La lirica in piazza

Firenze: in corteo contro la legge 160

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C'erano tutte le sigle sindacali e tutte le fondazioni, a Firenze, per manifestare insieme in un colorato corteo musicale che si è snodato nel centro cittadino sulle note dell'Inno di Mameli, della marcia trionfale dell'Aida, di “When the Saints go Marching in”, con grandi rullìi di tamburi, spiegamenti di voci in coro e squilli d'ottoni. Ancora una volta, ma stavolta tutti, si andava a protestare contro il decreto/legge 160 del 7 agosto 2016, e in particolare contro l'insidioso articolo che minaccia l'estinzione alle Fondazioni che entro il 31 dicembre 2018 non si siano messe in regola rispetto a criteri gestionali e di pareggio di bilancio che ora come ora sembrano impraticabili per la maggior parte di essi, producendo, si teme, un declassamento di fatto della maggior parte di essi a istituzioni non più adeguatamente supportate dallo Stato, e ipotizzando la stagionalità e la precarietà dei contratti di lavoro. Ma il problema nasce prima, molto tempo fa, da quella pseudo-privatizzazione fallita che istituiva le Fondazioni sotto una speciosa formulazione privatistica, ma che in realtà lasciava tutto nelle mani della politica giacché erano i sindaci a nominare i sovrintendenti... e a Firenze questo l'abbiamo visto molto bene. Per la prima volta però vediamo insieme tutti i teatri e tutte le sigle: evidentemente si è capito che non si può più andare in ordine sparso sperando di salvarsi con gli agganci politici o con i trattamenti di favore. Temi ricorrenti nei discorsi dei manifestanti: il futuro dei nostri giovani musicisti già adesso in fuga all'estero, la necessità di interventi legislativi e finanziari correttivi per scongiurare il rischio d'estinzione dei nostri teatri, e soprattutto la governance di questi teatri, prima che sia troppo tardi. E cioè sovrintendenti d'esperienza e di mestiere, magari di nomina ministeriali, e responsabili di ciò che fanno e di come spendono, perché in futuro non siano sempre e solo i dipendenti, artisti e tecnici, a rimetterci.

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