L'Otello mancato della Scala

Risultato modesto per l’opera di Rossini, a Milano dopo 150 anni

Recensione
classica
Teatro alla Scala Milano
Gioachino Rossini
14 Luglio 2015
No, proprio non decolla questo “Otello” tornato alla Scala dopo quasi un secolo e mezzo dall’ultimo allestimento nel teatro milanese, eclissato da quello ben più noto (e scaligero doc) di Verdi. Sulla carta promettente, questa produzione è stata azzoppata fa una serie di rinunce pesanti: prima quella di John Eliot Gardiner, sostituito dal modesto Muhai Tang, che già non aveva impressionato a Zurigo un paio di stagioni fa. Poi quella di Anselm Kiefer, artefice anni fa di una superba “Elektra” premiata con l’Abbiati, il cui contributo in locandina veniva ridotto a “da un’idea di”, lasciando così l’onere della firma a Jürgen Flimm, anche regista dell’infelice produzione. Quel che resta sono tre alte pareti di tela che definiscono lo spazio dell’azione coperto di sabbia e di mobilio stile biergarten. Scena a parte, difficile trovare un filo coerente nel guazzabuglio di intenzioni della regia, alcune anche interessanti (vedasi la follia di Desdemona nella chiusa del secondo atto) altre francamente meno, ma realizzate con un’approssimazione ai limiti del professionale. Abbandonati a se stessi, gli interpreti della lussuosa distribuzione scaligera più che altro offrono conferme. Vocalmente smagliante come sempre, Juan Diego Flórez torna a vestire i panni di Rodrigo, il rivale di Otello, che è ancora una volta Gregory Kunde, di cui non rimane ormai che qualche acuto squillante ma nel registro medio la voce non è nemmeno più impostata. La luminosa Olga Peretyatko è una Desdemona parente stretta di Elvira e Lucia (cavalli di battaglia del soprano) dalla vocalità sicura così come il talento attoriale. Fra gli altri, molto bene Edgardo Rocha, che piacerebbe ascoltare in un ruolo maggiore, Annalisa Stroppa e Roberto Tagliavini. Detto dei limiti dell’allestimento di Flimm, in una drammaturgia astrattamente musicale come quella rossiniana le colpe maggiori vanno forse ascritte alla direzione di Tang: il passo è fiacco, l’orchestra è soffocata, il canto non si impone. Dimenticate le contestazioni alla prima, applausi calorosi a tutti gli interpreti, soprattutto a Flórez.

Note: Nuova produzione del Teatro alla Scala. Date rappresentazioni: dal 4, 7, 10, 14, 17, 20, 24 luglio 2015.

Interpreti: Gregory Kunde (Otello), Olga Peretyatko (Desdemona), Roberto Tagliavini (Elmiro Barbarigo), Juan Diego Flórez (Rodrigo), Edgardo Rocha (Iago), Annalisa Stroppa (Emilia), Nicola Pamio (Il Doge), Sehoon Moon (Gondoliero)

Regia: Jürgen Flimm

Scene: Jürgen Flimm da un‘idea di Anselm Kiefer

Costumi: Ursula Kudma

Orchestra: Orchestra del Teatro alla Scala

Direttore: Muhai Tang

Coro: Coro del Teatro alla Scala

Maestro Coro: Bruno Casoni

Luci: Sebastian Alphons

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

Torino: inaugurazione di stagione con Le nozze di Figaro

classica

Saltata la prima per tensioni sindacali, il Teatro La Fenice inaugura la stagione con un grande Myung-Whun Chung sul podio per l’opera verdiana

classica

Jonas  di Carissimi e Vanitas  di cinque compositori contemporanei hanno chiuso le celebrazioni per i trecentocinquanta anni dalla morte del grande maestro del Seicento