Com'è decadente questo Don Giovanni

Nel complesso un buon allestimento: regia interessante anche se con una scenografia molto 'carica', ricca di colori, coerente nel complesso. Buona la compagnia di canto e la direzione di Yoram David.

Recensione
classica
Teatro Filarmonico Verona
Wolfgang Amadeus Mozart
10 Aprile 2002
La lettura del senso delle vicende che si profilano all'orizzonte del "dramma giocoso" Don Giovanni sono da sempre oggetto di controversie, sia che si voglia guardare ai suoi aspetti buffi o addirittura farseschi, sia a quelli più tragici, dato che la loro compenetrazione è nell'essenza stessa della drammaturgia costruita dal tandem Mozart-Da Ponte. E l'impronta che la regia di Yuri Alexandrov ha voluto imprimere a questo Don Giovanni veronese ha il pregio di aver voluto considerare con occhio attento i contrasti ed gli scarti esistenti nel profilo drammatico dell'opera. Vi è un progressivo mutare del colore di sfondo, da un azzurro luminoso ad un inteso cobalto fino ad incupirsi nel nero della notte; nello stesso tempo si assiste ad un progressivo affastellarsi di elementi scenografici e decorativi: strutture architettoniche, volti, scale, balconi, lampadari, il tutto rilucente di toni dorati e argentei, delle scene di Vjacheslav Okunev. E Don Giovanni oscilla tra atteggiamenti da vilain, volgarotti e sporcaccioni, sempre pronto a palpeggiare, a quelli di un raffinato decadente. E decisamente decadente è l'atmosfera che alla fine pervade la scena in cui irrompe il Commendatore: in una sorta di festino, in un ambiente assai carico, denso di fumi, con tanto di cortigiane al seguito. Se la scena è assai suggestiva e di effetto, questo clima forse toglie quell'aura di tragica ed eroica solitudine che è propria della scelta negativa di Don Giovanni. Se nell'ouverture la direzione ci è parsa poco convinta, nel corso dell'esecuzione Yoram David ha progressivamente messo in evidenza, con un certo garbo, il piano dei contrasti: con un buon lavoro di cesello e di lettura cameristica e un timbro orchestrale che a tratti si colorava di venature romantiche. Egregia la compagnia di canto: Michele Pertusi è un Don Giovanni eclettico e vigoroso, che affronta il ruolo con sicurezza, mestiere ed un notevole brio attorale così come Andrea Concetti, che interpreta Leporello con una buona tenuta vocale ed una notevole chiarezza espressiva. Elena Mosuc è stata una Donna Anna passionale la cui tinta vocale è emersa particolarmente in "Non i dir, bell'idol mio" e Patrizia Orciani ha progressivamente caricato l'interpretazione di Donna Elvira di accenti drammatici, mirabile nell'aria "In quali eccessi". Convincenti Antonino Siragusa in Ottavio (notevole ne "Il mio tesoro") e la Zerlina di Laura Cherici , dignitoso il Masetto di Gianfranco Montresor. Un cast che anche nei concertati ha mostrato un buon equilibrio sonoro ed espressivo.

Interpreti: Pertusi, Mosuc, Orciani, Siragusa, Ferrari, Concetti, Montresor, Cherici

Regia: Yuri Alexandrov

Scene: Viktor Okunev

Costumi: Viktor Okunev

Orchestra: Orchestra dell'Arena di Verona

Direttore: Yoram David

Coro: Coro dell'Arena di Verona

Maestro Coro: Armando Tasso

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