In studio con Serge Gainsbourg

Un cofanetto e un libro per ripercorrere la carriera di Serge Gainsbourg

Serge Gainsbourg - En Studio avec Serge Gainsbourg - Gainsbook
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Autunno 1967: il sex symbol intercontinentale Brigitte Bardot chiede al suo amante Serge Gainsbourg di comporre per lei la più bella canzone d’amore possibile. Gainsbourg si scatena e in una notte ne scrive addirittura due, “Bonnie and Clyde”, ispirata dall’omonimo film con Warren Beatty e Faye Dunaway, e “Je t’aime moi non plus”. Al mattino Gainsbourg vola a Londra per registrare la parte orchestrale per la seconda canzone e al pomeriggio è nuovamente a Parigi, in uno studio di avenue Hoche, per rendere immortali i sospiri e i gemiti della coppia illegittima (all’epoca BB è sposata col ricchissimo playboy Gunther Sachs).

A mezzogiorno del giorno seguente il pezzo è trasmesso da Europe 1 e Sachs reagisce malissimo, al punto che BB implora Gainsbourg di ritirare la canzone: detto fatto, il pezzo – in questa versione – rimarrà per otto anni chiuso in un cassetto.

Due anni più tardi, approfittando dell’anno erotico – per citare la sua canzone “69 Année Erotique”, Gainsbourg intraprende una relazione con l’attrice inglese Jane Birkin durante le riprese del film Slogan. Le propone di interpretare la canzone, un’ottava più alta rispetto all’originale di BB: è questa la versione che tutti conosciamo e che, grazie alla messa al bando da parte della BBC e del Vaticano, vendette quattro milioni di copie.

La prima versione di questo successo fa parte delle registrazioni originali presenti in un cofanetto triplo uscito l'11 ottobre. En Studio avec Serge Gainsbourg è un sogno divenuto realtà per tutti gli estimatori dell’"uomo dalla testa di cavolo". Nei tre CD troviamo molte versioni inedite dei suoi più grandi successi, canzoni mai sentite prima e altre interpretate da artisti famosi, e alcune musiche da film composte dal musicista parigino, figlio di immigrati ebrei ucraini.

«Ha cominciato la sua carriera nel 1958, l'anno dell’arrivo della musica stereofonica in Francia, ed è morto nel 1991, l'anno in cui l’ultimo posto dove si stampavano ancora i 45 giri ha chiuso» – Sébastien Merlet, supervisore della ristampa rimasterizzata dell’opera di Gainsbourg per Universal Music France

Il cofanetto ha il compito di accompagnare Gainsbook, un libro frutto di vent’anni di ricerche e una sessantina d’interviste agli arrangiatori storici di Serge Gainsbourg, ai suoi ingegneri del suono, ai suoi musicisti di studio, con la bellezza di più di 250 foto rare o inedite: il risultato proietta una luce nuova su un repertorio di respiro internazionale.

Gainsbourg è stato un personaggio a cui calza perfettamente la definizione di larger than life, capace di scrivere e interpretare canzonette melodiche in una varietà di sotto-generi, con testi pieni di giochi di parole provocatori. La sua natura di bastian contrario e la sua dipendenza dall’alcol hanno alimentato i suoi comportamenti sbagliati (come quella volta che, ubriaco, fece delle proposte imbarazzanti a Whitney Houston durante un programma della TV francese).

Come già anticipato, En Studio avec Serge Gainsbourg si sviluppa in tre parti: il primo disco si occupa di canzoni inedite, di versioni diverse di brani pubblicati in altra maniera, di canzoni il cui testo fu poi cambiato e di versioni strumentali; il secondo è dedicato a canzoni di Gainsbourg interpretate da altri artisti, mentre il terzo dà spazio a composizioni create per colonne sonore.

Il primo CD è assolutamente entusiasmante, con delle perle come la prima versione assoluta di “Ronsard 58”, presente in un’altra versione in Du Chante à la Une!, “Chez les Yé-Yé” in versione completa, come anche quella di “Melody”, inserita in una versione più breve nel capolavoro del 1971 Histoire de Melody Nelson, il funk assassino di “Tout mou tout doux”, l’irresistibile “SS in Uruguay”, l’esotica e inarrestabile “L’Ami Caouette”, la versione strumentale di “L'Homme à Tête de Chou”, “Lola Rastaquouère”, brano strumentale di quasi 12 minuti, e “Ecce Homo et Caetera”, entrambe incise a Kingston con l’eccezionale sezione ritmica formata da Sly Dunbar e Robbie Shakespeare, all’epoca conosciuti come The Revolutionaires.

E naturalmente c’è la versione del 1967 di “Je t’aime moi non plus”.

Nel secondo CD si segnalano “Les P’tits Papiers” nell’interpretazione di Régine, “Hier ou Demain”, canzone affidata alla voce di Marianne Faithfull, “Harley Davidson” cantata da BB, mentre Mireille Darc, all’epoca compagna di Alain Delon, si cimenta con “Le Drapeau noir”; c’è spazio anche per Françoise Hardy, Juliette Gréco, Petula Clark e Isabelle Adjani, mentre la famiglia è rappresentata da Jane Birkin alle prese con l’immortale “Jane B” e “Rupture au Miroir” e dalla figlia Charlotte Gainsbourg con “Plus doux avec moi”.

Charlotte Gainsbourg e l'elaborazione del lutto

Il terzo CD è dedicato alle musiche da film e al suo interno ci sono “Roller Girl” cantata da Anna Karina, all’epoca moglie di Jean-Luc Godard, versione à la Stooges della già citata “Harley Davidson”, la versione strumentale di “Je t’aime moi non plus” dal film omonimo che Gainsbourg girò nel 1976 e interpretato da Jane Birkin e Joe Dallesandro, da poco uscito dalle grazie di Andy Warhol, la versione strumentale della celebre “Requiem pour un Con” presente nel film del 1968 Le Pacha con Jean Gabin, la deliziosa “Yesterday Yes a Day” dal film Madame Claude e cantata, anzi sussurrata, da Jane Birkin, nuovamente presente insieme a Gainsbourg con “Goodbye Emmanuelle” dall’omonimo film.

Amato ma anche odiato, accusato di plagio nei confronti di compositori classici, di aver venduto più complessi personali che musica, di essere un alcolizzato privo di morale, Gainsbourg resta comunque un personaggio fondamentale per cercare di comprendere la Francia – o una parte di essa – a cavallo degli anni Sessanta e Settanta, quella in prima linea nella lotta per la libertà sessuale e quella di espressione.

«Mi piace la grande musica. Io faccio piccola musica. Un’arte minore. E allora prendo in prestito» – Serge Gainsbourg

Evitando giudizi morali o più semplicemente moralistici, Gainsbourg rimane un artista difficilmente replicabile e questo cofanetto è l’omaggio a un’odissea musicale durata 33 anni.

«La reazione del pubblico era sorprendente. Era più o meno come con David Bowie, il suo pubblico adora le sue canzoni. Con Serge è ancora più profondo. I francesi avevano nel loro sangue l'essenza di Gainsbourg» – George Simms, corista con il fratello Steve in alcuni tour di Gainsbourg

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