Festival Verdi, un 2020 tra ragione e sentimento

Presentato il programma che, dal 24 settembre al 18 ottobre, propone a Parma e a Busseto nuovi allestimenti de I Lombardi alla prima CrociataRigolettoMacbeth ed Ernani in forma di concerto.

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I palchi del Teatro Regio di Parma (Foto Luca Fregoso)
I palchi del Teatro Regio di Parma (Foto Luca Fregoso)

Non che Jane Austen c’entri granché, ma il Festival Verdi 2020 (Parma e Busseto, dal 24 settembre al 18 ottobre) presentato martedì scorso a Parma di fronte a un folto pubblico di addetti ai lavori, partner e appassionati, è parso segnato da un sottile equilibrio tra ragione e sentimento.

 

Ragione

4 titoli – I Lombardi alla prima CrociataRigolettoMacbeth ed Ernani in forma di concerto – per 4 debutti in 4 giorni consecutivi, con 3 nuovi allestimenti in 3 luoghi diversi (Teatro Regio, Teatro Verdi di Busseto e Chiesa di San Francesco del Prato), 4 orchestre e 2 cori coinvolti, 3 commissioni presentate in prima assoluta. Questi i numeri del cartellone principale di un festival che è stato presentato dal sindaco e presidente della fondazione Teatro Regio di Parma Federico Pizzarotti come «una manifestazione che rappresenta un investimento per la nostra città. Tutto quello che investiamo nel festival ci ritorna in termini di qualità della proposta culturale ma anche in termini di quantità dell’indotto turistico. Tutto questo deve essere comunque portato avanti con responsabilità: sappiamo in quale stato versava il teatro solo qualche anno fa e, nel sostenere sempre il lavoro di questa importante istituzione e l’impegno di tutte le persone che a essa collaborano, dobbiamo pensare a tenere il bilancio in ordine, cercando al tempo stesso di vedere riconosciuto da parte del Ministero per i beni e le attività culturali il giusto contributo per un festival di questa importanza».

In questo senso è Anna Maria Meo, direttore generale del Regio, a ricordare come «stiamo affrontando la nostra battaglia attraverso un ricorso al Consiglio di Stato perché riteniamo che il nostro festival non abbia avuto il giusto riconoscimento a livello di finanziamento da parte del Ministero. Per questo motivo, nel cartellone 2020, presentiamo un Ernani in forma di concerto, una scelta che abbiamo fatto in maniera consapevole in favore da un lato della sostenibilità del progetto, e dall’altro nell’ottica di garantire un’offerta culturale in linea, in termini di qualità e di quantità, con gli anni passati. Il nostro festival, come già ha ricordato il sindaco, rappresenta una risorsa per la nostra città e il report annuale che realizziamo in collaborazione con l’Università di Parma lo dimostra: la scorsa edizione, per esempio, ha fatto registrare benefici calcolati per oltre 15,75 milioni di euro sugli operatori economici e sulla comunità cittadina».

Un valore aggiunto rimarcato anche da Michele Guerra, assessore alla cultura del Comune di Parma, che ha sottolineato come «il Festival Verdi rappresenta una certezza nella nostra programmazione culturale, tanto è vero che quando abbiamo iniziato a lavorare al dossier di Parma capitale italiana della cultura 2020 avevamo come punto fermo il fatto che nell’autunno da fine settembre a ottobre c’era il festival e quindi non era quasi necessario fare niente altro. Ma proprio per Parma 2020 – oltre alle iniziative del Regio al di là del Festival Verdi – in autunno sarà inaugurata una mostra titolata “Opera!”, con un punto esclamativo che vuole simboleggiare l’importanza che la cultura del teatro musicale ha rivestito in passato e riveste tuttora, e che sarà al centro dell’indagine documentale che prenderà corpo in questa mostra, curata da Gloria Bianchino e Giuseppe Martini, con lo staff della Casa della Musica».

