Morricone sull'Opera di Roma
Il musicista esprime la sua indignazione
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Alle lettere di solidarietà che continuano a giungere all'orchestra e al coro dell'Opera di Roma si aggiunge quella di Ennio Morricone, che ha voluto esprimere «pubblicamente, da cittadino italiano e da musicista, la più ferma indignazione per quello che sta avvenendo in queste ore all'orchestra e al coro del Teatro dell'"Opera di Roma». Per l'85enne compositore romano «è un atto gravissimo, irreparabile, una ferita portata non solo alla musica e alla cultura tutta, ma anche ai valori fondanti del nostro vivere civile, valori che, proprio nel momento di una grave crisi economica come quella che stiamo vivendo, dovrebbero essere salvaguardati a tutela di un patrimonio che tutto il mondo ci invidia». Prosegue affermando: «Non è giusto che le responsabilità vengano addossate esclusivamente ai lavoratori della musica: di certo la gestione del Teatro può essere razionalizzata, modernizzata e quindi migliorata, ma non possono portarne il peso unilateralmente coloro che, dopo aver vinto severi concorsi internazionali, con l'impegno costante in orchestra e nel coro, e attraverso il faticoso e continuo studio a casa dello strumento e della vocalità hanno fatto grandi questo coro e questa orchestra». Non manca una decisa critica al piano approvato dal Cda dell'Opera: «Non è con le cosiddette esternalizzazioni o precarizzazioni che si migliora la qualità artistica», che «nasce dall'affiatamento e dalla consuetudine del lavoro assieme che i musicisti portano avanti con serietà, dignità e tranquillità delle loro condizioni professionali». E conclude: «Non annunciamo con la chiusura dell'Opera di Roma, un altro triste capitolo per la cultura e la convivenza civile in Italia».
m.m.
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