Innocente e perversa Lulu

David Alden mette in scena l'opera di Berg a Monaco, con una lettura grottesca, e richiami all'America anni Cinquanta, alla Pop art, al mondo dei media. Perfetta Margarita De Arellano nel ruolo della protagonista

Recensione
classica
Bayerische Staatsoper Monaco
Alban Berg
28 Aprile 2004
C'è uno sguardo beffardo sulla realtà, una realtà molto attuale, che domina nella "Lulu" messa in scena a Monaco da David Alden. E che la svincola dal suo contenuto di denuncia sociale, ma anche dai riferimenti artistici all'Espressionismo (ad esempio le suggestioni del film di Pabst nella "Lulu" firmata da Mussbach), sostituiti da richiami all'America anni Cinquanta, alla Pop art, al mondo dei media. Lulu vi gioca diversi ruoli, dalla Lolita, alla collegiale, alla madre, alla casalinga, alla femme fatale. Donna psicotica, ma capace di irretire gli uomini, cambiando apparenze (in baby-doll, in tailleur, in costumi da cow-girl e da majorette), trastullandosi tra giocattoli e animali di peluche (che si diverte a torturare), preparando toast subito dopo avere scoperto il suicidio del marito. Adattissima al ruolo Margarita De Arellano, soprano americano al suo debutto in questo ruolo: per la grande presenza scenica, le credibili movenze sexy, la agilità negli acuti, la naturalezza dell'emissione. Figura insieme innocente e perversa anche nel quadro del pittore che è un misto di horror (il corpo di una donna squartato da una scure) e di personaggi da fumetto. E tutto lo spettacolo mescola elementi di vita quotidiana, elementi grotteschi (il primario muore ansimando in una maschera per l'ossigeno) perversioni e voyerismo tecnologico (con televisioni, telecamere, laptop), aprendosi e chiudendosi su una scena che rappresenta una schiera di casette in stile americano con bosco sullo sfondo, e una grossa limousine (nella quale alla fine Jack uccide Lulu), giocando sulla presenza di una toilette, sinistra, imbrattata di sangue, dove nell'ultimo atto compaiono come zombie tutti gli uomini morti per Lulu. Ottima la prova di John Daszak, Tom Fox, Will Hartmann e l'anziano Franz Masura nei panni di Schigolch.

Interpreti: Lulu, Margarita De Arellano; Geschwitz, Katarina Karnéus; Theatergarderobiere/ Gymnasiast/Groom, Ulrike Helzel; Medizinalrat/Professor/Theaterdirektor/Bankier, Alfred Kuhn; Maler/Neger, Will Hartmann; Dr. Schön/Jack, Tom Fox; Alwa, John Daszak; Schigolch, Franz Mazura; Tierbändiger/Athlet, Jacek Strauch; Prinz/ Kammerdiener/Marquis, Robert Wörle; Polizeikommissär, Thorsten Stepath; Fünfzehnjährige, Talia Or; Mutter, Jennifer Trost; Kunstgewerblerin, Anne Pellekoorne; Journalist, Nikolay Borchev; Diener, Rüdiger Trebes

Regia: David Alden

Scene: Giles Cadle

Costumi: Brigitte Reiffenstuel

Coreografo: Beate Vollack

Orchestra: Bayerische Staatsorchestra

Direttore: Michael Boder

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

Ad Amsterdam Romeo Castellucci mette in scena “Le lacrime di Eros” su un’antologia di musiche del tardo rinascimento scelte da Raphaël Pichon per l’ensemble Pygmalion 

classica

Madrid: Haendel al Teatro Real

classica

A Roma, prima con i complessi di Santa Cecilia, poi con Vokalensemble Kölner Dom e Concerto Köln