Vittima collaterale del coronavirus CoViD-19, la musica dal vivo rimarrà ammutolita in Italia fino al 3 aprile, bene che vada. Gli appuntamenti cancellati o rinviati si contano a centinaia, con danni economici stimati nell’ordine dei milioni di euro. Insieme al dato materiale, va considerato però quello – come dire – “psicologico”: l’inevitabile silenzio può essere colmato da streaming, radio o dischi, ma ovviamente non è la stessa cosa.
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Questo forzato digiuno da concerti può farci riflettere su quanto insostituibile sia parteciparvi, in termini di esperienza sociale persino più dell’ascolto in sé. La selezione che segue, evidentemente del tutto arbitraria, compone un collage di ricordi relativi a eventi recenti con protagonisti della più varia specie: ecco allora 10 concerti da vedere (online) – o da ricordare – nelle settimane da passare in casa.
Questo forzato digiuno da concerti può farci riflettere su quanto insostituibile sia parteciparvi, in termini di esperienza sociale persino più dell’ascolto in sé.
1. Holly Herndon
L’impressionante duetto fra voce umana e modulazione d’intelligenza artificiale, ammirato già nel disco dello scorso anno: Proto. Uno scorcio d’avvenire, probabilmente.
Il live di Holly Herndon a Club to Club 2019
2. Björk
Da tempo le esibizioni dell’artista islandese sono più di semplici concerti, vuoi per l’allestimento scenografico vuoi per la ricchezza dell’impianto strumentale. Come alla Royal Opera House di Londra, durante il tour di Vespertine, con un’orchestra di 70 elementi.
3. The Necks
“Il migliore trio sulla faccia della Terra”, secondo Geoff Dyer, autore di Natura morta con custodia di sax. In scena, la band australiana improvvisa alla maniera dei jazzisti, sconfinando tuttavia dal genere e sfidando il pubblico ad avventurarsi in zone sonore ineffabili. E il nuovo disco è in arrivo...
The Necks, una guida all'ascolto in 10 dischi
4. Calibro 35
Dal vivo, in Italia, non hanno rivali, come dimostrato dalla tournée di Momentum, interrotta a fine febbraio. Fecero un figurone, con formazione potenziata, sul palco del Primo Maggio a Roma nel 2018.
I Calibro 35 dai poliziotteschi all'attualità
5. Colin Stetson
Un uomo solo con i suoi sassofoni: nient’altro. Eppure all’ascolto sembra non sia così e s’immaginano basi preregistrate, che viceversa non ci sono. One man show dove fenomenali doti tecniche vengono messe al servizio di una travolgente urgenza espressiva.
Colin Stetson e il sax di oggi
6. Sunn O)))
In questo caso, davvero, dire “concerto” è poca cosa. Indossando tuniche monacali, i metallari “mentali” statunitensi celebrano rituali sciamanici, semmai. E il volume opprimente fa parte della messinscena.
Sunn O))), verso lo Zen metal
7. Low
Ulteriori destinazioni possibili per chi, partendo dal rock, esplora un altrove. Il trio del Minnesota ne ha dato prova su disco nel 2018 con Double Negative, spunto di un tour che l’ha condotto anche al Primavera Sound di Barcellona.
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8. Aphex Twin
In termini di attitudine, lo stesso vale per Richard D. James e la techno da rave. Antecedente alle impressionanti performance del biennio 2018/2019 (da noi a Club To Club), c’era stato l’esperimento di controllo in remoto dell’Heritage Orchestra abbinato a una reinvenzione di Pendulum Music di Steve Reich.
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9. Kraftwerk
Saranno diventati pure oggetti da museo, dopo gli happening al MoMA e alla Tate Modern, ma quando cedono la scena ai manichini elettronici per l’inno ufficiale della robotica non ce n’è proprio per nessuno.
Kraftwerk, ritorno al futuro
10. Daft Punk
Mancano dai palchi da una dozzina di anni, addirittura: un’eternità. Prima o poi torneranno, e sarà – quello sì – un evento. Per il momento accontentiamoci del souvenir dell’ultima tournée, unico scalo italiano della quale fu Torino, nel luglio 2007.