L’assedio di Mosul all’Aquila
“Assedio – frammenti di reportage” si basa sulle testimonianze televisive di Lucia Goracci
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L’Istituzione Sinfonica Abruzzese ha commissionato un’opera multimediale che coinvolge vari autori e protagonisti e che sarà eseguita venerdì 21 luglio e sabato 22 nel Parco del Castello dell’Aquila per la sesta edizione dei Cantieri dell’Immaginario. Nato da un’idea di Luisa Prayer, lo spettacolo è intitolato “Assedio – frammenti di reportage” ed è realizzato da un team di autori/esecutori che hanno lavorato in azione sinergica alla scrittura di una partitura complessa per solisti, orchestra, voci narranti e video. L’idea è trasferire la testimonianza di Lucia Goracci - che da anni trasmette i suoi reportage da vari fronti di guerra e in particolare ha seguito a lungo gli assedi di Mosul e Aleppo - dal piano della cronaca giornalistica, che esaurisce in pochi minuti il suo rapporto con l’ascoltatore, al piano dell’opera d’arte, che guadagna la dimensione della permanenza e della potenziale riproducibilità. Per la prima volta si vedrà Lucia Goracci in veste di autrice di un testo teatrale e di interprete, insieme a Stefano Goracci.
I brevi servizi giornalistici quotidiani della Goracci, trasmessi da RAI News 24, non hanno semplicemente aggiornato il diario degli eventi, ma agito anche sul piano della osservazione antropologica e psicologica, dando spazio, seppure per pochi secondi, ai volti e alle voci di esseri umani rappresentati nella propria individualità. Dal valore di questa ricerca, conosciuta dal pubblico nella forma frammentaria della narrazione televisiva, nasce l’idea di creare un’opera che consenta di rivedere, riascoltare e riflettere. L’opera si serve di modalità e strumenti espressivi della tradizione occidentale. Punto di partenza comune della partitura del compositore Tonino Battista, che salirà personalmente sul podio dell’Orchestra Sinfonica Abruzzese, e delle elaborazioni di Daniele Roccato insieme al quartetto di contrabbassi “Ludus Gravis” sono le Lamentationes Jeremiae Prophetae, mottetti composti da Giovanni Pierluigi da Palestrina sul testo biblico che parla della distruzione di Gerusalemme, qui assunta come archetipo. Si aggiungono al quadro sonoro le percussioni etniche dell’artista iraniano naturalizzato francese Ghavi Helm Mohammad, protagonista di momenti di improvvisazione a due con il contrabbassista Roccato. Elemento base dello spettacolo è il video creato dal regista/musicista Claudio Rufa, rielaborando le riprese fatte in Iraq e Siria da Lucia Goracci insieme al suo cameramen Miodrag Stojic.
M.M.
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