Guida ai momenti musicali più trash della storia italiana

Abbiamo chiesto a Gabriele Ferraresi, autore di Mad in ItalyManuale del trash italiano (1980-2020), di selezionare per noi 10 momenti musicali da ricordare

Gabriele Ferraresi - Mad in Italy _ trash italiano
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Nel difficile tentativo di dare un senso a quanto avvenuto in Italia, a livello di cultura pop ma non solo, dal fatidico 1980 a oggi, Mad in Italy di Gabriele Ferraresi (il Saggiatore, 426 pp., 20€) entra nel dibattito a gamba tesa. Si presenta come un Manuale del trash italiano (1980-2020): una breve introduzione, e poi quattrocento pagine di frammenti, scaglie di costume tra vita politica e televisione, radio, musica, editoria, sport... Leone Di Lernia capolista alle comunali di Milano e Gianfranco Funari, Byron Moreno e gli Aventura, Wanna Marchi e Beppe Grillo, Wlady e Matteo Renzi, Bettino Craxi ad Hammamet e Gianni De Michelis a ballare...

Mad in Italy non è (né vuole essere) un saggio critico, o proporre una lettura d’insieme di un quarantennio in cui – a quanto pare – è successo davvero di tutto. Assomiglia più a una gigantesca mirrorball che si è appena infranta sul pavimento della discoteca (magari proprio una di quelle recensite da De Michelis), in cui tutto si riflette dappertutto e non si capisce più dove sia il pavimento e dove il soffitto. 

È interessante che Ferraresi scelga come suo nume tutelare Tommaso Labranca, grande teorico del trash come «emulazione fallita», come scarto tra intenzione e risultato finale, negli stessi giorni in cui arriva in libreria il bellissimo Le alternative non esistono. La vita e le opere di Tommaso Labranca di Claudio Giunta, percorso critico e di auto-riflessione tra gli scritti di quello che è stato, probabilmente, l’intellettuale più originale dell’ultimo trentennio, e che proprio intorno al ripensamento della cultura pop, di quello che significa e ha significato, riflette a lungo. I due libri, in realtà, hanno poco in comune. Ma se due indizi fanno una prova, siamo forse pronti a immergerci per comprendere un periodo che fino a oggi ci è parso impermeabile alla comprensione: troppo frantumato, troppo “volgare” (ma che cos’è, poi, la volgarità? E volgare per chi?), troppo “troppo”.

Per entrare nel clima, abbiamo chiesto a Gabriele Ferraresi di selezionare per noi 10 momenti musicale trash, con relativi video. Che forse, come ha specificato lui stesso, sono trash «in un’accezione più ampia rispetto a quella dell’emulazione fallita», o magari trash «lo sono diventati per sentire comune, o non lo sono del tutto, ma per me sono istanti curiosi della storia del costume italiano negli ultimi quarant’anni che aveva e ha senso ricordare».

Di molti, in effetti, ci eravamo dimenticati.

Gabriele Ferraresi - Trash - Mad in Italy

1. Gubudu Gubudu - Monsignor Emmanuel Milingo (1995)

Un’angosciante intro di un minuto e mezzo fatta di esorcismi a indemoniati – praticati ovviamente da Monsignor Milingo – ci conduce a un video vero e proprio abbastanza incredibile. Milingo, esorcista zambiano molto popolare in Italia tra gli anni Ottanta e Novanta, recita in un filmato ai confini dell’immaginabile che monta immagini in cui si fondono cattolicesimo e danze africane e riprese dall’alto del vescovo in bianco all’interno dello Stadio Renato Dall’Ara di Bologna, deserto in ogni ordine di posti. Il disco esce per la Pressing, prestigiosa etichetta, al tempo di Lucio Dalla.

2. Volare - Musicaitalia per l’Etiopia (1985)

Nell’anno del Live Aid c’è un’incredibile quanto fallimentare emulazione tricolore che merita di essere annotata, il supergruppo Musicaitalia per l’Etiopia che canta “Volare” in stile “We Are The World”. Synth da emicrania, batterie elettroniche scatolari e un complessivo effetto karaoke completano il quadro. Partecipano tra i tanti: Vasco Rossi, Gianna Nannini, Angelo Branduardi, Fabrizio De André, Lucio Dalla, ma anche Enrico Ruggeri, Patty Pravo, Milva, Banco del Mutuo Soccorso, Loredana Bertè, Dori Ghezzi, Tony Esposito, Dik Dik, e anche Claudia Mori. 

3. La mia moto - Jovanotti (1989)

Lorenzo Cherubini – al tempo solo Jovanotti – nel 1989 pubblica il suo secondo album, La mia moto. Oggi chi si stupisce dei bambini delle scuole elementari che conoscono a memoria i testi di Fabio Rovazzi o Sfera Ebbasta dovrebbe tornare all’uscita di una scuola elementare di quegli anni, per scoprire torme di bambini ripetere a memoria le filastrocche del Jova. Non è cambiato (quasi) niente. Il disco vende circa 600.000 copie ed è nei negozi il 14 novembre: le frontiere tra Berlino Est e Berlino Ovest erano state riaperte cinque giorni prima. 

