La Filarmonica pensa all'Expo
Milano: la nuova stagione
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La stagione trascorsa della Filarmonica della Scala è stata caratterizzata da grandi numeri, come gli ombrelli che hanno riempito piazza del Duomo lo scorso maggio per la "Sagra della primavera". La stagione alle porte dovrà cercare di confermare le aspettative, soprattutto in vista di Expo. Infatti, in chiusura della conferenza stampa è arrivato l'annuncio di Ernesto Schiavi, direttore artistico della Filarmonica, in presenza del sindaco Pisapia: «Insieme al Comune stiamo lavorando a una una piccola stagione con grandi direttori, che definiremo, che testimoni la sensibilità della Filarmonica per i temi di Expo». Da quello che pare di capire dal tono ufficioso di queste parole, la micro-stagione svilupperà contenuti come la musica proveniente da altri continenti o da altre forme di comunicazione, quali il cinema.
Ai temi di Expo è dedicata anche la commissione della Filarmonica a Carlo Galante, che il 23 febbraio presenterà in prima assoluta "The Food of Love", titolo tratto da un verso shakespeariano che evoca il filo conduttore sulla nutrizione alla base dell'esposizione. Il brano di Galante è affidato alla bacchetta di Daniele Rustioni, alla sua prima esperienza con la Filarmonica.
La stagione vera e propria è intitolata a Claudio Abbado e vedrà la presenza di giovani solisti di grande fama internazionale, come Lisa Batiashvili e Joshua Bell, accanto alla conferma di nomi «di famiglia» - come li definisce Schiavi - quali Barenboim, che aprirà la stagione il 10 novembre con la Sinfonia n. 6 di Caikovskij, Myung-Whun Chung, e naturalmente Riccardo Chailly, che dirigerà la pianista portoghese Maria João Pires nel Concerto n. 4 di Beethoven, oltre alla Sinfonia n. 5 di Sostakovic (18 maggio). La musica russa sarà ancora protagonista con Skrjabin ("Poème de l'extase") diretto da Gergiev il 30 marzo. Di interesse è la presenza americana, con l'esecuzione di "Amériques" nel cinquantenario della morte di Varèse diretta dall' 'americano' Fabio Luisi (12 gennaio), e di due capolavori di Charles Ives, "A New England Symphony" (Peter Eötvös, 2 febbraio) e "The Unanswered Question", nel concerto di chiusura di uno degli allievi più noti di Abbado, Daniel Harding (27 settembre 2015).
m.c.
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