Selfie con dischi #2: Amedeo Confessore

La nostra rubrica dedicata agli "ascoltatori forti", gli irriducibili appassionati di dischi nell'epoca dello streaming

Selfie con dischi Amedeo Confessore
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Ascoltatori appassionati, collezionisti irriducibili, indomiti sognatori, enciclopedie viventi: sono i tanti uomini e donne che, pur avendo un altro lavoro, fanno dei dischi e della musica una delle attività più importanti della loro quotidianità. A queste persone, portatrici di stimoli, idee, emozioni e cultura musicale, abbiamo deciso di dedicare una rubrica, Selfie con dischi, un veloce ritratto in cui possono raccontare se stessi, la loro passione e, soprattutto, suggerirci un sacco di ascolti!

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Oggi è la volta di Amedeo Confessore.

Selfie con dischi Amedeo Confessore

Nome: Amedeo Confessore

Dati personali: 50 anni, impiegato,  Brindisi

Dischi posseduti: Circa diecimila tra vinili e cd

Formati: Vinile /cd

Generi preferiti: Tutti tranne la pizzica salentina.

 

Quante ore di musica ascolti mediamente al giorno e in che momenti?

«Ascolto 5 / 6 ore di musica al giorno, tra ascolti dedicati e ascolti meno attenti (ufficio o auto)».

C’è un formato (vinile, cd) che preferisci? 

«Sicuramente il vinile ma non per la qualità del suono, è stato il formato musicale con il quale sono cresciuto quindi è un affare di cuore».

Quando hai comprato il tuo primo disco? Ti ricordi qual era?

«Il mio primo disco l’ho acquistato a Londra da HMV Records in Oxford Street: era Tin Drum dei Japan».

Tin Drum Japan

Dove acquisti principalmente i dischi?

«Internet: qui a Brindisi non ci sono negozi di dischi».

Ci sono dischi che ascolti dedicandoti solo a quello e altri che ascolti facendo altre attività? 

«In genere gli ascolti più attenti e dedicati sono per la musica avant o il jazz (anche in cuffia), in genere non amo ascoltare musica e fare altre cose insieme».

Esiste un disco che hai amato tanto e che ora non riesci più a ascoltare, che non ti piace più? 

«Sicuramente alcuni gruppi post punk inglesi degli anni Ottanta, Stranglers per nominarne uno.

Possedendo tutti quei dischi, quando compri un disco nuovo, quante volte in media lo ascolti, in un anno? 

«Dipende, in generale una decina di volte».

Ci sono dischi recenti che pensi ascolterai ancora tra dieci anni? 

«Il catalogo della International Anthem, quelli dei Godspeed You! Black Emperor, dei Lambchop, le più belle canzoni di Bonnie Prince Billy e Bill Callahan».

Quali sono i tre dischi che più hai ascoltato (o ritieni di avere ascoltato) nella tua vita di ascoltatore e quelli che più hai ascoltato negli ultimi mesi?

«Scelgo tre dischi che rappresentano tre fasi della mia vita, l’adolescenza, la ragione e la comprensione: David Sylvian con Brilliant Trees, i Minutemen di Double Nickels On the Dime e Terry Riley con A Rainbow in Curved Air».

Dovessi consigliare un solo disco della tua collezione a una persona che non lo conosce, quale sarebbe?

«Robert Wyatt, The Peel Sessions».

Robert Wyatt

 

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