Romanzo "giapponese" per pianoforte e orchestra
Verona: la “Storia di Genji” di Cesare Picco
Recensione
classica
“Romanzo per pianoforte e orchestra”: così il pianista e compositore Cesare Picco ha voluto, chiamare la composizione ispirata alla Storia di Genji, un classico della letteratura giapponese, che ha eseguito per la prima volta, per il Festival Atlantide di Verona. La passione dichiarata, da parte dell’autore, per il Giappone, la sua cultura, le sue tradizioni, si percepisce in maniera evidente in quest’operazione, quasi una riproposizione, in chiave postmoderna, di una sorta di poema sinfonico. Ma che potrebbe essere anche la colonna sonora di un film immaginario: vi è infatti una successione di dieci parti, riferite a specifici momenti della narrazione dell’antico poema, come quadri con un ‘programma’ ben definito che scandiscono il divenire della narrazione musicale. Una narrazione che punta sulla suggestione – con un discreto inserimento di immagini light design – in cui Cesare Picco, con gusto e delicatezza, inserisce, di volta in volta, tutta una serie di ingredienti e di elementi di un vocabolario fatto di lunghi tappeti minimalisti, inserimenti improvvisativi di carattere jazzistico, elementi ritmici ‘alla Piazzolla’, ma aprendo anche squarci pulsivi atonali ed espansioni liriche di carattere romantico, senza trascurare gli esotismi dati dal colore orientale delle pentatoniche e da un diffuso impiego di glissandi da parte degli archi. Un quadro un po’ di maniera ma costellato di momenti di delicato pianismo - sottolineato con gusto sonoro dagli archi dei Virtuosi Italiani - e anche con divagazioni jazzistiche, che emergono fluide e con particolari declinazioni liriche dal contunuum sonoro; un continuum che, quasi rinunciando a sviluppare più estesamente questi momenti, nel complesso resta immerso in un’atmosfera di immota ed estatica plasticità.
Interpreti: Cesare Picco, piano
Orchestra: I Virtuosi Italiani
Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche
classica
Federico Maria Sardelli e il sopranista Bruno de Sá per un programma molto ben disegnato, fra Sturm und Drang, galanterie e delizie canore, con Mozart, da giovanissimo a autore maturo, come filo conduttore
classica
Le giovani voci dell’Homme Armé Consort per Striggio, Marenzio, Gabrieli & C.
classica
La stagione 2024/2025 della Fondazione Rete Lirica delle Marche si è inaugurata al Teatro dell’Aquila di Fermo