Veemenza e morbidezza del suono bruckneriano
Pappano apre con Santa Cecilia il Bologna Festival 2012
Recensione
classica
Il Bologna Festival inaugura l'edizione 2012 (trentunesima in ordine di tempo) con un concerto di gran pregio che avvia nel migliore dei modi il cartellone principale fra i tanti che propone, da sempre dedicato a "I grandi interpreti". Il podio era affidato ad Antonio Pappano, che con la "sua" Orchestra dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia affrontava l'Ottava Sinfonia di Bruckner, fra le più ampie e impegnative dell'intero repertorio. Quale fosse il taglio interpretativo prescelto dal direttore è stato chiaro sin dalla prima pagina della partitura, con quella frase di viole e violoncelli caricata di uno spessore di suono e una veemenza emotiva sconosciute alle classiche interpretazioni di Jochum, Karajan o Celibidache. L'intera sinfonia è stata dunque sostenuta da una pienezza timbrica che ha caratterizzato tutti gli strumenti (mirabili i tanti tremoli intensissimi dell'ottantina di archi), senza tuttavia far mancare ai passi più intimistici quella dolcezza e morbidezza che richiedevano. L'immensa schiera degli ottoni la faceva naturalmente da padrone, brillando per la schiettezza degli attacchi più scoperti, mentre i legni rimangono perennemente soffocati nella scrittura bruckeriana, salvo qualche guizzo solistico capace di emergere dal magma sonoro generale. Pappano ha superato abilmente anche lo scoglio interpretativo del Finale, con le sue tante marce facili a cadere nei toni pompieristici, abilmente trattenuto a briglia corta, senza cadere in eccessi. Insomma, una interpretazione di alto profilo, salutata da un pubblico entusiasta, che ha in particolare applaudito le singole sezioni di un'orchestra da tempo assurta a livelli di vera eccellenza.
Note: PROGRAMMA: Anton Bruckner, Sinfonia n. 8 in do minore
Orchestra: Orchestra dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia
Direttore: Antonio Pappano
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