Enrico Rava con Joe Lovano e John Scofield per il Padova Jazz Festival

Dopo l'apertura nel segno dei "classici", il Padova Jazz Festival prosegue fino a fine mese in vari spazi della città

Rava Lovano padova jazz
Foto Stefano Casali
Recensione
jazz
13 Ottobre 2018 - 27 Novembre 2018

l 13 ottobre scorso, la Magicaboola Brass Band ha aperto la ventunesima edizione del Padova Jazz Festival: ha percorso nel pomeriggio il centro storico per poi approdare al palazzo del Comune, alle Scuderie di Palazzo Moroni, dove è stata inaugurata la mostra fotografica “New York Jazz Stories”, una selezione di narrazioni fotografiche di Andrea Boccalini. La terza tappa del festival è stato il gala dinner con Ada Montellanico il 19 ottobre. Il programma è entrato nel vivo con i due concerti, biglietti esauriti, al teatro MPX del 26 e 27 ottobre.

Nel primo concerto, il flicorno di Enrico Rava ha ripreso il dialogo con il tenore e il soprano di Joe Lovano all’interno di un nuovo quintetto. La sezione ritmica italo-americana offre loro sia solidi punti di riferimento, sia costante capacità di ascolto e innovazione. Giovanni Guidi, al pianoforte, da tempo frequenta sia Dezron Douglas, al contrabbasso, (è di pochi mesi fa il tour con Fabrizio Bosso), sia Gerald Cleaver, alla batteria nel cd per ECM Ida Lupino

È soprattutto Rava a proporre nuovi brani e arrangiamenti di standard, da “My Funny Valentine” a “East Broadway Run Down”, alternando geometrie diverse, che prevedono anche momenti in duo e in trio, con nessun margine solista per contrabbasso e batteria e ampi spazi di manovra per i fiati. L’MPX, sala cinematografica, ha mostrato di essere uno spazio confortevole, ma impegnativo nel missaggio dei suoni, con qualche difficoltà proprio nei confronti dei fiati e, in particolare, del sax, ma Rava, Lovano e Guidi hanno comunque offerto musica intensa e originale, ricca di cambi di dinamiche e apprezzata dal pubblico.

Più spavalda, il 27, la prova dl quartetto di John Scofield, che celebra i suoi 66 anni con l’immancabile Ibanez elettrica e con un cd e tre compagni di strada riuniti nel Combo 66: piano e organo Hammond affidati a Gerald Clayton, Vicente Archer al basso e il fedele e impeccabile Bill Stewart, con lui alla batteria dal 1992 (e compositore di “Space Acres”).
A parte un paio di classici come “Green Tea”, i nuovi brani sono stati tutti composti “on the road”. Non è consueto che Scofield includa un tastierista nel gruppo, ma evidentemente in Clayton ha trovato un partner creativo e versatile, sia sui ritmi più incalzanti, sia nella possibilità di offrire swing e “legato” alla Hank Jones. In questo modo il quartetto sa passare da intense ballad  come quella dedicata a Toots Thielemans (“King of Belgium”) o lo standard “But Beautiful”, a tessiture sature come i nuovi “Willie Jean” e “Can’t Dance” che trasuda nervosismo urbano. Anche il suono complessivo è volutamente “saturo”, a discapito del piano a coda che finisce spesso per appiattirsi su un registro freddo e poco corposo, ma è un dettaglio rispetto alla carica energetica e alla capacità di improvvisazione sempre fresca di tutti e quattro i membri del gruppo.

Scofield Padova
Foto di Gabriele Lugli

Il festival continua a proporre appuntamenti importanti coinvolgendo altri teatri cittadini fino a fine novembre: ad esempio, la contrabbassista e compositrice Rosa Brunello coi Los Fermentos  (19 novembre), mentre il 12 novembre è prevista la "Battaglia… Sonora”, competizione tra la Wonderbrass Jazz Band e la Mestrino Dixieland Jass Band.

Padova Jazz chiude dal 22 novembre al Teatro Verdi: si comincia con il chitarrista Pat Martino, per proseguire il 23 con un doppio spettacolo: prima Jazzmeia Horn, cantante di Dallas (già vincitrice della Thelonious Monk Institute International Jazz Competition), e poi il sassofonista Francesco Cafiso. Serata finale sabato 24 novembre con il piano solo di Chick Corea.

Fra i collaterali, Claudio Sessa presenterà il libro Grande musica nera. Storia dell’Art Ensemble di Chicago di Paul Steinbeck, il 21 novembre al Caffè Pedrocchi; il 19 si terrà il workshop di fotografia tenuto da Nicola Malaguti; e, ancora, l’esposizione del cartone originale di Guernica di Pablo Picasso al Museo della Terza Armata, accompagnata il 17 novembre dalla  performance del violoncellista Jaques Morelenbaum.

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

jazz

A ParmaJazz Frontiere il rodato duo fra il sax Evan Parker e l'elettronica di Walter Prati

jazz

Il Bobo Stenson Trio ha inaugurato con successo la XXIX edizione del festival ParmaJazz Frontiere

jazz

Si chiude la stagione di Lupo 340 al Lido di Savio di Ravenna, in attesa di Area Sismica