Un dialogo solo accennato
Mola Sylla, Harmen Fraanje e Ernst Reijseger in concerto per Padova Jazz
Non è frequente in un concerto di una rassegna jazz ascoltare gli strumenti della tradizione dell’Africa occidentale, per esempio il piccolo liuto xalam, o le lamelle intonate della kongoma con cui il senegalese, da trent’anni cittadino di Amsterdam, Mola Sylla accompagna il proprio canto e dialoga con il piano di Harmen Fraanje, e il violoncello a cinque corde di Ernst Reijseger. Proprio a questo trio il Padova Jazz Festival ha affidato il 9 novembre l’apertura (su uno dei due palchi principali) della diciannovesima edizione, divisa fra Cinema PortoAstra, teatro Verdi e numerosi bar e ristoranti cittadini (con un calendario “decentralizzato” che va dal 7 al 13 novembre e comprende anche film, mostre e incontri). Diciamo subito che il trio convince più nelle due registrazioni per la Winter e Winter rispetto a quanto offre in concerto. Promette bene il recente Count Till Zen, registrato in presa diretta a Ludwigsburg e prodotto nel 2015: una raccolta di brani indifferenti alle etichette, con buone idee ed equilibrio fra le tre diverse sensibilità musicali.
Dal vivo il violoncello di Reijseger, spesso suonato come un basso elettrico, fa da perno armonico e ritmico del trio, mentre la voce di Sylla conduce l’arco narrativo e con il piano acustico di Fraanje, che, a tratti, propone un suo dialogo melodico e minimalista con entrambi. Le premesse per un bel concerto, fuori dagli schemi, ci sarebbero tutte: ogni melodia ha carattere e intensità e le cellule ritmiche proposte da Reijseger sono spesso originali e sapientemente in bilico fra uso degli armonici, giri di basso sincopati e inserti melodici. Ma il trio non decolla e si ferma dopo appena un’ora di musica. La rilassatezza con cui vengono affrontati brani e interplay fra i musicisti sembra tradursi in una riproposizione convinta solo a metà, meno fresca, a confronto con le prove su disco. In particolare, la risposta musicalmente “leggera” dei due colleghi al canto e agli interventi percussivi di Sylla lasciano l’impressione di un dialogo solo accennato, che potrebbe essere ampliato ed approfondito, ma che, per ora, resta incompiuto.
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