Immagini dalla nuova onda punk

Un eccezionale libro di Matteo Torcinovich racconta per immagini il punk/new wave

Articolo
pop

Matteo Torcinovich
(in collaborazione con Sebastiano Girardi)
Pics Off! L’estetica della nuova onda punk. Fotografie e dischi 1976-1982
Nomos edizioni, 224 pp., €24,90

Diciamolo subito: questo compatto libretto cartonato – che comprende qualche centinaio di scatti fotografici dagli archivi di trenta fra i maggiori fotografi attivi nel periodo punk-new wave (l’arco cronologico del libro copre il periodo 1976-1982) – è un prodotto straordinario.
Lo è per diversi motivi.
Intanto, per la qualità delle immagini che raccoglie: una storia iconografica non solo di un genere musicale (quello che va oggi sotto i nome di punk-new wave, termini che – ricorda il curatore Matteo Torcinovich – furono interscambiabili intorno al 1976-77, mentre il secondo sostituì il primo negli anni successivi) ma di uno stile, di un modo di leggere la realtà e di vedere il mondo.

In tal senso, questo libro può interessare tanto gli appassionati di musica quanto quelli di moda e quelli di fotografia. La prospettiva cronologica del libro (diviso in due percorsi complementari, fra Regno Unito e USA) permette di osservare lo sviluppo estetico e iconografico della “nuova onda punk”; dal punto di vista dello storico questi documenti sono tanto più interessanti perché questo movimento si colloca alla fine dell’era del vinile, alla soglia dell’era del cd e del successivo depotenziamento della copertina del disco come oggetto iconico, «al di qua del confine cronologico che di fatto segna la fine dell’importanza estetica della copertina», scrive giustamente il curatore.



Ma c’è un altro elemento che rende questo libro unico, e oggetto di interesse a prescindere dai soggetti che vi sono ritratti e dai nomi che li ritraggono (fotografi come Roberta Bayley, George DuBose, Brian Duffy, Andy Earl, Peter Gravelle, Brian Griffin, Martyn Goddard, Bob Gruem, Gered Mankowitz, Jim Rakete, Masayoshi Sukita e altri ancora). Ed è il taglio che il curatore (con la collaborazione del grafico Sebastiano Girardi) ha dato a quella che è una vera e propria narrazione: non gli scatti principali, quelli divenuti iconici, ma quelli prima e dopo delle stesse session, i provini, le immagini scartate.

L’effetto è, proprio perché si tratta di immagini iconiche, spesso straniante: si incontra Debbie Harry che si mette a posto il vestito un istante prima dello scatto di Parallel Lines, con le sue simmetrie di bianco e nero, Nina Hagen per le strade di Berlino Ovest al tramonto, Lydia Lunch in posa fetish per la copertina del disco del 1979 Pre Teenage Jesus and The Jerks (in copertina c’è solo il suo occhio e un pezzo di frangia…). Si trova – quasi una sequenza cinematografica – Bowie e la serie di gesti che darà vita alla storica copertina di Heroes. E poi Iggy Pop, Alan Vega, gli Specials, i Bow Wow Wow... Aneddoti dei fotografi svelano per ogni immagine i retroscena, le tecniche usate, gli accordi con la casa discografica e altro ancora.

La storia dietro il libro, il lungo lavoro di ricerca dei materiali e dei fotografi è raccontato da Torcinovich – curatore fra le altre cose dell'archivio digitale del Venice Punk Museum – in una sorta di postfazione, “Ritrovamenti e inaspettate sorprese”, che svela il lavoro un po’ da studioso, un po’ da investigatore privato, che sta dietro il libro.

Sul sito di Nomos Edizioni alcune pagine da sfogliare.

Nella foto: David Bowie, 1977-1997 Risky Folio Inc - Courtesy of The David Bowie Archive

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