L'Opera di Roma al positivo

Ok il bilancio e in aumento il numero delle opere, dei balletti e degli spettatori

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Michele Mariotti ( Foto Fabrizio Sansoni/Opera di Roma)
Michele Mariotti ( Foto Fabrizio Sansoni/Opera di Roma)

Sarà Simon Boccanegra  a inaugurare il 27 novembre - una data che sta diventando una tradizione - la stagione 2024-2025 del Teatro dell’Opera di Roma. Lo ha annunciato il sovrintendente Francesco Giambrone, che ha sottolineato che la prossima sarà la stagione dei più: più titoli d’opera, più serate di balletto, più concerti, più aperture di sipario. E si può aggiungere un sicuro aumento del tasso di riempimento della sala, un trend costante da alcuni anni. Tutto questo è consentito anche dal bilancio in attivo per il decimo anno consecutivo, premessa indispensabile - ma non sufficiente - per poter aumentare l’attività. Il resto lo fanno il lavoro e l’entusiasmo di coro, orchestra, tecnici, personale amministrativo e naturalmente di chi guida il tetro

Il nuovo direttore artistico Paolo Arcà, che è tornato nella sua Roma dopo aver diretto i principali teatri italiani come la Scala e il Maggio Musicale Fiorentino, ha presentato i dodici spettacoli operistici (due saranno dittici, quindi i titoli saranno quattordici), evidenziando che sarà una stagione “ricca, diversificata, propositiva”, che copre un arco temporale che va dall’Alcina  di Haendel (1735) a Adriana Mater  della Saariaho (2006). Il direttore musicale Michele Mariotti dirigerà quatto titoli, cominciando col Boccanegra  inaugurale (protagonisti Luca Salsi, Eleonora Buratto, Michele Pertusi e Stefan Pop, regista Richard Jones). Il 14 gennaio, a centoventicinque anni esatti dalla prima assoluta nell’allora teatro Costanzi, dirigerà Tosca con le scene ricostruite sui bozzetti disegnati da Adolf Hohenstein per quella storica prima e con la regia moderna di Alessandro Talevi. Tosca  verrà ripresa anche a marzo e maggio: dopo Mariotti si succederanno sul podio Francesco Ivan Ciampa, Daniel Oren e James Conlon e nella parte della protagonista si alterneranno Saioa Herrnandez, Anastasia Bartoli, Anna Netrebko e Anna Pirozzi. Il terzo spettacolo diretto da Mariotti sarà il dittico formato da Suor Angelica  di Puccini e Il Prigioniero  di Dallapiccola, terza e ultima parte del progetto triennale  “Trittico ricomposto”, che ha accostato a ciascuna opera del Trittico pucciniano un atto unico novecentesco; il regista sarà Calixto Bieito, tanto entusiasticamente osannato da alcuni quanto aspramente contestato da altri. Mariotti tornerà la quarta volta sul podio per lo Stabat Mater  di Pergolesi (con inserti musicali di Giacinto Scelsi), che sarà messo in scena  al Teatro Nazionale da Romeo Castellucci, uno dei registi più in vista nel panorama europeo.

Quanto agli altri titoli, il primo in ordine cronologico sarà Lucrezia Borgia  di Donizetti, diretta da Roberto Abbado con Lidia Friedman e Angela Meade che si alterneranno nella parte della protagonista. Poi Alcina  di Haendel, mai rappresentata prima a Roma, che sarà diretta da Rinaldo Alessandrini, con Mariangela Sicilia e Carlo Vistoli nei ruoli principali e con la regia di Pierre Audi. Il Re pastore  di Mozart sarà rappresentato negli spazi più ridotti e quindi più idonei del Teatro Nazionale, con la direzione di Manlio Benzi e la regia di Cecilia Ligorio. L’Italiana in Algeri  e Carmen  concluderanno la prima parte della stagione. L’opera di Rossini vedrà il debutto sul podio di Sesto Quatrini, nella cornice dello storico spettacolo con la regia di Maurizio Scaparro e le scene di Lele Luzzati. Quella di Bizet sarà diretta da Omer Meir Wellber: in quest’occasione saranno recuperate le scene e i costumi ideati da Renato Guttuso per l'allestimento del 1970, mentre la regia sarà affidata a Fabio Ceresa.

