Paleariza 1: L’anima greca
È partito la diciottesima edizione del festival in Aspromonte
Recensione
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2-23 agosto, Aspromonte e costa jonica: il festival Paleariza) - l’antica radice – propone la sua diciottesima edizione con tre settimane di tre concerti e trekking in dodici comuni all’insegna della “prossimità”, con ampio spazio per i musicisti locali e gruppi attivi in Italia, accentuando la sua vocazione mediterranea. Il concerto del 7 agosto a Gallicianò ben rappresenta lo spirito del festival, sorta di pifferaio magico che dalla costa vacanziera induce i turisti a partecipare ad una camminata pomeridiana fra luoghi di antichi monasteri o a inerpicarsi in macchina sull’Aspromonte per gustare l’ottima cucina locale e passare la notte ascoltando melodie e canti greci nella suggestiva piazza di Gallicianò, fra i pochi borghi in cui ancora si pratica il greco di Calabria e che ospita un’incantevole chiesa ortodossa.
Hanno aperto le danze, in sestetto, gli Evi Evan, con un repertorio spesso struggente, fra classici e nuove composizioni, basato sul loro recente Itinerario Rebetiko: in primo piano la voce e il baglamás di Georgios Strimpakos e il bouzouki di Dimitris Kotsiouros a ripercorrere classici di un repertorio “cerniera” fra oriente ed occidente, vecchio magari più di cent’anni, ma sempre attuale. Impeccabile la fisarmonica di Simone Branchesi e la sezione ritmica con il contrabbasso di Daniele Ercoli, le percussioni di Luca Cioffi e la chitarra di Emiliano Palombo. Quest’ultimo ha anche duettato con Kotsiouros in un ballo tradizionale che ha fatto da antipasto alla seconda parte della notte musicale. Non di rado, appena il gruppo chiude il concerto, Paleariza invita i musicisti locali a ri-aprire le danze sotto il palco invitando i presenti a ballare il sonu a ballo dell’Aspromonte, invito mai disatteso a Gallicianò che vanta sempre un buon numero di vigorosi tamburelli ed organetti.
Un’ottima “chiusura” per una settimana che ha visto protagonisti anche Esencia Flamenca (a Bova), La Paranza del Greco (a Bagaladi), Alessandro Santacaterina e i Brigan (a Staiti), cantastorie senza età come Fulvio Cama e Otello Profazio e i Tamburi di Luca Scorziello (a Cardeto) ed una serata a Prunella di Melito dedicata ai gruppi grecanici: Alma Greca, Eliakos, Khardia, Nuovo Suono Battente. Si riprende il 10 agosto a San Lorenzo con una vecchia conoscenza del festival, i catanesi Unavantaluna, con un programma intenso fino al 21 agosto, con il ritorno dei Re Niliu a Bova.
Hanno aperto le danze, in sestetto, gli Evi Evan, con un repertorio spesso struggente, fra classici e nuove composizioni, basato sul loro recente Itinerario Rebetiko: in primo piano la voce e il baglamás di Georgios Strimpakos e il bouzouki di Dimitris Kotsiouros a ripercorrere classici di un repertorio “cerniera” fra oriente ed occidente, vecchio magari più di cent’anni, ma sempre attuale. Impeccabile la fisarmonica di Simone Branchesi e la sezione ritmica con il contrabbasso di Daniele Ercoli, le percussioni di Luca Cioffi e la chitarra di Emiliano Palombo. Quest’ultimo ha anche duettato con Kotsiouros in un ballo tradizionale che ha fatto da antipasto alla seconda parte della notte musicale. Non di rado, appena il gruppo chiude il concerto, Paleariza invita i musicisti locali a ri-aprire le danze sotto il palco invitando i presenti a ballare il sonu a ballo dell’Aspromonte, invito mai disatteso a Gallicianò che vanta sempre un buon numero di vigorosi tamburelli ed organetti.
Un’ottima “chiusura” per una settimana che ha visto protagonisti anche Esencia Flamenca (a Bova), La Paranza del Greco (a Bagaladi), Alessandro Santacaterina e i Brigan (a Staiti), cantastorie senza età come Fulvio Cama e Otello Profazio e i Tamburi di Luca Scorziello (a Cardeto) ed una serata a Prunella di Melito dedicata ai gruppi grecanici: Alma Greca, Eliakos, Khardia, Nuovo Suono Battente. Si riprende il 10 agosto a San Lorenzo con una vecchia conoscenza del festival, i catanesi Unavantaluna, con un programma intenso fino al 21 agosto, con il ritorno dei Re Niliu a Bova.
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