Che cosa c’è nei minidisc rubati dei Radiohead?

Hackerati e ricattati, i Radiohead mettono online 16 ore di bootleg: dei veri Basement Tapes

Radiohead minidiscs rubati
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La notizia sta rimbalzando da ieri anche sui media generalisti: i Radiohead (e più precisamente Thom Yorke) sono stati vittima di hacker, che hanno sottratto loro un archivio di 18 minidisc risalenti al periodo 1995-1998, i primi anni di successo per il gruppo di Oxford, tra The Bends e OK Computer.

In seguito a ripetute richieste di “riscatto” (150mila dollari per non diffondere il materiale, secondo Johnny Greenwood) i Radiohead hanno caricato l’intero contenuto sottratto su BandCamp, mettendo in vendita il download per 18 sterline, per soli 18 giorni. Il ricavato andrà a Extinction Rebellion, movimento che lotta contro i cambiamenti climatici.

we’ve been hacked 
my archived mini discs from 1995-1998(?) 
it’s not v interesting 
there’s a lot of it 

if you want it, you can buy the whole lot here 
18 minidisks for £18 
the proceeds will go to Extinction Rebellion 

as it’s out there 
it may as well be out there 
until we all get bored 
and move on 

Thmx

È una storia bellissima, e non stupisce che sia stata ripresa da molti: la narrazione più ovvia è quella del genio dei Radiohead, che – in effetti – sono noti anche per alcune mosse piuttosto brillanti e innovative in rapporto a internet, a partire dal download per un prezzo up-to-you di In Rainbows nel 2007.

Ma è una storia bellissima anche in rapporto al “mito” del rock, che ogni anno alimenta infinite edizioni limitate, inediti, bonus track di album inediti remixati riarrangiati e quant'altro, e che i Radiohead ancora riescono a incarnare (e sono forse una delle ultime grandi band, se non l’ultima, che può permetterselo).

Thom Yorke scrive «It’s not very interesting», e in effetti non lo è a meno che non siate fan dei Radiohead un po’ feticisti.

Il problema è che i fan dei Radiohead sono decisamente feticisti, e vogliono sentire questa roba. E che tra queste registrazioni ci sono perle meravigliose, bozze, provini in gruppo o di Thom Yorke da solo, errori… il tutto comunque a una buona qualità (ah, il minidisc: non è meraviglioso che al centro della storia ci sia questo supporto così ironicamente effimero?)

Si tratta a tutti gli effetti di un bootleg ufficiale, nel momento storico in cui – tra smartphone e social – l’idea stessa di bootleg non ha più alcun senso (e solo pochi giorni fa mi sono stupito di come i miei studenti, che hanno poco più di 10 anni meno di me, non conoscessero nemmeno la parola).

E allora via a questi Basement Tapes di Thom Yorke, 18 mp3 (ex mini disc) tra i 17 minuti e l’ora di durata per un totale di 16 ore e 19 minuti. Tutto inedito – salvo un paio di pezzi finiti in versioni deluxe di OK Computer. Tutto difficilmente navigabile, con solo la scansione della tracklist scritta a mano sul mini disc originale (e anche questo, non è fantastico?).

Ma insomma, che cosa c’è dentro questi MINIDISCS [HACKED]?

Ci sono molte cose non identificabili, almeno non al primo ascolto (sono pur sempre 16 ore di musica).

C’è “Electioneering” in una versione garage con appunti urlati l’un l’altro (MD 111).

C’è “True Love Waits”, brano di culto, in giro dal 1995, uscito per la prima volta in una struggente versione acustica sull’EP live I Might Be Wrong e poi ripreso e riarrangiato per A Moon Shaped Pool (MD 111).

C’è una demo acustica di “No Surprises” (MD 112) con una melodia leggermente variata.

Radiohead minidiscs rubati

Ci sono prove di soundcheck – con il pubblico: ad esempio, “I Promise”, altro brano secondario del canone Radiohead (MD 113). E subito dopo c’è una versione chitarra e voce di “Motion Picture Soundtrack”, che chiuderà Kid A in una versione con harmonium e arpeggiatori che rimane una delle cose più struggenti mai scritte da Thom Yorke. È probabilmente una versione per una radio, perché alla fine si sente la voce di un intervistatore che chiede «What that’s one called» «At the moment is called “Motion Picture Soundtrack”»… 

Ci sono vari sample, parti separate di arrangiamenti, loop di pianoforte e basso («Mahlers double basses», MD 113), una «messy jam» (sempre MD 113).

C'è una demo di "Karma Police" con il verso "This is what you get / when you fuck with me" (MD 118, variazione per filologi!) – e un'altra demo, interrotta, con una bizzarra armonizzazione sullo stesso verso (che ora è "When you fly with us", MD 119).

Inediti? Certo, anche se è difficile dirlo senza approfondire. Per esempio “Our Guarantee to You”, o “Not All Angels Have Wings”, versione demo di “Last Flowers” (MD 117)…

C’è persino Thom Yorke che registra il vento – letteralmente – per una ventina di secondi e poi ci canta sopra a cappella (MD 128) “A Reminder”, una rarità da fan del periodo OK Computer (e la canta di seguito tre, quattro volte, per provarla).

E insomma basta, perché c’è da farsi sanguinare il naso con tutta questa roba. Ci vorrà un po’ ad ascoltare tutto. La prima impressione è che ci troviamo da qualche parte tra le versioni alternative della Beatles Anthology e – appunto – i Basement Tapes di Dylan. In versione Radiohead. L’ultima band della storia del rock per cui varrà il concetto di bootleg.

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