Durante l’estate 2025 l’Opera si trasferirà alle Terme di Caracalla, dove andranno in scena tre opere con la regia di Michieletto, che saranno annunciate in seguito. Al teatro Costanzi la stagione riprenderà a settembre con Il giro di vite  di Britten, che avrà la direzione di Henrik Nanasi e la regia di Deborah Warner, di cui Roma ha già potuto vedere due altre magnifiche regie di opere del compositore inglese, Billy Bud  e Peter Grimes.  Seguirà Adriana Mater  di una grande compositrice dei nostri giorni, la finlandese Kaija Saariaho, scomparsa lo scorso anno; la regia è di un altro dei registi oggi più in vista, Peter Sellars, e arriverà direttamente dagli USA. Il dittico formato dai due monodrammi Il diario di uno scomparso  di Janacek e La voix humaine  di Poulenc (nella versione con pianoforte) avrà come protagoniste rispettivamente Veronica Simeoni e Anna Caterina Antonacci, con la regia del giovane Andrea Bernard, vincitore quest’anno del Premio Abbiati della critica musicale italiana come miglior regista. Già è noto il titolo che il 27 novembre 2025 inaugurerà la successiva stagione: è il wagneriano Lohengrin (assente da mezzo secolo) con Mariotti sul podio.

L’orchestra del teatro uscirà dalla buca in occasione di quattro concerti sinfonici, due diretti da Mariotti (uno dei quali col Deutsches Requiem  di Brahms) e gli altri due da James Conlon e Diego Ceretta. Inoltre si esibiranno due orchestre ospiti: una è la Philharmonia Orchestra di Londra diretta da Esa-Pekka Salonen, che raramente si ha la fortuna di ascoltare a Roma, e l’altra è l’Orchestra Nazionale Barocca dei Conservatori, che sarà diretta da Ignazio Maria Schifani nella serenata Gloria di Primavera  di Alessandro Scarlatti, composta a Napoli per festeggiare la nascita del figlio dell’imperatore Carlo VI.

Concludendo il suo intervento, Paolo Arcà ha sottolineato che è stata messa la massima attenzione nella ricerca non di star - che pure non mancano - ma degli interpreti più adatti ad ogni personaggio e che si è altresì dato spazio a giovani italiani molto promettenti che faranno il loro debutto a Roma, come i direttori Francesco Ivan Ciampa, Sesto Quatrini e Diego Ceretta e i registi Cecilia Ligorio, Fabio Ceresa e Andrea Bernard.

Eleonora Abbagnato, direttrice del corpo di ballo e della scuola di danza del teatro, ha presentato gli spettacoli di balletto, che saranno sette, tre in più di quanto avveniva fino a poco fa. Il primo sarà Lo Schiaccianoci,  tradizionale nel periodo natalizio. Seguiranno quattro balletti ispirati ad altrettante opere o operette: Il Pipistrello, Onegin  e Marco Spada - che avranno rispettivamente la coreografia di Roland Petit, John Cranko e Pierre Lacotte, in ricordo di questi grandi maestri del passato più o meno recente - e Carmen.  Due saranno i trittici di coreografi attuali, tra cui Alexander Elknan, presentato dalla Abbagnato come “enfant terrible della danza contemporanea”.

Ha concluso la conferenza stampa l’intervento del sindaco Roberto Gualtieri, molto spigliato e informale, che ha dimostrato di conoscere bene il teatro e il suo funzionamento (d’altronde è il presidente del Consiglio d’indirizzo) e ha invitato tutti ad abbonarsi. E ha dato un’anticipazione molto positiva: dopo la sospensione imposta dal Covid e poi prolungatasi ancora per qualche anno, riprenderà OperaCamion, che porterà nelle piazze dei venticinque municipi di Roma la Tosca  in versione ridotta e facilmente trasportabile.   

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