Berlioz con Gatti e Michieletto per l'inaugurazione dell'Opera
Il programma della prossima stagione della fondazione lirica romana
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Sarà La Damnation de Faust ad inaugurare il prossimo 12 dicembre la stagione 2017-2018 del Teatro dell'Opera, con la direzione di Daniele Gatti, che è alla seconda delle quattro inaugurazioni di stagione consecutive concordate col teatro romano. Firmerà la regia Damiano Michiletto, chiamato dopo il successo del recentissimo Viaggio a Reims a mettere in scena un'altra "non opera", che sicuramente gli consentirà di sfogare liberamente la sua inventiva. Sarà la prima volta all'Opera per la "leggenda drammatica" di Berlioz, così come per il Billy Budd di Britten, che arriverà a maggio con la direzione di James Conlon e la regia di Deborah Warner, in coproduzione con i teatri di Madrid, Parigi e Helsinki. Non riserva sorprese la rimanente parte del cartellone, che attinge al catalogo di alcuni degli autori più frequentemente rappresentati sulle scene operistiche: Mozart, Bellini, Verdi (ma con i relativamente rari Masnadieri), Puccini e la coppia Mascagni-Leoncavallo. Se si cercano novità, si possono trovarle soprattutto nel campo dei registi: Massimo Popolizio esordisce nella regia lirica mettendo in scena I Masnadieri, Alex Ollé firma La Bohème (coproduzione con Torino), Graham Vick completa con Le Nozze di Figaro la sua trilogia Mozart-Da Ponte. Non nuovi in assoluto ma nuovi per Roma sono anche gli altri allestimenti, firmati da registi che promettono approcci nuovi e diversi allo spettacolo operistico, quali Giorgio Barberio Corsetti (La Sonnambula, da Bari), Pippo Del Bono (Cavalleria e Pagliacci, da Napoli) e Barrie Kosky e Suzanne Andrade (Il Flauto magico, dalla Kömische Oper di Berlino).
Per quanto riguarda i direttori, ritornano un ospite abituale dell'Opera quale Roberto Abbado (I Masnadieri) e Speranza Scappucci (La Sonnambula) e Stefano Montanari (Le Nozze di Figaro), che hanno debuttato a Roma quest'anno e sono stati subito riconfermati. Debutterà Henrik Nanasi, quarantenne ungherese preceduto da una fama più che lusinghiera: sarà sul podio della Bohème e del Flauto magico. Un altro quarantenne molto lanciato, Jordi Bernacer dirigerà Tosca, che verrà proposta fuori abbonamento al pari della Traviata, andando a costituire un nucleo di titoli di repertorio da riproporre abitualmente.
A qualcuno potrà non piacere, ma è un dato di fatto che, a Roma come altrove, le voci non sono più considerate il pilastro fondamentale di una stagione lirica. In ogni caso i cast si prospettano di ottimo livello e ben assortiti. Si segnalano alcuni interessanti debutti. La rumena Anita Hartig sarà Mimì, di cui si dicono meraviglie, come conferma il fatto che nel giro di pochi mesi ha cantato l'opera pucciniana a Vienna, Berlino, Madrid e New York. Accanto a lei farà il suo debutto a Roma anche Olga Kulchynska, che ha un carnet quasi altrettanto prestigioso come Musetta. Debutterà nel difficile ruolo di Amalia nei Masnadieri la giovane Roberta Mantegna, un prodotto del progetto per giovani artisti del Teatro dell'Opera. Viene invece dall'Accademia della Scala Federica Lombardi, che sarà la Contessa mozartiana. Farà il suo debutto a Roma anche Christina Poulitsti, nel ruolo della Regina della Notte. Anita Rachvelishvili è già ben nota al pubblico romano, ma per lei sarà la prima volta in assoluto come Santuzza.
Completano la stagione quattro concerti sinfonici, diretti da Maxime Pascal, Dennis Russel Davies, Constantinos Carydis e Lothar Koenigs. Il filo conduttore sarà il rapporto tra compositori di diverse epoche, con Schubert riletto da Berio, Musorgskij da Ravel e Brahms da Schoenberg. Inoltre due opere in un atto in forma di concerto: La Voix humaine di Poulenc con Anna Caterina Antonacci ed Erwartung di Schoenberg. Infine il Teatro dell'Opera nel 2018 andrà in tournée in Oman con Pagliacci e in Giappone con Traviata e Manon Lescaut.
M.M.
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