Dopo l’austera severità del Gluck inaugurale, la diva si diverte. Antidoto festoso alle arcaiche violenze dell’Ifigenia, la “Semele” occupa per una sola serata la scena del Festival di Pentecoste a Salisburgo. Per Cecilia Bartoli non è un debutto, avendo già affrontato qualche anno fa questa strana “opera after the manner of an oratorio” nel teatro di Zurigo in una spiritosa produzione firmata da Robert Carsen. A Salisburgo la “Semele” è concertante ma non ha davvero nulla della ieratica fissità dell’oratorio. Invece, in piena sintonia con la disinvolta inventiva händeliana, è opera vera, animata dalle spiritose gag di interpreti e direttore. Evidentemente con questo Händel la Bartoli gioca in casa, liberando finalmente la sua tipica esuberanza vocale prima nelle infinite variazioni “di vanità” allo specchio di «Myself I shall adore if I persist in gazing» (che esasperano Giunone e lo stesso direttore nel gioco scenico) e quindi nel trionfo di colorature dell’aria «No, no! I take no less», prima del patetico lamento che precede il suo incenerimento. Come a Zurigo, nei panni di Giove seduttore impenitente si ritrova l’elegante Charles Workman per una interpretazione stilisticamente impeccabile. Ai furori della gelosa Giunone presta voce e importante presenza, Birgit Remmert, altra interprete di rodata esperienza. Presenza di lusso, Andreas Scholl è un Athamas un po’ sottotono in recupero sul finale. Buone le prove di Peter Kálmán e Rebeca Olvera, molto opaca invece Liliana Nikiteanu. Equipaggio ridotto ma duttilissimo quello dei Barocchisti, guidati con mano sicura e gusto infallibile da Diego Fasolis, che dirige quasi danzando, e ordina perentorio gli interventi del coro in gran spolvero. Una festa musicale salutata con gran calore dal folto pubblico presente.
Note: Esecuzione in forma di concerto per il Festival di Pentecoste di Salisburgo.
Interpreti: Cecilia Bartoli (Semele), Charles Workman (Jupiter/Apollo), Birgit Remmert (Juno), Liliana Nikiteanu (Ino), Rebeca Olvera (Iris), Andreas Scholl (Athamas), Peter Kálmán (Cadmus/Somnus)
Orchestra: I Barocchisti
Direttore: Diego Fasolis
Coro: Coro della Radiotelevisione Svizzera, Lugano
Maestro Coro: Gianluca Capuano