Ascoltatori appassionati, collezionisti irriducibili, indomiti sognatori, enciclopedie viventi: sono i tanti uomini e donne che, pur avendo un altro lavoro, fanno dei dischi e della musica una delle attività più importanti della loro quotidianità. A queste persone, portatrici di stimoli, idee, emozioni e cultura musicale, abbiamo deciso di dedicare una rubrica, Selfie con dischi, un veloce ritratto in cui possono raccontare se stessi, la loro passione e, soprattutto, suggerirci un sacco di ascolti!
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Oggi è la volta di Roberto Atzori.
Nome: Roberto Atzori
Dati personali: 47 anni, commerciante, Sant’Anna Arresi (Carbonia-Iglesias)
Dischi posseduti: circa 1000 vinili e un 3000 cd
Formati: vinile e cd
Generi preferiti: post punk, new wave, elettronica, progressive, rock, noise, diciamo che passa un po' di tutto.
Quante ore di musica ascolti mediamente al giorno e in che momenti?
«Tutto il tempo che passo a lavoro, quindi circa 8 ore e una media di 2 ore a casa in modo più contemplativo».
C’è un formato che preferisci?
«Non posso nasconderti che per comodità e possibilità d'ascolto preferisco il cd, ma avere un vinile in mano non ha prezzo. Detesto il download».
Quando hai comprato il tuo primo disco? Ti ricordi qual era?
«Ho iniziato un po’ tardi, avevo circa 16 anni, su consiglio di un amico presi Live/1975–85 di Bruce Springsteen, Nobody's Perfect dei Deep Purple e Live in the City of Light dei Simple Minds e da quel momento niente fu più lo stesso. Nel giro di due anni per recuperare il tempo perduto sono riuscito a farmi duplicare circa 4000 cassette (ma non ditelo a nessuno…)».
Dove acquisti principalmente i dischi?
«Vivendo in un piccolo paese (2800 anime) compro principalmente online, Dodax, Bandcamp, Amazon, Discogs. I primi dischi li comprai da Nannucci, Supporti Fonografici, Disfunzioni Musicali, Rock Bottom».
Ci sono dischi che ascolti dedicandoti solo a quello e altri che ascolti facendo altre attività?
«Durante il lavoro è più facile che passino dischi che conosco già o cose meno impegnative (meno impegnativi può voler dire che magari mi sento l’ultimo degli Swans o la Fire! Orchestra), mentre a casa gira di tutto».
Esiste un disco che hai amato tanto e che ora non riesci più a ascoltare, che non ti piace più?
«Più che un disco in particolare, parlerei di genere musicale, subito dopo le cassette di Festivalbar e l'amore per Guesch Patti, sono le mie prime frequentazioni rock, quel mondo musicale tutto muscoli e motori (Whitesnake, Saxon, Rainbow, Def Leppard) chitarre e pupe (Skid Row, Mötley Crüe) che posso dimenticare volentieri!».
Possedendo tutti quei dischi, quante volte in media ascolti in un anno un disco nuovo?
«Un minimo di 4/5 volte».
Ci sono dischi recenti che pensi ascolterai ancora tra 10 anni?
«Tre anni fa mi son fatto proprio questa domanda e la conclusione è stata la vendita di circa 800 cd di artisti che non incontravano più i miei gusti musicali e che non avrei sicuramente mai più ascoltato.. Ma ho la certezza che tra dieci, vent'anni ascolterò ancora i dischi di Nick Cave».
Quali sono i tre dischi che più hai ascoltato (o ritieni di avere ascoltato) nella tua vita di ascoltatore e quelli che più hai ascoltato negli ultimi mesi?
«Ce ne son stati tanti, ma così su due piedi mi vengono in mente Pawn Hearts dei Van Der Graaf Generator, Revolver dei Beatles e Angel Dust dei Faith No More. Recentemente i dischi dei Coil in tutte le loro sfumature, gli ultimi Horse Lords, Douglas Dare, Damon Locks e Makaya McCraven».
Dovessi consigliare un solo disco della tua collezione a una persona che non lo conosce, quale sarebbe?
«Solo uno? Non riesco e devo dirti almeno Rock Bottom di Robert Wyatt, il Requiem di Mozart, Marquee Moon dei Television, Double Nickels On The Dime dei Minutemen, A Love Supreme di John Coltrane... non riesco a fermarmi...».