4. Terroni dance - Nino D’Angelo (2000)

Nel 1998 al cinema c’è Titanic, ma ci interessa di più la parodia partenopea del 2000, Aitanic: film diretto da Nino D’Angelo, la pellicola intreccia magistralmente gli stereotipi della napoletanità più colorata e «col cuore in mano» con quelli del Nord berlusconiano e avido. A un certo punto del film c’è il dirottamento di un traghetto che da Napoli va a Capri e bordo si svolge questo balletto-sfida tra il capitano del traghetto dirottato e Mauro di Francesco, «Maurino». Una specie di rap battle sul ponte della nave al suono della base ipnotica di Terroni dance, scritta e musicata da Nino D’Angelo.

5. D’accordo?! - Wanna Marchi e i Pommodores (1989)

Ben prima dell’arresto del 2002 – insieme alla figlia Stefania Nobile – Wanna Marchi aveva anche prodotto un singolo tormentone forgiato su un suo modo di dire entrato nel linguaggio comune («D’accordo?!»). In copertina del singolo, uscito nel 1989, c’è lei, chioma fulva tinta rosso fuoco, volto in rictus, i Pommodores – calembour da forca giocato sui Commodores, il gruppo di Lionel Richie già al tramonto negli anni Ottanta – escono da una latta di pomodori pelati. Eccezionale. 

6. Ti spacco la faccia - Gabibbo (1990)

Il testo di Ti spacco la faccia, pubblicato nel 1990 – sigla dell’edizione 1990-1991 di Striscia la Notizia è un compendio delle mode italiane del periodo. Col Gabibbo però non era come con Fantozzi, dove al cinema o in tv si rideva e al tempo stesso ci si vergognava: con il Gabibbo c’era una forma di autocompiacimento nella presa in giro di status symbol e tic aspirazionali in prima serata su Canale 5, visto che la televisione commerciale poi vendeva proprio quello di cui un pupazzo si prendeva gioco. 

7. La Macarena del Merolone - Valerio Merola e le Meroline (1996)

Finita nel nulla la primissima Vallettopoli, Valerio Merola decise di eternare il «merolone» in un singolo lanciato subito dopo la scarcerazione: La Macarena del Merolone. Cinque le tracce nel cd singolo: 1) La Macarena del Merolone, 2) Merolone Dance 3) La Macarena del Merolone (Karaoke version) 4) Merolone Dance. Dopo il lancio del singolo Merola andò via dall’Italia per spostarsi a Cuba, dove esportò il format di Bravissima sotto il regime castrista, diventando – stando a quanto dichiara sul suo sito – «consulente artistico della tv di stato cubana». 

8. Materazzi ha fatto goal - Dj Fabio (2006)

Il 2006 è l’anno dei mondiali vinti, certo: ma anche e soprattutto l’anno di Wlady e delle suonerie personalizzate per cellulare che tormentano gli italiani in spot che definire in heavy rotation è un eufemismo. Nei giorni successivi al trionfo degli azzurri spopola sia Materazzi ha fatto goal di Dj Fabio sia lo spot in cui Wladimiro Tallini intima i perfidi cugini d’oltralpe di restituirci la Gioconda. Momento centrale degli anni Zero tutti, spero saremo tutti d’accordo. Wlady in seguito fu minacciato di morte e messo sotto scorta. 

9. Nel mio privé - Andrea Diprè (2015)

Nato il 9 novembre del 1974, critico d’arte, avvocato radiato dall’albo, cresciuto negli anni precedenti come personaggio – prima in tv, poi online – con una capacità senza eguali di oltrepassare qualunque soglia della dignità, Andrea Diprè nel 2015 pubblica insieme a Sara Tommasi il singolo Nel mio privé: «Cravatta rossa, camicia bianca / Nel mio privé trovi bamba e ganja / Un botto di escort, tacchi e tanga / Qui non si dorme, qui non si mangia». 

10. Ho preso il muro fratellì (Claudio Dodoi remix) - 1727Wrldstar (2020)

Uno dice: roba del 2020, di poche settimane fa, avrà senso storicizzarla? Togliamoci ogni pudore: sì. Val la pena di scegliere uno dei tanti remix di Ho preso il muro fratellì e ricordarlo. Nasce tutto da una diretta Instagram finita male dove il trapper romano 1727Wrldstar vorrebbe mettere in mostra le sue doti di guidatore, ma finisce contro un muretto. Il tutto in diretta Instagram. Il resto è meme, è storia, è anche remix. 

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