Parabola di un dittatore

A Francoforte tre atti unici di Ernst Krenek

Recensione
classica
Oper Frankfurt
21 Maggio 2017
Traspare un profondo pessimismo appena mitigato da un sorriso amaro dalle tre opere brevi composte dall’austriaco Ernst Krenek sul finire degli anni ’20 con l’Italia già in camicia nera e le ombre brune che già si intravedevano sullo sfondo dei turbolenti anni di Weimar. L’opera tragica, la farsa e l’opera fiabesca sono riunite in un’unica serata, come già alla prima del 1928 a Wiesbaden, nell’allestimento andato in scena all’Oper Frankfurt a cura di David Hermann, che tenta un approccio unificante, da parabola del potere, attorno alla figura di un dittatore con ciuffo biondo calato sul cranio rasato. Una parabola che inizia con la vicenda del “Il dittatore”, nella quale il bellicismo trionfante del protagonista scatena l’istinto omicida di una donna, che intende vendicare il marito rimasto cieco in guerra ma che resta vittima del fascino del dittatore prima e quindi vittima della gelosia della moglie di questo. Prosegue poi con i toni farseschi di “Peso massimo o l’onore della nazione” (debitamente aggiustato), in cui il dittatore con moglie al seguito assiste da spettatore allo spettacolo del pugile Ochsenschwanz, della moglie fedifraga Evelyne e dell’amante di questa, il maestro di ballo Gaston, messo in scena da una compagnia di eversori “en travesti” che, dopo averlo ridicolizzato, attuano un attentato contro la vita del despota. E si conclude ne “Il regno segreto” con la temporanea rinuncia al potere del dittatore (qui, il re) in favore del giullare di corte sulla spinta di moti popolari e infine con il suo ritrovato equilibrio con lo spirito della terra. Spettacolo nel complesso riuscito grazie alle accattivanti scene di Jo Schramm e ai variegati costumi di Katharina Tasch, ma soprattutto a una compagine di interpreti intonati alla coralità dei tre lavori (si distinguono comunque Davide Damiani, che rende credibilmente il percorso crepuscolare del dittatore, e Ambur Braid, una regina vocalmente spericolata). Che quella con Krenek sia una frequentazione di lunga data si sente nella fluida direzione di Lothar Zagrosek, ispirata a una grande coerenza stilistica ma intonata ai diversi umori dei tre lavori. Il pubblico non è mancato all’appuntamento con Krenek anche nell’ultima delle recite in cartellone e risponde con calore.

Note: Nuova produzione dell’Oper Frankfurt. Date rappresentazioni: 30 aprile; 5, 7, 12, 14, 18, 21 maggio 2017.

Interpreti: [IL DITTATORE] Davide Damiani (Il dittatore), Juanita Lascarro (Charlotte, sua moglie), Vincent Wolfsteiner (L’ufficiale), Sara Jakubiak (Maria, sua moglie); [PESO MASSIMO O L’ONORE DELLA NAZIONE] Simon Bailey (Adam Ochsenschwanz), Barbara Zechmeister (Evelyne, sua moglie), Michael Porter (Gaston, un maestro di danza), Ludwig Mittelhammer (Professor Himmelhuber), Nina Tarandek (Anna Maria Himmelhuber, sua figlia), Michael McCown (Un giornalista / Un consigliere governativo); [IL REGNO SEGRETO] Davide Damiani (Il re), Ambur Braid (La regina), Sebastian Geyer (Il buffone), Peter Marsh (Il ribelle), Alison King, Julia Dawson, Judita Nagyová (Tre dame che cantano), Michael McCown (Primo rivoluzionario), Doğuş Güney (Secondo rivoluzionario), Michael Porter (Una guardia)

Regia: David Hermann

Scene: Jo Schramm

Costumi: Katharina Tasch

Orchestra: Frankfurter Opern- und Museumsorchester

Direttore: Lothar Zagrosek

Coro: Coro dell'Oper Frankfurt

Maestro Coro: Markus Ehmann

Luci: Olaf Winter

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