandole sotto il titolo Solid State Logik 1, dal nome della console impiegata per crearle.
Solid State Logik 1 (KLF Communications 7” Hit Singles 1988-1991), uscito a sorpresa il 1° gennaio, è il primo capitolo di un’imponente serie di ristampe del materiale sonoro degli “agenti del caos”, uscito all’epoca sotto diverse denominazioni: The KLF, The JAMs, The Justified Ancients of Mu Mu e The Timelords. Le ristampe, che conterranno anche brani inediti, saranno raccolte sotto il titolo Samplecity Thru Trancentral e i quatto capitoli, non consecutivi, si intitoleranno Kick-Out D’Jams, Pure Trance Series, Come Down Dawn e Moody Boys Selected. Un 2021 che si prospetta intenso per Bill Drummond e Jimmy Cauty, i due componenti del gruppo che nel maggio del 1992 decisero di cancellare il loro intero catalogo.
«Se avete bisogno di saperne di più sul lavoro di The Justified Ancients of Mu Mu, The Timelords o The KLF, potete trovare verità, pettegolezzi e mezze verità disseminate su internet: da tutto ciò potrete formarvi le vostre opinioni. I fatti veri furono ingoiati da una grata a Brixton in un giorno qualsiasi alla fine del Ventesimo Secolo» è l'annuncio comparso sulla pagina Youtube del gruppo.
Per me i KLF sono legati indissolubilmente a Minneapolis e a una nevicata record: nel marzo del 1991 mi trovavo per motivi lavorativi nelle Twin Cities e un sabato mattina, dopo una notte in cui più di un metro di neve si era depositato sulle strade della città creando non pochi problemi alla circolazione, l’amico che mi ospitava mi accompagnò in un negozio di dischi; dopo un paio d’ore, tra i vari acquisti c’era anche l’edizione giapponese di White Room, il quarto lavoro dei KLF e loro maggior successo commerciale, uscito pochi giorni prima, e fu proprio quello il CD che mettemmo nel lettore mentre l’auto percorreva la strada che costeggiava uno dei venti e più laghi dell’area di Minneapolis, ovviamente completamente ghiacciato.
Bene, mi rimane il ricordo indelebile di noi due che balliamo da seduti urlando “KLF is gonna rock you” mentre ascoltiamo 3AM Eternal a un volume da denuncia.
Sono passati 29 anni da quando il duo ha voltato le spalle alla musica durante un’esibizione provocatoria ai Brit Awards, nel corso della quale sparò cartucce a salve verso il pubblico sbalordito, prima che una voce annunciasse «The KLF hanno abbandonato il music business».
Ma le provocazioni non erano ancora finite: i due lasciarono una pecora morta sul tappeto rosso del Royal Lancaster Gate hotel, dove si teneva la festa dell’after-show, con il biglietto «sono morta per voi, buon appetito».
Non contenti, nell’agosto di due anni dopo Cauty e Drummond bruciarono un milione di sterline dei loro diritti in banconote da 50 sull’isola scozzese di Jura: una delle performance artistiche più audaci – e costose – nella storia del pop.
«Avrebbe potuto andare peggio» – spiegò nell'occasione Mick Houghton, responsabile delle relazioni esterne dei KLF. «Jimmy e Bill avevano parlato di dare fuoco ai soldi a Trafalgar Square o di noleggiare la centrale elettrica di Battersea per un grande evento e di bruciarli davanti alla folla. Riuscite a immaginare?».
Solid State Logik 1 include “Doctorin’ The Tardis”, uscita originariamente nel 1988 e loro primo successo, la cosiddetta Stadium House Trilogy del 1991 composta da “3AM Eternal”, “Last Train to Trancentral” e “America: What Time is Love?”, quest’ultima con Glenn Hughes, già vocalist di Trapeze, Deep Purple e Black Sabbath, la prima versione di “What Time is Love?” intitolata “It’s grim up North”, “Justified & Ancient” in collaborazione con Tammy Wynette, “What Time is Love?” che nel 1989 si ascoltava in tutti i club d’Europa, e la versione hardcore punk in studio di “3AM Eternal” in compagnia del gruppo Extreme Noise Terror.
Navi vichinghe, piramidi egizie, laser, house music, le teorie degli Illuminati, le provocazioni, in ultima analisi il caos: The KLF (che sta per Kopyright Liberation Front) sono stati, a cavallo tra gli anni ottanta e novanta, tutto questo e altro ancora.
Trent'anni dopo siamo contenti di essere riusciti a salire sull’ultimo treno per Trancentral per una corsa che non avrà mai termine.
«Tutti a bordo, tutti a bordo, dai, ragazzo, vuoi salire sul treno?» – "Last Train to Trancentral"