MITO: Padri e Figli
Presentato il festival 2016, tutto rinnovato, con la direzione di Nicola Campogrande
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È una piccola rivoluzione quella del nuovo MITO Settembre Musica, dal 2 al 22 settembre: il festival delle due città, presentato in mattinata a Torino (e alle 17 a Milano) cambia volto in occasione della decima edizione. Di immutato – hanno spiegato gli assessori alla cultura delle due città Maurizio Braccialarghe (che ha anche rivolto un saluto e un ringraziamento all'organizzazione, essendo alla fine del mandato) e Filippo Del Corno – c'è la volontà di fare "massa critica", di potenziare il rapporto fra le due aree urbane e valorizzarne le risorse, le eccellenze musicali, le orchestre, le associazioni attive nella produzione e nella diffusione della musica.
Una prima novità riguarda il maggiore equilibrio fra i due programmi, quello milanese e quello torinese, quasi speculari. La scelta di concentrarsi esclusivamente sulla musica classica è invece in netta controtendenza rispetto a quanto è stato MITO negli ultimi lustri: «Ma non è una resa – ha spiegato Nicola Campogrande, il nuovo direttore artistico – quanto piuttosto una ripartenza». Sotto il tema "Padri e Figli", allora, il compositore-direttore artistico ha costruito un programma originale, spiega, non programmando «nessun concerto precotto, "di giro"» ma preferendo costruire programmi inediti, ad hoc. «Se un festival deve essere un festival, significa che deve offrire 20 giorni speciali».
Netto anche il distacco dal passato per quanto riguarda l'idea di "musica classica" che innerva il cartellone: «Non ci saranno – ha continuato Campogrande – concerti "punitivi" nello stile delle vecchie avanguardie. Il programma abbraccia più di 112 compositori e molti stili musicali, ma la scelta è quella di una musica che deve piacere».
Altre novità sono il ripensamento della formula-concerto, con brevi introduzioni prima di ogni evento, affidate a specialisti, e "guide all'ascolto" in forma di sopratitoli proiettati su display in alcuni casi.
Un occhio al cartellone (disponibile integralmente qui): apertura con la London Symphony Orchestra diretta da Gianandrea Noseda, in un programma intitolato Debussy Recasted, molti eventi dedicati all'infanzia, un grande appuntamento di "Open singing" in Piazza Duomo a Milano e in Piazza San Carlo a Torino, in cui il pubblico sarà chiamato a cantare sotto la direzione di Michael Gohl. Chiusura con Jobim o Villa-Lobos?, con la chitarra di Toquinho e il violoncello (e l'ensemble) di Ophélie Gaillard.
Una prima novità riguarda il maggiore equilibrio fra i due programmi, quello milanese e quello torinese, quasi speculari. La scelta di concentrarsi esclusivamente sulla musica classica è invece in netta controtendenza rispetto a quanto è stato MITO negli ultimi lustri: «Ma non è una resa – ha spiegato Nicola Campogrande, il nuovo direttore artistico – quanto piuttosto una ripartenza». Sotto il tema "Padri e Figli", allora, il compositore-direttore artistico ha costruito un programma originale, spiega, non programmando «nessun concerto precotto, "di giro"» ma preferendo costruire programmi inediti, ad hoc. «Se un festival deve essere un festival, significa che deve offrire 20 giorni speciali».
Netto anche il distacco dal passato per quanto riguarda l'idea di "musica classica" che innerva il cartellone: «Non ci saranno – ha continuato Campogrande – concerti "punitivi" nello stile delle vecchie avanguardie. Il programma abbraccia più di 112 compositori e molti stili musicali, ma la scelta è quella di una musica che deve piacere».
Altre novità sono il ripensamento della formula-concerto, con brevi introduzioni prima di ogni evento, affidate a specialisti, e "guide all'ascolto" in forma di sopratitoli proiettati su display in alcuni casi.
Un occhio al cartellone (disponibile integralmente qui): apertura con la London Symphony Orchestra diretta da Gianandrea Noseda, in un programma intitolato Debussy Recasted, molti eventi dedicati all'infanzia, un grande appuntamento di "Open singing" in Piazza Duomo a Milano e in Piazza San Carlo a Torino, in cui il pubblico sarà chiamato a cantare sotto la direzione di Michael Gohl. Chiusura con Jobim o Villa-Lobos?, con la chitarra di Toquinho e il violoncello (e l'ensemble) di Ophélie Gaillard.
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