E la Casa della Musica è anche la sede dell’Istituto Nazionale di Studi Verdiani, partner scientifico del Festival Verdi: Francesco Izzo, direttore scientifico del festival, e il direttore dell’Istituto Alessandro Roccatagliati hanno illustrato l’impegno congiunto mirato a incentivare la ricerca sull’opera verdiana, acquisendone le più recenti scoperte scientifiche e portandole in scena con scrupolo musicale filologico. In questo senso le opere in programma sono presentate, d’intesa con Casa Ricordi, nelle edizioni critiche, ove già esistenti, promuovendone la realizzazione per i titoli che a oggi non ne sono dotati.

 

Sentimento

Al di là dei bilanci, delle programmazioni e dell’approccio filologico, un festival è tale se riesce a condividere con il suo pubblico la passione per quello che propone. Anche in occasione della presentazione di questa edizione 2020 tale passione ha avuto modo di emergere, a partire dalle parole del direttore musicale Roberto Abbado – confermato a Parma per altri tre anni – che sarà impegnato tra settembre e ottobre nella direzione di Macbeth e della Messa da Requiem: «oltre alla bella sfida rappresentata dall’allestimento del Macbeth in una chiesta di San Francesco che scopriremo diversa rispetto allo scorso anno grazie alla fine dei lavori di ristrutturazione, sono molto felice che la Messa da Requiem sia dedicata a Piero Farulli in occasione dei 100 anni dalla nascita. Ho frequentato Farulli ai tempi in cui lui aveva fondato a Pisa un’orchestra e un coro dedicati, tra l’altro, nell’esecuzione di Bach e io iniziai a cimentarmi con questo repertorio anche grazie a questa fondamentale esperienza».

Un altro ricordo ha commosso in questa occasione lo stesso Abbado: quello di Mirella Freni, grande artista recentemente scomparsa, alla quale, senza neppure essere nominata, è stato rivolto un lungo applauso e la promessa, da parte di Anna Maria Meo, di un adeguato ricordo in occasione di questo Festival.

Passando in rassegna gli artisti impegnati nei diversi appuntamenti del prossimo autunno troviamo i direttori Daniele Callegari e Alessandro Palumbo, e i registi Hugo de Ana, Pierfrancesco Maestrini e Yannis Kokkos, Michele Mariotti dirige per la prima volta Ernani, in forma di concerto, Valerij Gergiev è protagonista di un concerto sinfonico mentre la voce Luca Salsi sarà al centro del Gala Verdiano.

 

Tra gli interpreti citiamo Enkhbat Amartuvshin, Roberto Aronica, Yolanda Auyanet, Giorgio Berrugi, Jean-François Borras, Eleonora Buratto, Michele Pertusi, Dimitri Platanias, Davinia Rodriguez, Fabio Sartori, Roberto Tagliavini, Riccardo Zanellato, con la Filarmonica Arturo Toscanini, il Coro del Teatro Regio di Parma, i complessi artistici del Teatro Comunale di Bologna e l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai. Luigi Lo Cascio e Marco Baliani saranno invece gli interpreti di AroundVerdi, iniziativa realizzata dalla Società del Concerti di Parma.

La passione del Festival Vedi emerge, infine, anche nell’intrecciarsi delle tante manifestazioni sviluppate a corollario del cartellone principale: oltre 100 gli spettacoli a ingresso libero di Verdi Off, la rassegna curata da Barbara Minghetti e giunta alla V edizione, che dal 19 settembre con la Verdi Street Parade porta il festival nelle strade, nelle piazze, nelle case, negli istituti carcerari e all’ospedale dei bambini, abbracciando tutti in un clima di festa, nella vasta trama di uno spettacolo diffuso, in grado di conquistare famiglie, adulti, giovani, bambini, cittadini, visitatori e tutti coloro che vorranno vivere l’emozione di un incontro sorprendente e divertente a tu per tu con Verdi.

 

Per tutti i dettagli sul Festival Verdi 2020: www.teatroregioparma.it.

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