Da diversi anni Edoardo Sanguineti, poeta, librettista, collaboratore di vari musicisti (si ricorda il suo ormai antico sodalizio con Luciano Berio) esplora il campo letterario-teatrale attraverso intelligenti e controcorrenti travestimenti. "Travestimento", sostiene Sanguineti a ragione, è anche tradurre un classico, inevitabilmente aggiornandone il linguaggio. Ma "travestimento" è soprattutto partire da un autore, da un testo per coglierne un aspetto (a volte nascosto), porlo in primo piano e attraverso questo costruire "altro". Così è per "Sei personaggi.com", libera rilettura di Pirandello e nuova collaborazione di Sanguineti con Andrea Liberovici. I due artisti, insieme hanno già firmato "Rap" e una rivisitazione di Shakespeare ("Sonetto"). "Sei personaggi.com" ha debuttato ieri sera al Piccolo Teatro della Corte, ultimo spettacolo del cartellone del Teatro di Genova. Il testo di Sanguineti sembra costruito secondo una tecnica mahleriana. Il grande compositore boemo creava gigantesche strutture musicali accostando apparentemente in modo disordinato, (in realtà secondo un'organizzazione impeccabile) linguaggi eterogenei: frasi raffinate e citazioni volgari, elementi popolari e goffe rimembranze di elementi folclorici. Sanguineti gioca con le parole, affianca e contrappone materiali e citazioni di segno diverso. Scomoda Freud, ma attinge anche a semplici inserzioni pubblicitarie (annunci di massaggiatrici e simili) tratte da quotidiani d'oggi. Crea pagine di indubbia nobiltà letteraria e le contrappone a citazioni bibliografiche volutamente pedanti. Scarti improvvisi, oscillazioni dei toni dall'alto al basso con momenti sovente umoristici, pur in un contesto fortemente teso. Tema dominante è, infatti, l'incesto che l'autore trae, accentuandolo, dallo stesso Pirandello. Sul testo di Sanguineti è intervenuto Andrea Liberovici in doppia chiave, registica e musicale. Liberovici ha creato uno spazio vuoto (avvolto dagli spettatori che nel Piccolo teatro, di recente costruzione, circondano gli attori) animato da luci e soprattutto da suoni elaborati elettronicamente. Voci di attori assenti (Omero Antonutti, Mariangela Melato, Massimo Popolizio e Francesca Rota) manipolati secondo consuete tecniche di sovrapposizione, scomposizione, alterazione timbrica. Parole ridotte a semplici entità sonore e suoni animati dai gesti dell'autore trasformato di tanto in tanto in una sorta di direttore d'orchestra. Qua e là, Liberovici inserisce pure canzoni o rap e spuntano infine vecchi successi, come la scandalosa "Je t'aime". Spettacolo, insomma, interessante anche se forse eccessivamente eterogeneo. Ineccepibile la resa interpretativa. Bravissimi gli attori: Eugenio Allegri, Ottavia Fusco, Aleksandar Cvjetkovic, Rachele Ghersi e Fabrizio Matteini.
Interpreti: Cvjetkovic, Ghersi, Matteini, Fusco, Allegri. La voce del Padre, Omero Antonutti; la voce della Figlia, Mariangela Melato; la voce del Figlio, Massimo Popolizio; la voce della Bambina, Francesca Rota
Regia: Andrea Liberovici
Scene: Filippo Garrone
Costumi: Filippo Garrone